47 Distrutta

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Camilla - Giorno 1

8:04
Bellissimo come mesi fa a quest'ora ero tipo 'sono in ritardo cazzo' e ora è il momento in cui vado a dormire per i miei orari sballati.
Ho pianto tutta la notte ed ora ho un mal di testa allucinante, gli occhi gonfi e non faccio altro che pensare a lei.
Ho ancora il telefono in mano. Stanotte ho scritto a tante persone cercando un supporto e ora mi ritrovo Rebecca che si è svegliata da poco e mi scrive 'cazzo, mi dispiace un sacco, come stai?'
Nella mia testa si ripete tante volte sta frase, quasi a farmi venire la nausea. Come sto?
Felice perché ho appena finito la mia relazione tossica?
A pezzi perché non volevo andasse a finire così e continuavo a far di tutto perché la amavo troppo ed ora mi manca già da morire?
Rispondo 'Psicologicamente sono distrutta,
fisicamente sono stanca.'
Oggi è il giorno 1 della mia nuova vita senza di lei e mi sento una candela al vento, mi sto spegnendo.
Chissà lei come sta. Probabilmente sarà felice di essersi tolta questo peso dalla sua vita e quel peso ero proprio io. Un vero e proprio macigno, che le rendeva la vita impossibile perché chiedeva un po' di amore ed invece riceveva solo bugie. Posso capire, doveva essere così faticoso inventarsi una nuova bugia ogni giorno. Ha fatto bene a lasciarmi.
Con le lacrime ancora che rigano il mio volto, mi dirigo verso scuola solo per distrarmi anche se arriverò in ritardo. Non voglio stare in casa, non reggo. Rebecca appena mi vede mi abbraccia forte e mi chiede subito come sto.
"Te lo giuro, non lo so, mi sento come se non esistessi.
Sinceramente sono stanca, ho mal di testa,
non sono riuscita a dormire manco un po' stanotte.
Non so come sfogare cosa provo.
Mi sento patetica se inizio a mostrare
davvero cosa mi distrugge dentro."
"No, non sentirti patetica con me davvero. Puoi parlare di tutto quello che provi che sia rabbia o tristezza , non ti giudico e voglio che tu sia sincera, che stia bene." "Possiamo andare in bagno a parlarne? Non voglio che gli altri mi vedano in questo stato"
"Certo, andiamo"
Andiamo in bagno, anche se è un bagno diverso, mi ricorda che io e lei ci nascondevamo spesso qui e questo mi causa l'ennesimo pianto.
Rebecca mi tiene tra le sue braccia e mi accarezza la testa dicendo "va tutto bene, tranquilla, ci sono io"
Inizio a dire tutto ciò che mi viene in mente, con una difficoltà immensa nel parlare con le lacrime che continuano a scendere.
"É il peggior giorno della mia vita ed io ho avuto un sacco di giornate 'no'. Sembra che le colleziono, ma so che da oggi non sarà più lo stesso.

D'ora in poi non riuscirò a stare più bene facilmente, so che piangerò molto, continuerò a ricordarmi questo brutto giorno.
So che non passerà facilmente, so che farò tante cazzate solo per non pensarci più. Conoscerò tante nuove persone e mi accorgerò che nessuno sarà come lei.
So che piangerò molte volte nei bagni della scuola, anche senza un motivo in particolare, mi chiuderò a chiave e penserò a quanto quello che sto facendo sia inutile, solo perché tutto i miei progetti li iniziati per lei, solo per avere un futuro che avrebbe reso felice entrambe.
E so che credendoci solo io, vorrò spesso mollare, anche se ci dedicherò tanto tempo, tutte le settimane, ogni singolo giorno.
Ascolterò spesso le vecchie playlist, riguarderò le nostre foto, rileggerò i vecchi messaggi, penserò che lei non esista mentre continuerò a cercarla con lo sguardo tra tutte le persone.
Lo farò ogni singolo giorno.
Rimarrò delusa sempre.
Mi sentirò a pezzi quando mi parleranno di lei, odierò chi mi parlerà di lei.
Non chiederò notizie su di lei. Se volessi avere sue notizie, le vorrei sentire solo da lei e non dagli altri.
Passerò le giornate a cercare di tenerla fuori dalla mia testa, per poi accorgermi che dalla mia testa non uscirà per molto tempo.
Mi sentirò pazza, penserò di essermela inventata pure dopo averla vista o dopo un suo messaggio.
Ogni luogo mi ricorderà lei, cercherò la nostra data e i suoi 'forever', ma sarà come cercare i 'ti amo' che disegnava sui vetri appannati, perchè sono stati tutti cancellati. Ho sempre desiderato qualcuno che facesse sti gesti ogni volta che ne avrebbe avuto l'occasione e proprio per questo che farà più male di tutte.
Riceverò spesso 'come stai?' da tutte le persone che ho vicino, mi scriveranno in tanti 'sei forte', 'sei una bellisima ragazza', 'troverai qualcuno di migliore', 'non ti merita', 'non sei da sola', 'arriverà qualcuno e ti renderà davvero felice' e poi mi lasceranno tutti da sola, perchè le persone ci sono ad intermittenza, nessuno resta mai per davvero.
Mi sentirò spesso di troppo, mi isolerò da tutti, toglierò i social, ci tornerò, cercherò di capire che il dolore che ho dentro, lo sento solo io ed a nessuno importa veramente.
Ogni notte sarà sempre più difficile addormentarsi, la sognerò, penserò a come sta. Chissà se pure lei si sentirà persa come mi sento io, chi sa se qualche volta mi penserà come farò io, chissà se riguarderà le nostre foto, chissà se rileggerà i nostri messaggi o i miei poemi, sono sicura non lo farà.
Tutto ciò che riguarderà me si troverà in un cassetto, sotto un mucchio di cose ci sarò io.
Dimenticata tra le cianfrusaglie, come i giocattoli vecchi che non guarda più.
Non mi cercherà più, non la cercherò più, non le importerà più, fingerò non mi importi più.
Non sarà per niente facile, questo giorno sarà una catena di brutte giornate e la maggior parte di esse non vorrò viverle senza lei, per questo resterà nella mia mente anche se ogni singolo pensiero dirà 'allontanala', anche se non voglio davvero

questo, ma farà sempre male pensare che prima eravamo un 'noi'. Non mi ama più.
Se mi amava davvero,
sarebbe restata,

ma lei ha scelto di andarsene, di distruggermi,
di fregarsene di me
e quindi si

le sue promesse non si avvereranno mai,
perché non mi ama più."
Rebecca mi ascolta paziente e continuando a farmi dei grattini sulla testa per calmarmi, sono felice che lei sia qui e non mi lasci da sola.
Alle 14 esco da scuola e mi metto a dormire, sono veramente in pessime condizioni. "Salterò pranzo, non ho fame."
Dico a mia madre prima di sdraiarmi sul letto.
Mi sveglio alle 22 perché mio padre sbatte la porta della mia camera.
"Stai ancora dormendo?"
"Si"
"Li hai fatti i compiti?"
"Devo finirli, oggi non sono riuscita a farli"
"Certo hai dormito tutto il giorno"
"Non riesco a concentrarmi oggi"
"Non riesci mai in niente"
"Già, hai ragione"

Chiude la porta e se ne va incazzato.
"Grazie del supporto" sussurro per non far sentire l'ironia.

Fidati di meWhere stories live. Discover now