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Conteggio parole: 2785
Canzone per il capitolo: Ever since New York-Harry Styles

Elizabeth si muoveva in maniera agitata, il suo solito comportamento tranquillo veniva contrastato da ogni singolo movimento della coda. I suoi occhi azzurri erano fissi sulla porta mentre io, Vivienne e Leon ci preparavamo ad uscire di casa.

<<Cos'ha che non va?>>, domandai.

<<Nikolai non le permette di uscire>>, disse la mia ragazza.

<<Siamo in una città sconosciuta, non è sicuro>>, disse il diretto interessato. Tra l'altro, anche lui non aveva abbandonato il rifugio e non sapevo quanto potessimo essere tranquilli se si sentiva così insicuro. E, come sospettavo, rifiutò di accompagnarci nell'Underbelly russo.
Proprio come a Parigi, anche questo era accessibile da una serie di tunnel che avevano composto una vecchia metropolitana in passato. Tuttavia, il vero e proprio movimento si teneva tutto intorno ai resti di una chiesa.

<<Com'è il tuo russo, tesoro?>>, domandò Vivienne.

<<Pessimo>>, <<Passabile>>, dicemmo io e Leon nello stesso momento, dato che entrambi eravamo convinti stesse parlando con noi. Ci lanciammo un'occhiata divertita.

<<Ci lavoreremo...>>, si limitò a dire lei. <<Potrei insegnarti>>, aggiunse poi, guardandomi dritto negli occhi. Ridacchiai.

<<Sono sempre stata la preferita degli insegnati>>, mormorai.

<<Sicura che sia qualcosa di cui vantarsi?>>, mi prese in giro. D'allora, però, iniziai ad ascoltare e prestare estrema attenzione ai miei due accompagnatori mentre si occupavano di parlare con varie persone: avevamo bisogno di contatti per ottenere il materiale che ci serviva per il colpo. Vivienne aveva da poco iniziato una conversazione con alcuni individui, la osservai passare dei soldi ad alcuni di loro e ritornare da noi con un'espressione seria.

<<Che succede?>>, chiese Leon.

<<Abbiamo competizione per la tiara>>, borbottò.

<<Un rivale...quale modo migliore per dimostrare che nessuno può mettersi contro di noi>>, dissi, sentendomi emozionata al suono di quelle parole piuttosto che scoraggiata.

<<Contatterò Irina per vedere se ne sa qualcosa>>, disse Vivienne. Così, mentre lei iniziò la telefonata con la sua amica, mi sedetti su una delle panchine ed iniziai a disegnare. I canali, il Palazzo d'Inverno, le metropolitane, i tunnel, persino un accenno della chiesa in cui ci trovavamo. Tuttavia, dopo alcuni minuti, mi ritrovai a ritornare al mio soggetto preferito. Vivienne. Io potevo anche essere il sole, ma lei era la luna: brillante, affascinante e, per quanto fosse stata scoperta, continuava a possedere una dose di mistero in lei.

<<Possiamo andare>>, mi avvisò lei.

<<Io mi allontano per un po'. Jett ha detto di avere una pista>>, ci fece sapere Leon.

<<Ci vediamo a casa, allora>>, esclamai.

***

<<Irina sapeva qualcosa?>>, chiesi mentre camminavamo per le strade. Strinse le sopracciglia, sembrando colpevole.

<<Non abbiamo avuto modo di parlare del colpo>>, mormorò. Emisi un verso confuso, guardandola con il capo piegato di lato.

<<Posso raccontartelo quando saremo a casa? Non è niente di pericoloso, promesso. Ho solo bisogno di un po' di tempo per riflettere>>, disse.

Queen of thieves (libro 2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora