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luna si svegliò di soprassalto.
si sentì un forte rumore per tutto il vicinato, e la ragazza imprecò.

il mio compleanno non poteva iniziare peggio di così, pensò mentre andava in bagno a farsi una doccia.
osservò bene il suo viso allo specchio.
aveva i capelli neri disordinati, che risaltavano ancor di più il colorito della sua pelle completamente bianca.

è il mio compleanno
e lui non c'è

pensò che forse si sarebbe fatto vivo nel pomeriggio, ma la paura che l'avesse rimpiazzata o dimenticata per colpa dei suoi genitori, era più forte di lei.
tirò su col naso, asciugandosi le poche lacrime che aveva versato, prima di lavarsi il viso.

voleva urlare, rompere qualcosa.
avrebbe voluto scappare verso il suo caravan, trovarlo e ricevere una qualsiasi spiegazione della sua assenza.

dopo tutto, si erano dichiarati entrambi.

luna pensò che eddie non fosse assolutamente il tipo che diceva ad una persona  'ti amo', per poi sparire.

l'ansia che l'avesse dimenticata la stava uccidendo, e la ragazza fù felice che il suono dell'acqua che scorreva riusciva a soffocare perfettamente i suoi singhiozzi.

sapeva che i suoi genitori l'avevano sentita piangere tutta la notte per eddie, e che quindi non avrebbe fatto differenza se adesso stava ancora male, come giusto che fosse, per il ragazzo.

la cosa che di più la distruggeva, era sapere che i suoi genitori non avevano capito eddie.
così come il resto della città.
luna pensò che nessuno meritasse quel ragazzo.

finì di vestirsi e scese al piano di sotto, dove sua madre e suo padre avevano stampato un grosso sorriso in volto.

la ragazza non riuscì a digerire quello spettacolo dopo quello che avevano fatto, ma sapeva che la situazione sarebbe solo andata a peggiorare se avesse detto o fatto qualcosa di sbagliato.

"buon compleanno tesoro mio"
la donna la tirò a sè in un abbraccio, per poi stamparle un bacio sincero sulla fronte.
suo padre la seguì subito dopo, accarezzandogli i capelli.

"grazie"
la corvina cominciò a sentire lo stomaco chiudersi, man mano che andava avanti con quella falsa

non odiava i suoi genitori, solo il loro modo di pensare e di giudicare le persone.

persone come eddie munson, ovviamente.

"sappiamo che questo regalo ti piacerà"
la madre prese il pacchetto che aveva poggiato sul tavolo, per poi darglielo alla figlia.

luna prese fra le mani il pacchetto, che era più leggero del previsto.
non appena lo aprì, rimase di stucco.

c'erano due biglietti andata e ritorno per new york.

new york era sempre stato il suo sogno, fin da bambina.
e adesso aveva l'opportunità di visitarla per ben tre giorni.

"oh mio dio-"

luna non riuscì a staccare gli occhi dai biglietti, mentre i genitori si scambiavano degli sguardi felici.

"sappiamo che sei grande adesso, e che hai portato a termine i tuoi studi con successo, come sempre. quindi questo è un regalo più che meritato."
la madre sorrise fiera, con gli occhi leggermente lucidi, mentre la loro figlia si tuffava nelle loro braccia.

su molte cose avevano ragione.
era cresciuta, ed era sempre stata una figlia esemplare, con una media impeccabile.

"i biglietti sono due, perché chiaramente non vogliamo che tu vada da sola. quindi potrai decidere se portare dustin o mike con te"
il padre si aggiunse, spettinando la ragazza di tanto in tanto.

"giusto. perché non glielo dici dopo la festa?"

luna guardò sua madre confusa.

"festa? quale festa?"

"la festa del tuo compleanno ovviamente"



nonostante le mille suppliche di luna per annullare la festa, fù tutto inutile.

sua madre invitò alcuni compagni di classe, chiaramente quei pochi che luna frequentava, tra cui ovviamente mike e dustin, che erano seduti sul divano con la festeggiata.

dustin faceva roteare l'ombrellino sul suo punch, mentre pensava ad un modo per far sorridere la ragazza di fianco a lui.
mike, invece, era a braccia conserte, lanciando ogni tanto occhiate fuori alla finestra.

dopo qualche ora i ragazzi avevano lasciato l'abitazione, e gli unici rimasti erano loro tre.

"buonanotte allora, mi raccomando non fate troppo tardi"

la madre di luna salutò i tre ragazzi, ancora seduti sul divano, mentre andava al piano di sopra per riposare.

la ragazza non aveva toccato cibo, e anche se apprezzava la compagnia dei due ragazzi, si sentiva di pessimo umore e avrebbe solo voluto che quelle giornata finisse.

"è ora"

mike guardò dustin che annuì con il capo.

"scusa, è ora per cosa?"
luna lì guardò confusa, mentre loro si alzarono dal divano allo stesso tempo.

"è ora di andare, le nostre mamme ci uccideranno, auguri ancora luna"
mike trascinò dustin fuori dall'abitazione, sotto lo sguardo confuso della ragazza, che nel frattempo si era alzata dal divano per prendere un pò d'acqua.

la ragazza stava quasi per andarsene a dormire delusa, quando un suono a lei familiare la fece sussultare.

era una chitarra.

luna uscì in fretta di casa, con il cuore a mille e quello che vide la lasciò senza fiato.

eddie era a pochi metri da lei, con la sua chitarra fra le mani.

indossava una camicia nera aderente, e un jeans anch'esso nero con i suoi soliti anelli.

luna era senza fiato, mentre i suoi occhi lucidi si illuminarono alla vista di eddie che suonava solo per lei.

la melodia che aveva sentito poco fa, si tramutò piano piano in una canzone, che la ragazza non conosceva.

eddie si muoveva esperto sulle corde, mentre la sua testa andava a ritmo con i suoni.
era diventato un tutt'uno con la musica, e sperava che tutto il vicinato lo sapesse.

i piedi di luna erano fissi al suolo, mentre si godeva il meraviglioso spettacolo che il ragazzo le stava regalando.

"che succede qui?"
la madre di luna, che si era svegliata per il frastuono, uscì di casa con suo marito, spalancando gli occhi e la bocca per la scena che gli si era presentata davanti.

luna non si accorse nemmeno della loro presenza.
lacrime di gioia caddero dal suo viso, mentre i suoi occhi erano fissi sul ragazzo che era a pochi metri da lei.

non mi ha dimenticato.
è qui, davanti a me.

dopo qualche istante la canzone finì, ed eddie si avvicinò alla ragazza, ansimando.

d'un tratto tutto si fermò.

i loro occhi si incontrarono dopo giorni, che ai due sembravano anni.

entrambi sorrisero consapevoli di ciò che stava accadendo.

"buon compleanno piccola"

eddie la baciò e luna si sentì in paradiso.


















spazio me:

hey, come state?
spero tutto bene<3

spero di aver scritto bene questo capitolo, perché fino ad adesso era quello a cui tenevo di più.

fatemi sapere cosa ne pensate.<3

-Syria




𝖜𝖊𝖑𝖈𝖔𝖒𝖊 𝖙𝖔 𝖍𝖊𝖑𝖑𝖋𝖎𝖗𝖊 | eddie munsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora