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Contratto.

Gli ultimi ricordi di una adolescenza a rimuginare su se stesso e il proprio corpo, per Katsuki si erano riassunti in una decina di insulti di sua madre e le foto scattate per un progetto scolastico che li erano valse una fortuna incredibile. Non credeva che una ragazza con la divise maschile potesse attirare così tanta attenzione, d'altronde era passato inosservato per buona parte del liceo. L'unica a farglielo pesare era stata solo Mitsuki, che dopo anni non aveva accettato ancora il suo vero lui.

Per suo padre era un'altra storia. Lo aveva sempre sostenuto e aiutato nel suo percorso, per quanto risultasse ancora breve. Aveva soli 23 anni dopotutto, e ne aveva ancora di strada da fare.

Come nel mondo della moda.

A soli diciassette anni era comparso su un paio di riviste famose in tutto il Giappone, per poi arrivare persino nelle copertine più imponenti come Vogue soli due anni dopo, assieme ad una lunga intervista sotto ringlight così calde e accecanti che aveva faticato a rimuovere dalla sua mente ogni dettaglio di quel giorno.

Aveva sfilato, partecipato ad eventi privati di un certo spessore e nell'ultimo periodo, nell'apice della sua carriera da "attivista" o comunque da personaggio da copertine, paparazzato ovunque come una vera star.

La prima volta non era stato così terribile, lo aveva anche trovato divertente sotto un certo punto di vista. Stava facendo merenda in un locale al centro di Tokyo quando era stato circondato da uomini armati di macchinetta fotografica. Bene o male si era calmati dopo qualche scatto.

Successivamente era diventato stressante e opprimente, trovava fotografi ovunque, anche fuori casa. Non sarebbe stato così brutto evitarli se non avessero iniziato a toccarlo o cercare di trattenerlo fisicamente. Dopo qualche denuncia e richiesta di allontanamento aveva deciso di cambiare casa.

Cambiare casa aveva rappresentato due distinte cose per Katsuki:
Indipendenza, per essere finalmente riuscito a lasciare il guscio di giudizi di sua madre con le sue sole forze e capacità.
Possibilità di affermarsi nel campo con più successo, avvicinandosi alla sua agenzia e in generale al mondo dove ruotava quello della moda.

La nuova casa infatti si trovava in centro a Osaka, non troppo distante per tornare a Tokyo in caso di emergenza, ma neanche troppo vicino per permettere ai suoi genitori di venirlo a trovare così spesso. Era un appartamento ampio, di un centinaio di metri quadrati con balcone e metà dei mobili inclusi. L'aveva trovato nell'ultimo viaggio di lavoro assieme alla sua agente, Hiroe Oka, una quarantenne di bell'aspetto che lo aveva accolto sotto la sua ala di protezione sin dai primi scatti.

La donna aveva proposto di considerare l'idea di cambiare casa e cercarne qualcuna insieme nell'ultimo giorno libero del viaggio. Riluttante Katsuki aveva accettato, e dopo un paio di case troppo piccole o troppo costose, quell'appartamento era spuntato fuori fra gli annunci come un fungo.

Era talmente conveniente che senza alcun timore aveva chiesto all'agente immobiliare se ci fosse morto qualcuno dentro. L'uomo aveva riso e rassicurato entrambi che l'appartamento era rimasto invenduto per molti mesi e che la vecchia proprietaria era troppo vecchia e sola per continuare a vivere in quell'appartamento al 45esimo piano.
Era qualcosa di cui avrebbe dovuto liberarsi in fretta, così aveva abbassato il prezzo.

Katsuki si era guardato attorno, sfiorando con le dita il bancone in marmo della cucina. I pavimenti erano di un bel parquet e anche il resto dei mobili avevano (al primo sguardo) un aria moderna e ben curata.
Era sconvolto che ci avesse vissuto una vecchia.

Fissò l'unico soprammobile che non si era portata dietro (e aveva immaginato anche il perché) durante il trasloco, ovvero un bruttissimo vaso a forma di dragone di un altrettanto orribile colore arancione smorto, per poi spostare lo sguardo nell'angolo della stanza. Una grossa telecamera lo stava puntando, e facendo più attenzione ce ne erano altre un po' in tutti gli ambienti.

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