PROLOGO

3.3K 119 9
                                    

A giudicare dal discorso del Preside alla riunione annuale degli studenti che si era tenuta quella stessa sera, erano quelli che avevano avuto più successo nella vita tra gli ospiti del 'Silver Oak Institute' per orfani. Multimilionari, modelli per le classi a venire.

La definizione di modelli aveva decisamente impressionato River Shields. Si trattava di Neo Adler, Jude Hutton, e di sé stesso. Legati dalla propria ricchezza, i tre uomini brindarono al reciproco successo al bar di O'Malley.

"Congratulazioni, Neo!" disse Jude, mago del mercato azionario, alzando il boccale di birra. "Scommetto che sei rimasto sorpreso nello scoprire che tuo padre era il famoso , amministratore delegato di una delle più importanti multinazionali farmaceutiche del mondo."

Neo annuì, gli occhi scuri pieni di freddo cinismo. River pensava che Neo fosse quello che rivestiva i panni dell'uomo benestante con maggiore facilità. Se uno non stava a guardare troppo per il sottile, Neo dava davvero l'impressione di essere nato ricco e sofisticato.

Il suo amico sapeva nascondere abbastanza bene i suoi lati più aspri, ma River li riconosceva perfettamente sotto la superficie. Era facile, in fondo. Erano gli stessi che aveva lui.

"Mio... padre è stato un bastardo codardo ricco sfondato e di molto successo," disse Neo, abbassando il suo bicchiere di scotch. "Non ha rivendicato la sua paternità nei miei confronti fino alla sua morte. Mi ha lasciato un sacco di soldi, il suo posto in un'azienda che non mi vuole e una serie di fratellastri che sono terrorizzati dallo scandalo che rappresento. Tutto ha il suo prezzo, Jude."

River non poteva certo rimproverare a Neo quel suo atteggiamento. Non riusciva a ricordare un solo ragazzo del 'Silver Oak Institute' che non avesse desiderato con tutte le proprie forze di avere un padre. Quello era il filo che li univa. Nessuno di loro aveva avuto un padre.

Scosse la testa e scacciò quel pensiero deprimente.

"E tu come hai festeggiato quando sei arrivato al successo?" chiese a Jude, sapendo che l'amico aveva cominciato a muoversi tra i mercati azionari dalla gavetta.

Pian piano era arrivato a trattare solo grossissime quantità di azioni. Jude gli lanciò uno sguardo leggermente corrucciato.

"Sai che credo di non aver mai festeggiato? Per anni, ho dovuto vivere con poco, in un quartiere che non era certo uno dei più esclusivi della città. Quando ho cominciato a sfondare, non ho fatto niente. Quando ho guadagnato il mio secondo milione di dollari, mi sono trasferito in un quartiere dove non ci sono inferriate alle finestre... Tutto qui. E tu, Riv? In che modo hai festeggiato l'inizio delle quotazioni in borsa della tua compagnia?"

Secondo le notizie diffuse dai media e il discorso del Preside, River era un genio dell'informatica che aveva fondato un'attività basata sul commercio in Internet. Aveva sfondato con alcune idee esclusive e originali ed era diventato ricco.

Sempre secondo la stampa, il successo era arrivato praticamente dal nulla, ma River sapeva che erano serviti degli anni di lavoro incessante per arrivare a quel punto nella vita professionale.

"Sinceramente? Sono riuscito a dormire otto ore di fila per la prima volta dopo tre anni."

Neo scosse la testa, facendo girare il proprio bicchiere sul tavolo.

"Pensavo che avere soldi volesse dire non avere più problemi, ragazzi!"

"Be', non si può negare che a qualcosa servono tutti questi soldi..." disse Jude.

"Ma ci deve essere qualcosa di più!" osservò Neo. "Non vi siete sentiti un po' fuori posto, quando il Preside ha continuato ad additarci come esempi di uomini di successo?"

