Capitolo 1

22 5 3
                                    

~Il silenzio è meglio di tante parole insignificanti.~
Pitagora.

Il bello di passare completamente inosservato?
Posso tranquillamente analizzare le persone senza che se ne rendino conto e, non per vantarmi, ma sono diventato piuttosto bravo in questo.

Così, mi guardo intorno. C'è tantissima gente, tutti con i propri gruppetti. Ci sono mamme che si raccomandano con i figli, figli che si lamentano con i genitori, amici che si abbracciano e tanto altro.

Sono sempre stato molto silenzioso, così, fin da quando ero piccolo, mi diverto ad osservare le persone ed immaginare la loro vita.

Trovo affascinante che ognuno di noi sia il protagonista della propria storia ma anche la comparsa in altre.

Io sono il protagonista di una storia tranquilla, sono quel tipo di protagonista che condivide il ruolo con qualcun altro, tanto da non farti capire realmente chi è il vero protagonista.

Proprio come ora, tutti che salutano i propri parenti tranne io.

Molti probabilmente non mi hanno neanche notato. L'unico che l'ha fatto, anche se fa finta di nulla, è il mio migliore amico che ora sta parlando con una ragazza.

Sono in un angolino con il cappuccio della felpa in testa e gli auricolari nelle orecchie.

Questo è il mio mondo. Tutto quello che non dico a parole, lo dico con la musica. Perché lei è l'unica che c'è sempre, forse anche perché quando ho un problema tendo a chiudermi a riccio e non parlarne.

A volte mi chiedo come faccia Jake ad essere il mio migliore amico. Lui che è una delle persone più chiacchierone del pianeta, lui che ama stare tra le persone.

Una sola cosa condividiamo e la custodiamo gelosamente: la musica.

Non abbiamo bisogno di parole per capirci, non ne abbiamo mai avuto.

Forse, siamo così tanto legati e gelosi di quell'insieme di note, perché è grazie a lei se ci siamo conosciuti.

Eravamo piccoli, lui e la sua famiglia si erano appena trasferiti nella casa a fianco a noi ed erano venuti a conoscerci, o meglio, conoscere i miei genitori e le mie sorelle, visto che io non mi ero neanche degnato di scendere.

Mi ricordo che ero in camera a suonare il piano, quando lui è entrato nella stanza e, senza dire nulla, si è seduto al mio fianco, in silenzio.

Quel giorno aveva iniziato a formarsi quest'amicizia, basata solo sui gesti e quasi mai sulle parole.

Ogni giorno lui arrivava, si sedeva affianco a me mentre suonavo, mi ascoltava in silenzio e poi alla fine, senza dire una parola, usciva.

Ho scoperto il suo nome solo sentendo parlare i miei genitori e in dodici anni non ci siamo mai detti "ti voglio bene". Semplicemente, non ce n'è mai stato bisogno.

Molti pensano che il nostro sia un rapporto finto, ma la realtà è che troviamo le parole superflue, in questo rapporto.

Per esempio, so che adesso lui vorrebbe avvicinarsi e salutarmi, ma non lo fa perché sa che la mattina preferisco stare solo, soprattutto se è il primo giorno di scuola. Così, lui rimane lì, ad ascoltare le infinite chiacchere di una ragazza che io so stargli completamente antipatica.

Questa è la nostra amicizia, questa è l'unica amicizia che io abbia veramente. Gli altri sono più amici di Jake con cui esco anch'io.

Dato che alla fine ho pietà per le orecchie del mio amico, decido di avvicinarmi a loro.

Quando Jake mi nota, sorride ampiamente e io so che mi sta ringraziando in silenzio.

«Ciao Josh, com'è andata l'estate?»

Mi prende sotto braccio come due vecchiette ottantenni e mi porta il più lontano possibile da lì, lasciando perdere completamente la ragazza che stava ancora parlando.

«Okay, ora che siamo abbastanza lontani, staccati.»

«Che noia che sei, ero serio prima. Com'è andata l'estate?»

«Come tutte le altre.»

«Vedo che il tuo caratteraccio non è passato.»

«Tu, invece, sei ancora più fastidioso di prima.»

«Capito. Vuoi stare solo. Ci becchiamo a pranzo. Ciao.»

Jake si allontana e io mi siedo con la schiena contro il muro, guardandolo andare via.

Guardo il cielo e l'unica cosa che riesco a pensare è: «Neache lui si rende conto che ho talmente tanto da dire da poter riempire pagine e pagine. Chissà se esiste o esisterà mai qualcuno in grado di capirmi realmente.»

Perché, Jake è il mio migliore amico, ma proprio il nostro essere così diversi, ci porta a non capirci a pieno.

Perché il silenzio può significare più di mille parole, ma non tutti lo comprendono.

Cup of loveWhere stories live. Discover now