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Conteggio parole: 2401
Avvertenze: smut
Canzone per il capitolo: Y si fuera ella-Alejandro Sanz

Nelle settimane che seguirono, iniziai a notare le differenze tra la Vivienne che avevo conosciuto e la Vivienne che mi aveva permesso di toccarla. La donna che aveva stretto con forza il controllo e colei che aveva deciso di condividerlo. Guardandomi le mani, immaginai di poter vedere qualche differenza, ma ovviamente non ne trovai nemmeno una.

<<Sei di nuovo persa nei tuoi pensieri>>, disse Inez. Sbattei le palpebre, ricordandomi che ero per strada con lei per un altro dei nostri appuntamenti.

<<Scusa, pensavo al lavoro>>, mormorai.

<<Ti chiedevo dove volevi sederti per mangiarli>>, ripeté, indicando la scatola di dolcetti che aveva tra le mani. Passammo, proprio in quel momento, davanti al giardino privato in cui Vivienne ed io avevamo passato gran parte del nostro tempo. Dunque, mi fermai e la trascinai con me in quella direzione. Cogliendola alla sprovvista.

<<Qui>>, dissi. Inez scosse il cancello.

<<Credo sia...>>, ma ancor prima che potesse terminare la frase, presi una pinzetta per capelli e forzai la serratura, aprendo così il cancello. 

<<Chiuso. Dove hai imparato a farlo?>>, domandò, sorpresa. Ghignai, inarcando un sopracciglio, tuttavia non risposi e mi limitai ad entrare nel giardino. 

<<Sexy e misteriosa. Anche io potrei innamorarmi>>, commentò Vivienne, facendomi sorridere. 
Inez ed io ci sedemmo su una delle panchine, dunque poggiai la testa contro la sua spalla.

<<Come mai hai scelto questo posto?>>, volle sapere.

<<A te non piace stare intorno alle persone e, di tanto in tanto, a me piace infrangere le regole. E' una vittoria per entrambe>>, spiegai con un'alzata di spalle.

<<Sì, ma intendo...io...tu...>>.

<<Penso stia per cedere. Distruggila>>, mi avvisò Vivienne. Presi uno dei dolcetti, lo spezzai in due metà e glielo offrì, facendo in modo che si sporgesse in avanti per poterlo mangiare direttamente. Senza pensarci, mi leccai il pollice per poter togliere lo zucchero a velo in eccesso e mi resi conto che lei sembrò essersi congelata. I suoi occhi si posarono su di me, decisi ed intensi come sempre. Ebbi, nuovamente, la sensazione di essere stata invasa; che qualcuno avesse aperto ogni singolo mobile del mio animo per scavarci all'interno.

<<Non mi hai baciata dal primo appuntamento. Perché?>>. Fu diretta, ma non scortese. Sembrò genuinamente curiosa. Sapevo che sarebbe arrivato questo momento.

<<Quando ti ho baciata, ho reagito in maniera impulsiva. Temevo che pensassi male di me; che ti convincessi che sono il tipo che si getta tra le braccia della prima persona che passa. Ma non è così. Volevo sistemare le cose, allora. Volevo assicurarmi che tu mi prendessi sul serio, perché sei speciale. Vedi, Inez, la verità è che...>>, mi fermai quando mi prese per il polso, perché non mi piaceva quando lo faceva improvvisamente. Quando mi stringeva come a mostrarmi che non mi avrebbe mai lasciato andare.

<<La verità è che?>>, mi incitò.

<<Smettila di stuzzicarla. Deve abboccare adesso, amore mio>>, sussurrò Vivienne. Abbassando lo sguardo verso le nostre mani intrecciate, e spinta dalla voce della mora al mio orecchio, non potetti fare altro che pensare ai nostri ultimi momenti di intimità.

<<La verità è che non ho mai provato queste emozioni con nessuno prima d'ora. Mai>>, ammisi, pensando però a Vivienne. Una strana espressione si formò sul volto della scrittrice: sorpresa e, forse, persino lussuria.

Queen of thieves (libro 2)Where stories live. Discover now