XXXIV

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Allora resta ancora 5 minuti, tantolo sai che poi saranno ore

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Allora resta ancora 5 minuti, tanto
lo sai che poi saranno ore.

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-IL PRIMO TEMPO DEL DERBY D'ITALIA SI CONCLUDE CON L'INTER IN VANTAGGIO DI UN PUNTO, GOAL DI HAKAN CALHANOGLU!-

Vede i ragazzi uscire dal campo mentre applaudono e, in preda alla felicità di questa azione per niente facile, Lia abbraccia Hakan che ricambia con gioia e sorride: è una grande soddisfazione personale segnare contro una squadra così forte.

-Dai che vinciamo questa partita.- esulta, battendo il cinque a Caleb che le sorride.

-Vacci piano con gli abbracci o assisteremo ad un omicidio turco.- scherza, riferendosi a Paulo.

-Non è geloso di queste piccolezze.-

-È per questo che non ti stacca gli occhi di dosso?- si volta e in effetti verifica che è vero, ma non lo vede infastidito, anzi. Sta sorridendo.

-Avanti bella incantata, fai il tuo lavoro.- le da una piccola pacca sulla testa Nicolò.

Lei ricambia ma colpendolo sul braccio mentre ritorna da Inzaghi e spiega lui tutto ciò di cui si accorta, di ogni movimenti e anche del livello di fiacchezza di alcuni dei nostri che sono un po' stanchi.

-Dobbiamo evitare che segnino un altro punto.-

-Sicuramente sarà molto discusso il fallo di Lautaro su Locatelli.- spiega.

-Già, lo penso anche io ma per il momento concentriamoci sul resto.-

Quei minuti passano molto velocemente e, i minuti del secondo passo, sono molto dolorosi: sembra che tutto accada molto lentamente. Quando trova la palla tra i piedi di Paulo sente dei sentimenti contrastanti smuoversi dentro di lei: da un lato vorrebbe che la palla entrasse per un goal ma dall'altro sa che la squadra non può permettersi di perdere questa partita, sia per quanto riguarda il morale e sia per quanto riguarda il punteggio. Ma la palla viene presa da Skriniar e quindi non sembra presentarsi il problema della porta, almeno per adesso. Le occasioni di tutte e due le squadre tengono col fiato sospeso tutta la platea, i tifosi cercano di vedere la vittoria in ogni mossa della propria favorita e urlano quando vengono effettuati i primi cambi.

Quando Lautaro raggiunge la panchina, si siede accanto a Lia e le batte il cinque, afferrando la borraccia e l'asciugamano che gli vengono porte.

-È bello tosto.- osserva.

-Che cosa?-

-Paulo.- risponde. -Mi ha dato da fare.-

-È quello che fanno gli avversari.-

-Si ma lui vuole fare bella figura con te.- risponde ed entrambi ridacchiano.

"Ogni giorno fa una bellissima figura con me, che stia immobile o in silenzio", pensa e si sorprende quando, direttamente dal centrocampo, lui trovi il tempo di alzare lo sguardo e sorriderle leggermente, venendo ricambiato. Poggia una mano sotto il mento ma, per quanto vorrebbe passare ore a guardare Paulo giocare, deve seguire anche tutti gli altri 21 ragazzi che stanno correndo dietro quel pallone e quindi si forza a seguire il gioco per intero. Mancano solo i pochi minuti del recupero e poi sarà tutto finito, a meno che qualcuno non segni adesso, la partita è ufficialmente nelle mani della squadra nerazzurra.

-Ce la facciamo, ce la facciamo.- ripete Edin Dzeko, controllando insistemente l'ora e quanto manca ancora.

-Il secondo derby è nostro.- gli batte il cinque Lautaro e subito dopo, il fischio dell'arbitro dichiara la partita conclusa.

I ragazzi esultano e corrono poi verso la panchina, il Tucu bacia la guancia della ragazza e lo stesso fa Caleb, sorridendo al pubblico che li acclama.

-Bravissimi ragazzi.- si complimenta lei, ricevendo l'abbraccio di Jing che scende dalla tribuna.

I giocatori vengono mandati allo spogliatoi così che possano darsi una rinfrescata prima di partire e lo stesso fa anche Lia che, per un momento, ha iniziato ad andare sul serio nel panico e dunque a sudare. Ritocca anche un po' il trucco, indossa la giacca e prende la borsa, uscendo dal suo.. spogliatoio? Si può chiamare così? Ed ecco che sente di nuovo la stretta di un abbraccio.

-Questa volta non mi spaventi.- ride mentre si volta e sente subito pressare contro le sue labbra. -Ecco qui il mio campione.-

-Che oggi non è riuscito a vincere.- puntualizza.

-Hai fatto una bella partita.- ribatte invece lei. -Quell'azione ancora mi fa male al cuore e poi tu sei sempre un campione.- lo bacia.

-Non vedo l'ora che sia domani.-

-Beh.. sono quasi le 23, alle 7:30 dovrei essere di nuovo qui, sono meno di 8 ore.-

-Alle 7:30 è perfetto, ti porto in un bel posto.-

-Dove?-

-Sarà una sorpresa.- unisce le loro fronti. -Domani non ci sarai per nessun altro.-

-E lo stesso vale per te.-

-È il mio giorno libero, a meno che non accada una catastrofe non dovrei essere disturbato.-

-Menomale, ho bisogno della mia dose di felicità.- sorride lei, incrociando le mani dietro al suo collo. -Ti amo.-

-Ti amo.- ripete lui, poggiando le mani sotto le sue cosce e sollevandola, facendo aderire la sua schiena contro il muro. -Solo 8 ore.-

-Adesso non mi sembrano più poche.- mormora.

-Se ti riposi bene, passeranno in un istante.-

-Ci proverò.-

-Piuttosto, non voglio fare il genitore oppressivo ma dimmi quando arrivi a casa.-

-Che carino, ti preoccupi?-

-Certo che si, mandami un messaggio anche domani.- aggiunge dopo.

-Va bene, me ne ricorderò.-

-Fai buon viaggio, amore.-

-E tu riposati bene.- aggiunge per poi baciarlo.

Una vita non basta // Paulo DybalaWhere stories live. Discover now