Strumentale (Ripresa)

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Mille colori macchiarono il cielo nero. Rosso, giallo, verde, rosa, macchie ordinate e luminose, intrecci di luce che avevano breve vita. Meraviglia, era quello che cerava, era quello che aveva provato ogni anno, in cima a quella collina. Quest'anno, però, non la trovava. Le luci parevano spente, remote, perdute nel cielo scuro. Brevi luci quanto breve era lo spettacolo e, dopo, Alaya se ne sarebbe andata. Non sarebbe stata più con loro. Forse per sempre.

Dieci anni passati assieme e non erano abbastanza. Su Kyuki tutto tendeva a conservarsi, il tempo aveva una peculiare tendenza all'infinito, i cambiamenti erano strani. Dieci anni, erano un battito di ciglia, troppo poco tempo passato con sua sorella.

Una lacrima scese sul suo volto. Era per il bene di Alaya, era per la sua felicità, ma che ne era del suo bene e della sua felicità? Sacrificio, per gli altri, tutti lo lodavano, ma mai dicevano quanto facesse male.

La folla muta osservava i fuochi sotto la collina, per un istante desiderò essere una di quelle persone, ingabbiate nel loro infinito, estranee al cambiamento. Non lei, non in quel momento.

Una mano le asciugò la lacrima. Alaya, era stata lei.

«Andrà tutto bene, hai tante persone che ti amano qua. Ti staranno sempre vicino e ti aiuteranno sempre» le disse Alaya, abbozzando un sorriso.

La malinconia nel suo sguardo le strinse il petto, lo stomaco, tutto il corpo. Il sacrificio era doppio, la sofferenza condivisa. Doveva farsi forza, crollare non era ammesso, se l'era promesso. Era difficile, ma ora doveva affrontare la realtà.

Non aggiunsero altro, lasciarono i fuochi scoppiare in aria, con i loro colori. La presenza dell'una confortava l'altra, bastava, per il momento.

Tre botti a vuoto e il cielo rimase scuro, nero pece. Che spettacolo breve era stato.

L'aria mancò, per poco, man mano che la consapevolezza saliva. Doveva affrontare il momento, il loro epilogo.

Dei passi le raggiunsero, loro si voltarono. Erano i loro genitori, con i bagagli di Alaya, con i loro pegni, che avevano dato loro prima, in un breve incontro alla fiera. Vicino, un terzo elemento estraneo alla famiglia, alieno. Un giovane snello, troppo per la norma, bianco di pelle, occhi azzurri chiaro; due colori freddi, uniti nei suoi capelli sottili. I tratti del volto erano simili ai loro, ma diversi. In quella sottigliezza c'era qualcosa di inumano, qualcosa che aveva sempre caratterizzato anche Alaya. Anche senza le vesti straniere, era ovvio che fosse diverso. Era quello che tutti avevano sempre visto in sua sorella?

«Scusate, abbiamo deciso di lasciarvi sole, fino a ora» disse sua madre.

Era pronta al pianto, come lei, forse come tutti. Lei sorrise, ringraziandola e perdonandola. Alla fine, la serata era stata quella prevista, per quanto amara.

«Ti avevo detto dopo i fuochi d'artificio e tu sei già qua, appena sono finiti» disse Alaya allo straniero.

C'era lieve irritazione nel tono, forse avrebbe desiderato qualche istante in più. Pochi e miseri istanti, ma sarebbero bastati.

«Se dipendesse da me, non ti avrei messo tutta questa fretta. C'è già stata una posticipazione, per questa settimana. Gli altri sono leggermente indisposti, per ciò.»

Alaya sospirò, rassegnata: il destino chiamava, doveva andare. Accennò un moto e lei le afferrò il polso. Come poteva lasciarla andare? Non ne era capace. Era debole, la forza era stata solo una finta.

Non disse nulla, la fissò, lasciando i suoi pensieri al suo sguardo. Alaya ricambiò, silente, e lasciò scivolare la mano, per stringerla nella sua. La portò con sé, con calma, rispettando i suoi tempi, verso l'inevitabile.

Raggiunsero i loro genitori e Alaya lasciò la presa. Si strinse a loro, in un unico abbraccio, il più caloroso di tutta la sua vita. Troppo voleva dire e poco riusciva a comunicare. Quello poteva bastare, l'aveva imparato da lei.

Sua madre pianse, suo padre si trattenne, ma la strinse con forza, a trattenerla ancora e per sempre nei suoi ricordi.

«Grazie mille, per tutto. Non potevo sperare in una famiglia migliore» disse loro Alaya.

C'era commozione nella sua voce, mal celata. Per una volta stava lasciando parlare i sentimenti. Alaya si staccò lentamente, dando tempo ai loro genitori, lasciando pure loro accettare tutto con calma. Poi si voltò verso di lei. Fece un passo, ma lei l'anticipò.

Si gettò su sua sorella e la strinse, con tutte le sue forze. Anche lei voleva imprimerla nella sua memoria, dentro di sé. Non trattenne le lacrime, lasciò che bagnassero il suo volto, i suoi vestiti, l'abito di Alaya, la sua pelle.

«Resta con me, ti prego» sussurrò, come remota preghiera, un desiderio impossibile.

L'istinto aveva parlato, quanto l'aveva fatto tacere finora. Aveva vinto la tristezza, conducendo con sé la sincerità.

Alaya ricambiava e tremava, come i battiti del suo cuore. Quanto dolore lei invece stava sopprimendo ancora.

«Io starò sempre con te. Anche se non sarò al tuo fianco, sarò nei tuoi ricordi. Saremo vicine, nei nostri animi, nei nostri cuori. Farà male all'inizio, ricordare, ma ci terrà unite, alla fine», le disse Alaya, staccandosi un po', fissandola negli occhi, «Tienilo bene a mente, Marija, per quanto saremo distanti, i ricordi... i ricordi saranno l'unica cosa che non ci potranno togliere.»

Annuì, tra i singhiozzi, con la vista annebbiata dalle lacrime. Le credeva, si fidava, era la più saggia tra le due. Però se non fosse proprio partita... ah, quanto è vero che tutti, in fondo, un po' egoisti lo sono.

«Fatti forza. Forse un giorno ci rivedremo» disse Alaya, asciugandosi rapidamente una lacrima.

Quasi sorrise, a vedere quel gesto, a vedere quanto fosse sempre lei, quella creatura che mai avrebbe dimostrato apertamente i suoi sentimenti. Era così familiare, ancora per una volta.

«Promettimi che tornerai» la supplicò.

«Lo prometto.» disse Alaya, prima di allontanarsi, prima di chinarsi e prendere i suoi bagagli, il coniglio sproporzionato. Era già così lontana, eppure era ancora là, tra loro.

«Addio, sper davvero che ci rivedremo un giorno. Vi voglio bene, a tutti. Scusate se non ve l'ho mai detto prima, non ve lo meritavate.»

Furono le ultime parole di Alaya. Poi sparì, per sempre, con lo straniero, nel bosco, verso la loro nave, lasciando il silenzio, lasciando il vuoto sulla collina.

Cercò di asciugarsi le lacrime, impresa ardua. Sua madre si avvicinò e le cinse le spalle. Ricambiò, desiderando un po' di calore in una serata ormai fredda e spenta. Tutto cambiava ora, e loro tre dovevano accettarlo, affrontare il nuovo futuro. Eppure la speranza c'era ancora.

«Non vedo l'ora di rivederti, Alaya. Ti voglio bene pure io.»

Stay with Me - Krys Talk RemixHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin