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Conteggio parole: 2656
Canzone per il capitolo: Bad Reputation- Shawn Mendes

Mi misi in piedi, pagando il conto e affrettandomi a cercare Vivienne. Le parole di Nadia mi ritornarono in mente e qualcosa mi disse che non si trattava di una minaccia a vuoto. Era una promessa; ci avvisava cosa sarebbe successo se avesse ricevuto l'ennesimo rifiuto. Dovevamo sistemare le cose.

Fortunatamente, trovai Vivienne nelle vicinanze dell'hotel, ancora intenta a parlare con Madame Bisset. Sorrise quando mi vide arrivare, tuttavia si concentrò subito sulla conversazione. Era così bella...avrei fatto di tutto per proteggerla. Quei pensieri mi tormentarono, rischiando quasi di farmi entrare in panico mentre la osservavo. 
Terminò la chiamata, sporgendosi in avanti per darmi un bacio e, con quel semplice gesto, mi ripescò dall'abisso, riportandomi nel presente.

<<Già sentivi la mia mancanza? Stavo andando da Jett per vedere se gli serviva aiuto, potresti venire anche tu>>, propose. Scossi la testa, raccontandole quello che era successo. Notai la preoccupazione farsi spazio attraverso la sua calma.

<<Stai bene? Ti ha fatto del male?>>, chiese, studiandomi con attenzione alla ricerca di qualche ferita.

<<No, non mi ha fatto nulla>>, la tranquillizzai. Mi strinse a sé, afferrandomi con decisione.

<<Non credevo che avrebbe cercato te, dato che ho provato a tenere la sua attenzione concentrata su altro. Non sapevo avesse tutto questo coraggio. E' quasi lusinghiero essere corteggiata in questo modo>>, sussurrò. Alzai la testa, guardandola con gli occhi fuori dalle orbite. Lusinghiero? Mi allontanai di scatto, sentendo tutte le emozioni pronte a venire fuori sotto forma di rabbia funesta. 

<<Non la stai prendendo sul serio>>, borbottai.

<<Ti prego, non dirmi come mi sento, amore>>, mormorò, in maniera monotona. 

<<Potresti mostrare un minimo di preoccupazione!>>, esclamai.

<<Ti prego, non confondere la compostezza con una mancanza di preoccupazione>>, disse con lo stesso tono di poco prima. Sapevo che tendeva ad essere fredda e distaccata in alcuni casi, ma la tenda dietro la quale si nascondeva non sarebbe più dovuta esistere per me. Perciò, mi mostrò un piccolo sorriso triste. 

<<Ricordi qual è il mio lavoro?>>, chiese improvvisamente.

<<Essere una dea del sesso?>>.

<<Capire cosa vuole la gente. Vuoi provocare una reazione in me che ti dimostri che mi importi, ma se perdiamo la calma entrambe, non sarà di grande aiuto. Non trovi?>>, continuò. Forse aveva ragione, ma volevo essere arrabbiata e volevo che lei fosse altrettanto arrabbiata. 

<<Sfogati con me, se è quello di cui hai bisogno. Dimmi che sono senza cuore, urlami contro...lo accetterò senza un minimo di esitazione, ma devo mantenere il controllo. Perché se lo perdo, tu potresti farti male ed io non posso permetterlo>>, disse con calma. Sentivo il bisogno di esplodere fino a brucarla, perché volevo risvegliare in lei un'emozione che sembrasse mediamente umana, piuttosto che tutta quella tranquillità quasi robotica. Tuttavia, se si fosse limitata ad accettare la mia rabbia, non aveva senso. Perciò, chiusi gli occhi e presi un bel respiro profondo, lasciando andare tutto il nervosismo fino a dover poi fare i conti con quello che provavo per davvero. 

<<Vivienne, ho paura>>, ammisi alla fine. Vidi una crepa nella maschera ed anche se non volevo la sua pietà, persino quella mi parve meglio della compostezza di poco prima. 

<<Cosa posso fare?>>.

<<Non complimentare una donna che sta provando a portarti via da me, per esempio>>, sussurrai. Strinse le sopracciglia, guardandomi con confusione.

Queen of thieves (libro 2)Where stories live. Discover now