12) Io sono il tuo capo

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Vado a lavorare col morale sotto i piedi, e a questo punto mi chiedo se convenga che continui ancora o se sia meglio mollare tutto...

La mia mente non ha mai smesso di elaborare mille pensieri e informazioni alla volta, da quando Christopher è uscito di casa. Ho la testa che scoppia e mi impedisce di concentrarmi su quello che sto facendo.

Richard ha notato subito qualcosa di strano in me, adesso parla con Michael vicino al palco e allo stesso tempo mi tiene d'occhio in maniera preoccupata, mentre io mi limito a girovagare per il locale con aria persa.

Detesto la sensazione di vuoto che pervade il mio corpo ogni qual volta accade qualcosa di negativo nella mia vita. Non importa quanto effettivamente sia grave, persino una piccola scossa mi riduce in questo stato.

Litigare con Christopher non è solo una piccola scossa, però. È un terremoto che mi depriva della mia vitalità. E, talvolta penso, anche della mia personalità.

Senza rifletterci mi dirigo verso la zona bar, e chiedo a Steve di prepararmi qualcosa di forte. So che non potrei durante il mio orario, ma sono a fine turno e mi serve assolutamente qualcosa che mi tiri su.

O magari sto solo tentando di farmi licenziare inconsciamente.

-Cavolo- commenta lui scrutandomi attentamente, mentre versa un liquido azzurro nel mio drink. -Sei uno straccio-

-Lo so, Steve, per questo voglio bere-

Mi rivolge mezzo sorriso, facendo scivolare verso di me il bicchiere riempito fino all'orlo. -Allora bevi in fretta, non vorrei mai che capo Martinez ti licenziasse-

-Forse sarebbe meglio- Mi stringo nelle spalle, rimescolando il drink con la sua cannuccia fino a formare un vortice costante che risucchia la mia attenzione.

La risata improvvisa di Steve mi fa trasalire. -Questa non me la bevo, Nailea. Tu adori questo lavoro, non fai altro che ripeterlo a chiunque. E ho notato come ti diverti con Richard.-

-Forse perchè non riesci a staccarle gli occhi di dosso- replico con una frecciatina.

-Ah! Ti prego. Una come Richard non mi potrebbe interessare nemmeno tra un milione di anni, siamo troppo diversi. Lei è sempre agitata. Io sono calmo, ho bisogno di pace. Lei invece è quella che la distrugge la mia pace. Per non parlare del fatto che è estremamente...-

-Attraente?- lo imbocco, ridendo tra me e me.

Steve mi fulmina con lo sguardo e la cosa mi diverte. -Fastidiosa. Proprio come te- scuote un cucchiaino appena lavato nella mia direzione, schizzandomi addosso tante goccioline d'acqua.

-Ah, ti ringrazio!- Entrambi ridiamo, e per un attimo mi sento più spensierata di prima. Per lo meno finchè Steve non lancia un'occhiata preoccupata dietro alle mie spalle, intimandomi con gli occhi di stare attenta, mentre lui si ricompone e ricomincia a lavorare.

-Dios mío, ¿no puedes esperar a terminar de trabajar?- Ander compare dietro di me e si appoggia con l'avambraccio al bancone del bar.

Lui è vestito in modo impeccabile, e sempre rigorosamente total black. Io invece non mi degno neanche di nascondere la gobba mentre sono seduta su uno degli sgabelli in lingerie.

-Eh?- biascico senza alcuna grazia, e intanto allungo un braccio per afferrare nuovamente il mio drink.

-Immagino tu abbia finito il tuo turno- con uno scatto delle sopracciglia mi fa capire che allude al mio alcol e che la cosa non sembra andargli molto a genio.

-Che stupido!- interviene Steve in mio soccorso. -Questo cocktail non era per Nailea, l'ho appoggiato qui per sbaglio- fa per riprenderselo ma io glielo sottraggo.

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