CAPITOLO 5

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River si vestì e saltò in macchina. Superò ogni limite di velocità e dopo pochissimi minuti, entrò al Pronto Soccorso. Si stava avvicinando al banco della reception, quando sentì la voce tremolante di Samaire.

"Riv..."

Poi gli si lanciò tra le braccia. Impreparato per un gesto simile che dimostrava una tale completa fiducia, rimase immobile, sbigottito. Era una sensazione totalmente nuova. Poi l'istinto ebbe il sopravvento e la strinse a sé, anche per sincerarsi che stesse bene.

"Cosa è successo, Samie?"

"C'è stato un incendio," gli rispose, con il viso schiacciato contro la sua camicia bagnata dalle lacrime che scendevano lungo le guance di Samaire senza che lei se ne rendesse conto. "Alcuni di noi sono rimasti intossicati dal fumo."

Lui sentì un campanello di allarme.

"Noi?"

"Mi hanno dato l'ossigeno..." aggiunse cercando disperatamente di non piangere. "Riv... Ero preoccupata per il bambino," sussurrò con un singhiozzo e lui sentì qualcosa di mai provato prima sciogliersi nel profondo del cuore.

Per qualche secondo, River trattenne il respiro.

"Che cosa ha detto il medico?"

"Che stiamo entrambi bene," rispose lei e River sospirò di sollievo.

"Perché non mi hai chiamato subito?" chiese.

"È accaduto tutto talmente in fretta quando è arrivata l'ambulanza... E poi ho dovuto aspettare. Ero così spaventata," disse con voce instabile. "Ma non ero preoccupata per me. È solo che avevo paura che fosse successo qualcosa al bambino. Non ti volevo disturbare, così ho cercato di chiamare Justine, ma non l'ho trovata."

River la strinse di nuovo.

"Avresti dovuto chiamarmi, invece. Santo cielo, Samie, sto per diventare tuo marito!" la sgridò.

Pensò che avrebbe potuto evitare tutta quella situazione se fosse stato con lei. Avrebbe potuto evitare che accadesse... Lei si scostò i capelli dal viso e lo fissò attentamente.

"Lo so, Riv, ma noi non siamo proprio... fidanzati."

"Devi abituarti a chiamarmi," le disse piano e le accarezzò la guancia ancora bagnata. "Ascoltami, forse non sono molto esperto riguardo a quello che fa di solito un marito, ma so molto bene che è il proprio marito che si chiama nelle emergenze."

Samaire lo guardò, poi annuì lentamente.

"Non credo sia una buona idea tornare a casa mia..."

"Ma certo che non tornerai a casa tua. Verrai a stare a casa mia," le disse in tono enfatico.

"Ma non so dove sia Sheera e..."

"Sheera?"

River cercava a fatica di starle dietro. Si chiese se, per caso, la mancanza di ossigeno le avesse danneggiato il cervello.

"Sì, la mia gatta. Sheera... Non è una gatta abituata a stare in giro... Riv, devo andare a cercarla..."

Lui scosse la testa.

"Siamo nel bel mezzo della notte, piccola. Non puoi certo andare a cercare una gatta nelle tue condizioni."

Si sforzò a trovare velocemente una soluzione.

"Facciamo così... Ti porto a casa, poi vado io a cercarla. Va bene così?" le disse, sebbene non sapeva davvero come avrebbe fatto a trovare una gatta di notte.

UNA NOTTE NON BASTA (1 LIBRO DELLA SERIE "IL CLUB DEI MILIONARI")Where stories live. Discover now