Stefanie e Luna sono gemelle di 17 anni, che vengono cresciute dalla zia e zio perché a quanto pare la loro famiglia non le voleva. Entrambe hanno vissuto con grandi difficoltà nella vita, ma hanno provato viverne una felice insieme. Un giorno vengo...
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Ho aspettato tutto il giorno nel mio ufficio esattamente per questa frase di mia moglie. "Siamo qui".
Mi suona come musica nelle orecchie.
Anche tutti i miei figli stavano aspettando nel mio ufficio che aspettano Nath, che ha preso le ragazze.
"Andiamo" Ho salutato i miei figli e ho afferrato la giacca mentre uscivo dal mio ufficio.
Ho camminato davanti e i miei figli dietro di me.
Abbiamo camminato le scale giù dalla nostra villa e... Eccole lì.
Proteggersi a vicenda.
Luna si teneva stretta tra le braccia di Stefa e Stefa la tiene protettiva. Quelle sono le mie ragazze. So subito che sono le nostre principesse.
Cerco di sopprimere le mie lacrime. Un protagonista mafioso non può piangere davanti ai suoi figli.
Mi sono recato verso le mie figlie. Sono belle. Ma sembrano così ferite come pecore tremanti davanti ai lupi.
Come posso mostrare loro che non siamo persone cattive? Sono le mie adorabili belle figlie e non le farei mai del male.
Quando le guardo sento l'improvvisa sensazione di proteggerli con la mia vita e di non lasciarle mai andare.
Loro sono mie. La mia Stefa e Luna... Non le lascerò mai più andare via.
Ma ora voglio solo abbracciarle.
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Ho alzato lo sguardo. C'erano 6 uomini in piedi proprio di fronte a noi, tutti in abiti neri e spalle larghe, che sembravano intensi nei nostri occhi. Già riversano potenza.
Luna si aggrappava alle mie braccia e mi sussurrava all'orecchio, "E questa è la nostra famiglia?"
L'uomo maggiore, che potrebbe essere nostro padre, si avvicinò a noi e allungo la sua mano tatuata.
"Bello conoscervi. Mi chiamo Alejandro. Ma voi due potete chiamarmi papà."
