Capitolo 3

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~Non abbassare mai lo sguardo. Tienilo sempre in alto. Guarda il mondo negli occhi.~
Helen Keller.

Guardo il tramonto da una scogliera, sotto di me sento il rumore dell'oceano che sbatte contro la roccia e questo mi tranquillizza.

Guardando l'orizzonte, mi rendo conto di quanto sia grande il mondo e molte volte mi viene in mente di prendere e scappare in un posto dove nessuno mi conosce. Dove posso essere chi voglio, posso rifare tutto da capo, ma poi il pensiero che finirei come ora mi blocca. Che senso ha scappare per tornare ad essere quello che già sono?

Così, semplicemente, rimango fermo a guardare l'orizzonte, senza muovermi, lasciando che la leggera brezza mi scompigli i capelli e che il rumore del mare mi accompagni nei miei pensieri.

«Ehi, ciao.»

Mi giro infastidito per controllare chi è che mi ha disturbato e davanti mi trovo una tenera bambina.

I suoi capelli biondi sono legati in due teneri codini, i suoi occhi verdi mi scrutano curiosi ed io non posso fare altro che sorridere.

«Ehi piccola, cosa ci fai qui?»

«Questo è il posto in cui la mia mamma e il mio papà si sono innamorati.»

«Sí?»

La bimba si siede affianco a me e guarda anche lei il tramonto che stavo guardando poco fa.

«Sí. Papà mi dice sempre che si sono baciati per la prima volta qui e che solo le stelle sono testimoni del loro amore. Il mio papà viene qui ogni sera e guarda le stelle.

La nonna dice che lui viene qui per rivivere quei momenti, io so che viene qui per cercare la mia mamma tra tutte quelle stelle.»

«Cercare la tua mamma?»

«Sí, lei è volata tra gli angeli un anno fa, un brutto male cattivo l'ha sfidata e lei non è riuscita a vincere. Da quella sera papà viene qui ogni volta per cercare la mamma. Io sono venuta qui perché ho qualcosa da dirle.
So che alla mamma piaceva molto il tramonto, così, sono qui ora perché credo sia il momento più adatto.
Devo dirle che io la considero ancora la mia eroina, anche se ha perso una battaglia.»

«Sono sicuro che la tua mamma ti ha sentito ed è molto fiera di te.»

La bambina mi guarda e poi sorride.

«Sai...a volte vorrei che lei avesse vinto quella battaglia, così che mi possa raccontare ancora le favole della buonanotte, ma soprattutto lo vorrei perché non voglio più vedere il mio papà triste.

Lui pensa che non sappia che sta male, ma io lo so. Lo vedo ogni sera mentre piange guardando le foto della mamma e vorrei andare ad abbracciarlo, ma ho paura che mi sgridi.»

«Sono sicuro che lui sarà felice di sapere che può contare su di te.»

Lei mi sorride, poi si alza, si pulisce il vestitino leggermente sporco e mi guarda.

«Mi accompagni a casa? Fra poco sarà buio ed io ho paura dei mostri.»

Forse per la prima volta dopo tempo, faccio un vero e proprio sorriso e annuisco.

Mi stringe la sua manina tra la mia e inizia a camminare verso una casa poco distante.

Quando il padre la vede, le corre incontro spaventato e poi mi ringrazia per averla portata a casa.

Io gli sorrido e noto la bambina farmi un occhiolino.

Non so come definire questo incontro, ma sicuramente mi ha destabilizzato.
Quella bambina è tanto speciale, quanto intelligente ma anche un po' strana.

Lei ha avuto il coraggio di fidarsi di uno sconosciuto perché doveva dire una cosa alla sua mamma, una cosa che che non era mai riuscita a dirle. Così, pur di farlo, si è fidata di me.

Chissà perché mi ha raccontato la storia dei suoi genitori. Questo non lo capisco.

Sto per andarmene dalla scogliera alla quale ero tornato, quando vedo che la bambina sta tornando indietro, questa volta accompagnata dal padre.

Quando mi vede sorride e mi corre incontro. Io mi abbasso al suo livello e lei mi dice: «Mi sono dimenticata di dirti una cosa...il finale della storia, quella dei miei genitori.
Il mio papà e la mia mamma si sono amati molto, mio papà voleva chiederle di sposarlo ma aveva troppa paura, così si disse di aspettare, che c'era tempo.
Quando finalmente si era deciso, mamma si è ammalata e non hanno più potuto coronare il loro sogno.
Volevo dirti di non fare lo stesso sbaglio.
Il mio papà ha aspettato troppo, tu non farlo.
L'ho visto che hai qualcosa da dire al mondo.
Io l'ho capito che vorresti soltanto essere ascoltato, ma se non parli, nessuno saprà mai quello che hai da dire, perché a nessuno piace ascoltare il silenzio.»

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