Capitolo 7

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"Va bene, Rose. Ci penserò io" disse William.

Dove diavolo era finita? Iniziò a girare per tutto il castello. Passò nella sua stanza, nella biblioteca, nella cucina e in tutte le altre stanze che le aveva mostrato. Si ritrovò a uscire in giardino e lì incontrò la guardia reale.

"Gregor, avete visto lady Catherine?"

"Sì, principe, ha detto che sarebbe andata a fare una passeggiata, però non ho visto dove si è diretta".

William pensò per un secondo, poi si diresse verso le scuderie e salì in groppa al suo cavallo nero. Fece schioccare le briglie e si diresse verso il bosco. Sapeva che non sarebbe riuscita a lasciare la proprietà così facilmente, così si diresse nell'unico luogo in cui era quasi certo di trovarla.

Tirò le briglie, facendo fermare il suo cavallo, e scese dalla sua schiena, camminando verso la riva del lago, mentre non riusciva a togliere gli occhi dalla ragazza che nuotava al suo interno. Vide il vestito blu che indossava quella mattina abbandonato sulla sponda insieme al bustino che tanto odiava, mentre lei si divertiva ad andare sott'acqua e a rilassarsi, lasciandosi tenere a galla dalla forza dell'acqua.

Catherine andò sott'acqua per l'ennesima volta e, quando riuscì, si passò una mano sui capelli, costringendoli a rimanere indietro. Aprì gli occhi e solo in quel momento si rese conto di non essere più da sola.

"Il signor Wilson e la signorina Adams si sono lamentati della vostra assenza" disse William dalla riva.

"E hanno mandato voi a cercarmi?"

"Mi hanno informato, ma sono venuto a cercarvi di mia volontà. Perché siete andata via?"

"Avevo bisogno di fare una nuotata".

"E ora che avete nuotato vi sentite meglio?"

"Non ancora".

William rimase in silenzio per un istante.

"Cos'è successo?"

"Che volete dire?"

"Cosa vi ha fatta scappare in quel modo?"

"Perché dovrebbe essere successo qualcosa? Ve l'ho detto e ripetuto tante volte: non voglio stare qui. Quindi perché dovrebbe essere così strano che io voglia stare da sola in un luogo dove posso comportarmi come sono realmente?"

"Non avete bisogno di venire fin qui per essere quella che siete. Con me potete comportarvi normalmente, sapete che io non vi giudicherò".

Catherine rise e scosse la testa.

"Non potrete mai capire".

"Spiegatemelo allora. Vi ascolto" provò a convincerla.

"È una cosa troppo lontana da voi. Non è una cosa che si può spiegare, è una cosa che va vissuta per essere compresa e voi, nella vostra vita agiata, non l'avete mai vissuta".

William non riusciva a capire cosa intendesse. Appartenevano a due mondi diversi, ma l'aveva osservata e sapeva che loro due non erano così tanto diversi. Una folata di vento lo destò dai suoi pensieri.

"Per favore, ora uscite dall'acqua. Sta iniziando a fare freddo. Possiamo continuare questa conversazione davanti al fuoco".

"Mi portereste via dal luogo che mi rende felice?"

"Non lo farei mai, ma non vorrei nemmeno che vi ammalaste".

Catherine sbuffò. Una folata di vento freddo le colpì il viso bagnato e un brivido le corse lungo la schiena.

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