River sentiva dentro di sé lo stesso vuoto e la stessa insoddisfazione che Neo aveva espresso. Il denaro gli aveva portato una pubblicità che non desiderava, pesanti cartelle delle tasse e la sensazione che non avrebbe mai trovato quello che stava cercando... Qualunque cosa fosse...

"Per quello che vale, potremmo anche andare a giocarci tutti i soldi che abbiamo, che ne dite?" disse River.

Jude ridacchiò. Neo piegò la testa di lato, pensoso.

"Sai che non è poi un'idea malvagia, Riv?! Las Vegas o Atlantic City?"

Con un'espressione esterrefatta, Jude rivolse lo sguardo prima a River e poi a Neo.

"Si può sapere cosa avete bevuto?"

"No, Jude... River ha ragione. Si arriva ad un punto in cui aggiungere zeri su zeri non diverte più. Le cose più divertenti che ho comprato fino ad ora, sono una casa e un'auto per mia madre. Nessuno di noi si è ancora sposato o ha messo su famiglia," commentò Neo.

"Il matrimonio è il più grosso aspira-denaro che esista," affermò Jude.

A dire il vero, anche River aveva sempre cercato di evitare le nozze, ma per motivi differenti, tutti legati alla scarsa propensione a lasciarsi andare ai sentimenti. In quel momento, però, gli era venuta un'idea tanto azzardata quanto affascinante.

"Stavo pensando... Invece di andare a Las Vegas, potremmo diventare i grandi benefattori che avremmo sempre voluto essere prima di raggiungere successo e soldi."

Neo lo guardò per un lungo istante e le sue labbra si incurvarono nel sorriso tipico del giocatore.

"Se mettessimo insieme le nostre risorse, potremmo fare qualcosa di grande."

"Aspettate un attimo, ragazzi... Parlate sul serio?" intervenne Jude, chiaramente allarmato. "Mettere insieme le nostre risorse?"

"Andiamo, Jude! Non fare l'Ebenezer della situazione!" gli chiese Neo sorridendo.

"Mi hai appena paragonato a Scrooge? L'uomo più avaro di tutto l'universo?"

"Ascoltate... Sarebbe qualcosa che potremmo detrarre dalle tasse," disse River.

Jude alzò un sopracciglio, chiaramente interessato.

"Deducibile dalle tasse..." ripeté lui. "Bene, perché le tasse mi stanno letteralmente mangiando vivo."

"Potremmo fondare una specie di club," continuò River, entusiasmandosi sempre di più all'idea. "Un club segreto per milionari."

"Una fondazione deducibile dalle tasse, vorrai dire," lo corresse Jude.

"Andiamo, ragazzi! Facciamolo!" esclamò River estremamente entusiasta dall'idea.

Non si era sentito tanto motivato da quando aveva dato inizio alla sua attività e aveva deciso di assumere la sua assistente, Samaire Armstrong. Era una delle poche persone sul pianeta delle quali si poteva fidare ciecamente.

Se fosse stato un uomo diverso, un uomo con un po' di cuore, la loro relazione avrebbe potuto andare oltre gli affari. Una notte era successo, ma, ringraziando il cielo, River era tornato in sé la mattina seguente, appena in tempo per salvaguardare la loro relazione professionale.

"Io ci sto!" disse Neo, e fece un cenno al barista. "Un altro giro di scotch, grazie."

Poi lui e River si voltarono entrambi verso Jude, guardandolo con evidente aspettativa.

"Allora, Scrooge?"

"E va bene! Ma ricordatevi che se per causa vostra, mi ridurrò a mangiare fagioli in scatola perché sarò finito sul lastrico, verrò a cercarvi e ve la farò pagare!"

"Salute!" disse River, sollevando il bicchiere.

Si sentiva pervaso da uno strano senso di eccitazione.

"Al Club dei Milionari!"

UNA NOTTE NON BASTA (1 LIBRO DELLA SERIE "IL CLUB DEI MILIONARI")Where stories live. Discover now