2. " Che stronza!"

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Osserva il suo termos del caffè bianco a pois rossi e sorride. È infantile lo sa bene, ma ha un valore affettivo, è un regalo di sua nonna.
Un altro anno accademico sta per avere inizio e lei è felice di ritornare a scuola. Adora il suo lavoro e ama i bambini, anche se deve ammetterlo alcuni di loro mettono a dura prova la sua pazienza, ma quelli sono i rischi del suo mestiere.

Si specchia un'ultima volta nel finestrino dell' auto, si sistema il tailleur con le dita ed esce dal parcheggio riservato ai docenti.

Santo e benedetto!!!

Così si sarebbe risparmiata di incrociare i genitori che accompagnano i figli a scuola, non correndo il pericolo di incontrarlo...

Il ticchettio dei suoi tacchi è l'unica cosa che risuona nell'aria oltre al vociare lontano dei bambini, che aspettano l'apertura dei cancelli per recarsi ognuno nelle proprie aule.

Grace le va incontro, è raggiante. Il suo caschetto rosso è ben pettinato e la sua camicetta è aperta più del dovuto sullo scollo.
Le sorride in segno di saluto,ma lei le arpiona il braccio e la volta nel senso opposto.
'Grace...io'
'Vieni con me e non fiatare' la trascina verso i cancelli in direzione della calca di genitori e alunni.

No! No, no!
Lei aveva studiato il suo piano e tutto stava andando per il verso giusto. Era scesa dall'auto e l'unica cosa che avrebbe dovuto fare era camminare spedita verso l'ingresso e invece era finita con il ritrovarsi difronte all'uomo che le aveva rubato il sonno per l'intero weekend.
Perchè si, le costava fatica ammetterlo ma si era toccata pensandolo ogni sera dopo il loro incontro.

<Dottor Palmer, che piacere rivederla.>
Alza gli occhi al cielo mentalmente a quella affermazione civettutola di Grace.
Aidan è un uomo bellissimo e pieno di fascino. Non la stupisce che metà delle donne presenti nel cortile se lo stia mangiando con gli occhi.

<Bel termos...> si avvicina a lei approfittando del fatto che Grace si sia distratta a parlare con una mamma <mio figlio ne ha uno identico> aggiunge con un ghigno divertito.

Brenda lo osserva stizzita, per fortuna Grace riprende in mano la situazione < allora dov'è il giovanotto?> Domanda con enfasi.

<Non essere timido> il tono di voce della follia si fa più dolce. Una testolina nera spunta da dietro alla sua gamba seguita da un paio di occhioni azzurri.
Brenda rimane incantata, sembra che abbiano preso un pezzetto di cielo e l'abbiano messo in quello sguardo così dolce ed ingenuo.

Non perde tempo, si piega sulle gambe in modo da essere alla sua altezza <ciao piccolo, io sono Brenda e tu come ti chiami?> chiede con dolcezza.
Le sue guanciotte si tingono di rosso, si porta un dito tra le labbra mordicchiando la punta, è così tenero.
Lo scruta con attenzione in attesa che parli, è identico ad Aidan fatta eccezione per il colore degli occhi.

<Forza campione, di il tuo nome alla maestra Brenda>  accarezza quell'appellativo con la sua voce roca, scandendo il suo nome con una lentenza straziante e per poco non sviene la per terra.

<Brandon> balbetta con la sua flebile vocina.
<Bene Brandon, ti va di raggiungere la tua aula insieme a me?> Si solleva e gli tende la mano che lui afferra titubante, saluta suo padre con un cenno della mano e si allontanano.

Sospira soddisfatta, ce l'ha fatta.
Dietro quel suo gesto di gentilezza, però era nascosta la sua voglia impellente di allontanarsi da quell'uomo. Se ne vergogna, ma era necessario.

<Bene piccolo questa è la tua classe, io sarò da voi alla terza ora> lo aiuta a sistemarsi e saluta Cindy, sua collega e maestra di storia.

Cammina spedita verso l'aula dove i suoi alunni di seconda la stanno aspettando. Si stampa un sorriso raggiante sulle labbra.
Bene che la giornata abbia inizio.

BrividiOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz