CAPITOLO 9

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La notte precedente, Samaire non era ritornata a casa, né era andata da Justine o al suo vecchio appartamento. River era stato sul punto di chiamare i suoi genitori, ma aveva resistito alla tentazione.

Preoccupato, l'aveva chiamata parecchie volte durante la notte, ma Samaire non aveva risposto. Le aveva lasciato dei messaggi, ma tutto quello che aveva ottenuto da parte di sua moglie era stato solo un silenzio assordante.

Chiuse gli occhi e l'immagine di Samaire, ferita e arrabbiata, la freddezza delle sue parole dopo avergli gettato addosso il cellulare, gli aveva fatto scattare qualcosa dentro.

Aveva capito all'improvviso che l'affetto che Samaire provava per lui era qualcosa di molto prezioso, ma che forse, un paio di parole stupide e senza senso, l'aveva cancellato per sempre.

'Una prova in più dell'instabilità delle emozioni umane,' pensò con cinismo.

Sebbene River non potesse biasimare Samaire per la sua reazione, si rifiutava decisamente di lasciarla andare. Non se ne parlava proprio... Solo il pensiero di perderla gli toglieva il respiro.

Ora non gli restava che andare nell'unico posto dove sapeva di trovarla e convincerla a tornare a casa. River prese la macchina e si diresse verso la casa per giovane ragazze madri. Vide la macchina di Samaire nel piccolo parcheggio e qualcosa dentro di sé si sciolse. Tirò un sospiro di sollievo.

Parcheggiò, afferrò il mazzo di fiori appoggiato sul sedile del passeggero, uscì e sbatté la portiera. Aggiustò la cravatta e si avviò a grandi passi verso l'edificio. Suonò il campanello della vecchia casa.

Una ragazza molto giovane e molto incinta venne ad aprire. Guardò prima il mazzo di rose e poi lui con espressione interrogativa.

"Sì?"

"Sono qui per incontrare mia moglie," disse lui. "Samaire Shields."

La ragazza lo guardò perplessa per qualche secondo, poi annuì e sorrise.

"Ah, Samie Armstrong... Deve aspettare qualche minuto, sta finendo una lezione. Venga, l'accompagno."

River seguì la ragazza lungo un corridoio e vide Samaire davanti ad un computer, insieme ad un'altra ragazza, anch'essa molto giovane e molto incinta. Vederla lì, a pochi centimetri da lui, ebbe un effetto calmante su di lui. Sembrava così professionale, così concentrata, ma così vulnerabile.

Era vestita di nero. Portava una gonna a vita alta che accarezzava il suo addome gonfio e una camicia di seta molto semplice... L'immagine della competenza fatta persona... Si ricordò che era una delle ragioni che lo aveva spinto ad assumerla come sua assistente.

River la guardò meglio e si accorse che aveva delle occhiaie. Era tutta colpa sua... Abbassò la testa e gli si strinse il cuore. La sua voce dolce, melodiosa lo forzò a fissarla di nuovo.

"Hai fatto molto bene a mandare tutti questi curriculum, Mary. Lavorare da casa ti permetterà di continuare i tuoi studi," disse lei e sorrise alla ragazza vicino a lei. "Vai avanti così! Sono molto fiera di te."

"Hai una visita, Samie," le disse la ragazza che lo aveva accompagnato.

Samaire sollevò lo sguardo, confusa.

"Una visita? Ma chi...?"

Poi il suo sguardo si posò su River e lui sentì un tuffo al cuore. Capi che non sarebbe stato facile farsi perdonare.

"Ciao, Samie... Io... Ti ho portato delle rose," le annunciò, facendo un passo avanti per offrigliele.

"Sono molto belle, Samie," disse l'altra ragazza con una traccia di invidia.

UNA NOTTE NON BASTA (1 LIBRO DELLA SERIE "IL CLUB DEI MILIONARI")Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon