Pre-strumentale (Ripresa)

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Un litigio l'accolse all'ingresso. Veniva dall'alto, dal secondo piano, abbastanza confuso. Distinse bene una voce, però, una voce di solito silenziosa e quieta, ora forte e decisa. Sua sorella, sua sorella era arrabbiata. Scattò al piano superiore; qualcosa di serio era successo, qualcosa di serio e preoccupante. Un gradino dopo l'alto, un pensiero dopo l'altro, frenesia e frenesia, finché non vide sua madre più agitata di lei. Erano tutti nella sua stanza, il clima era teso e lei era preoccupata.

«Che sta succedendo?» chiese, entrando, guardandosi attorno cercando risposte.

I suoi genitori erano mesti, mentre Alaya piangeva. Grave, era parecchio grave, non poteva lasciarla in quelle condizioni. Non era lei, non era la persona da crollare.

Vide il suo abito, il vestito tradizionale, era tutto successo alla fiera. La gente, il chiacchiericcio, i commenti velati, ancora dovevano averla colpita, ancora l'avevano ferita, più del solito. Ne era sicura, ed era colpa sua. Avrebbe dovuto accompagnarla, ma da quell'anno, dal quel giorno del rifiuto, alla fiera avevano sempre preso vie separate. Alaya era stata più salda di lei nella decisione, odiò la sua debolezza.

«Tu lo sapevi?!»

Non era una domanda, quella di Alaya, ma un ringhio di rabbia. Le lacerò la pelle, ferendola ancora: mai si era comportata così, non era il lei, non era lei. Cosa l'aveva ridotta in quello stato?

Bloccata com'era, intervenne sua madre.

«Ti prego, cerca di capire, l'abbiamo fatto per...»

«Allora lo sapevi!»

Alaya urlò ancora, verso di lei, attaccando lei.

Stava male, ferita e oppressa; voleva piangere, ma era bloccata, soffocata. Perché la trattava così? Cosa stava succedendo? Aveva altre colpe, oltre ad averla abbandonata?

«Alaya, io...»

«Tu sapevi a quale razza appartengo! Tu sai cosa è successo, tu sai cosa hanno fatto agli altri!»

La tragedia era avvenuta, la verità era venuta a galla.

Quello era stato un segreto a lungo celato dalla sua famiglia, persino a lei. La sua colpa durava due anni, quella di non aver detto nulla dopo averlo scoperto. L'avevano supplicata i suoi genitori, resta in silenzio, non dire nulla, è per Alaya. Aveva accettato, per rispetto, ma non poteva durare a lungo, l'aveva capito. Ora i fatti le davano ragione.

«Mamma, papà, tornate pure giù. Parlo io con lei.»

I suoi genitori si guardarono, accettarono l'offerta. Alaya, ormai, aveva un'altra opinione.

«Vuoi proteggermi, ancora una volta? Vuoi farmi da scudo contro gli umani, come sempre? Sii meno patetica, Marija, sei come loro, come puoi fare la differenza?»

Prima le parve di non udirle, poi quelle parole la trapassarono con tutta la forza, con tutta la loro rabbia. Quei pensieri erano veleno, per lei, che lo riceveva, che ormai la intossicava, e per Alaya, che lo lasciava maturare dentro il suo corpo, con ferocia. Poteva ancora aiutarla? Tutto semprava diverso, Alaya pareva così distante.

Eppure, un moto nel suo sguardo, una scintilla di consapevolezza.

«Scusa, io...»

Un pertugio, doveva chiarire, doveva togliersi quel dubbio, quel rimorso.

«Sono stava davvero così oppressiva con te?»

Silenzio, per degli istanti, silenzio pesante che lasciava troppi dubbi sospesi, troppe perite ancora aperte.

Stay with Me - Krys Talk RemixWhere stories live. Discover now