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POV RYAN

Sono nel mio ufficio a revisionare dei documenti prima della partenza.

<< Ryan che stai->> la mia ragazza si palesa davanti alla porta, ma si blocca quando mi vede dietro la scrivania.
<< Tra 2 ore partiamo, ricordi?>>
<< Certo che lo ricordo. Sto controllando solo una cosa, tranquilla non tarderò.>>
<< Okey ma potrem->> la suoneria del mio cellulare blocca la sua frase.

<< È il cliente con cui stiamo trattando.. speriamo siano buone notizie.>> rispondo al cellulare in fretta facendo segno con la mano a Grace di aspettare un momento.
<< Salve signor Carpenter. Certo i documenti sono pronti. Si. Certo. Adesso? Non poss-. Okey va bene. Ci vediamo tra 15 minuti.>>

Mi alzo dalla sedia prendendo la cartella piena di fogli, per poi avvicinarmi alla mora che mi sta fissando confusa.

<< Dove vai così di fretta?>>
<< Il signor Carpenter mi ha comunicato che dovrà partire domani per raggiungere la sua azienda in Europa per qualche mese, e mi ha chiesto di firmare adesso i documenti. Non ci metterò molto.>>
<< Sei serio? Tra qualche ora partiamo per la nostra vacanza e tu proprio adesso devi correre dal tuo cliente?>> il suo tono è arrabbiato, ma non posso biasimarla, anche io non voglio andarci adesso ma non posso aspettare mesi prima di avere la sua firma, anche perché potrebbe cambiare idea.

<< Grace hai ragione ma non ho altra scelta. Ti prego non litighiamo, arriverò in tempo.>>
<< Lo spero per te.>>
Le do un veloce bacio a stampo e dopo aver indossato il cappotto esco di casa e una volta in macchina metto la marcia e parto.

Una volta lì, la governante mi fa entrare nella maestosa e lussuosa casa in cui trovo ad accogliermi il mio cliente.

<< Buonasera signor Wilson, è un piacere vederla. Prego si accomodi, le offro qualcosa di caldo.>>
<< In realtà sarei un po' di fretta.>>
<< Oh andiamo. Giusto qualche minuto.>>

Mi accomodo sul divano in pelle e appoggio sul tavolino i documenti.
Parliamo per un po' del più e del meno mentre beviamo un tè caldo.

<< Mi dispiace averla fatta correre qui, ma temo di non avere più tempo per i prossimi mesi, visto il lavoro che mi attende in Europa.>>
<<Non si preoccupi, i documenti erano già pronti, quindi non resta che firmare.>>
<< Si certo, ma prima vorrei farti anche io una proposta: che ne diresti se ti cedessi la mia quota alla MAE?>>
Sono basito della sua offerta. Quella società si occupa di pubblicità ed è una delle più importanti degli Stati Uniti.

<< Come mai vuole darle a me? So che ha avuto molte offerte anche piuttosto generose, ed ora vorrebbe addirittura cedermele?>>
Lui mi sorride, un sorriso spontaneo, senza malizia o doppi fini.

<< Le avevo promesse a tuo padre, anzi al suo successore. Avrei aspettato fino a quando non saresti diventato capo dell'azienda, ed ora quel momento è arrivato. So che hai stoffa ragazzo, l'ho capito già tempo fa, ma non avevo intenzione di dare altro potere a tuo padre.>>
<< Capisco. Beh la ringrazio, ne parlerò anche col mio socio e le farò sapere.>>
<< Vedi? Sei perfetto per gli affari e anche come socio ragazzo mio.>>
<< La ringrazio.>>

<< Oh accipicchia sono le 8 e tra poco devo essere con mia moglie in un ristorante. Firmo immediatamente i documenti.>>
Guardo l'orologio con gli occhi di fuori: sono nella merda, tra 10 minuti abbiamo il jet e io sono ancora qui.

Appena finisce di firmare raccolgo i documenti e lo saluto, per poi affrettarmi ad entrare in macchina e mettere in moto.
Mancano circa 400 metri ma sono costretto a fermarmi a causa di un cazzo di semaforo rosso. Conto i secondi che sembrano non passare e quando finalmente scatta il verde, affondo il piede sull'acceleratore.

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