Yoann si guardò i palmi delle mani, come se ancora stentasse a credere al potere di cui il loro proprietario era stato capace.
D'altro canto, non era l'unico che stava ancora cercando di metabolizzare l'accaduto. Era successo tutto troppo in fretta. Prima l'arrivo improvviso degli Arkonanti torinesi, lo sgomento provato nel trovarli proprio lì, a Barcellona, che aveva, in un certo senso, frantumato in mille pezzettini l'aria di vacanza che si era respirata in quei giorni; poi l'attacco di Sandy, gli spasimi di Liss in fin di vita e le minacciose parole di morte pronunciate da Hel, i quali continuavano a scorrermi davanti agli occhi e a ripetersi ininterrottamente nelle mie orecchie come un disco rotto; infine la gigantesca onda creata da Yoann, la quale, oltre a Isidoro e Cosimo, aveva spazzato via tutto il resto, lasciandomi in uno stato di confusione totale, che in parte persisteva ancora adesso che eravamo tornati a riva.
«Io... non so come sia stato possibile. Cioè, non immaginavo minimamente di poter fare una cosa del genere...» continuava a ripetere Yoann, passandosi in continuazione le mani tra i capelli, in evidente difficoltà.
Mamma e papà si trovavano a breve distanza, intenti a chiacchierare pacificamente tra loro sotto gli ombrelloni, semidistesi sui loro sdrai, eppure del tutto ignari della nostra presenza dal momento che ci eravamo resi invisibili ai loro occhi per non destare troppi sospetti e per poter parlare più liberamente.
«E allora come diamine hai fatto? Ti rendi conto che quello non è il tipo di cebrim che si impara da un giorno all'altro?!» strepitò Liss in risposta. Nonostante cercasse di nasconderlo, era evidente, dal colorito e dagli occhi arrossati, quanto fosse ancora scossa da ciò che era accaduto con Hel.
«In ogni caso, grazie» disse all'improvviso Padma, «mi hai salvato la vita, prima».
La ragazza aveva abbassato lo sguardo con un sorriso intenerito e imbarazzato che le arrossava lievemente il viso.
«Già, e forse non avresti dovuto» intervenne arcigna l'islandese lanciando un'occhiata velenosa alla sua acerrima nemica, prima che l'altro avesse la possibilità di rispondere.
«Liss, non è il momento, per favore» la fermai. Per quanto fossi molto dispiaciuta per quello che le era appena accaduto, l'ultima cosa che desideravo era che si mettesse a riaprire vecchi discorsi inutili e privi di senso già conclusi in passato e su cui era inutile tergiversare ulteriormente. Avevo pensato che nell'ultimo periodo le due si fossero riavvicinate; invece, non si era rivelata altro che un'illusione. Eppure, quando Padma era stata in pericolo di vita, Liss non stava forse correndo verso di lei per tentare di salvarla?
«Allora, adesso cerchiamo di calmarci, okay?» ripresi, anche se quella che aveva più bisogno di calmarsi forse ero io stessa. «Non vedo cosa ci sia di male, Yoann ha sviluppato un nuovo cebrim dell'acqua particolarmente potente, e, a dir la verità, non me ne stupisco più di tanto, considerate le sue capacità già prima molto al disopra della norma!»
«No, tu non capisci. Quello che Liss intendeva dire prima, è che non tutti gli Ephuri sono in grado di sviluppare cebrim di quel livello» spiegò Padma, guardando Yoann.
«Vedi, il cebrim dell'acqua», esordì, «o meglio, del controllo diretto di essa, richiede una potenza mentale alquanto rara, perché si tratta di piegare al proprio volere qualcosa composto da una forte quantità di mens, che in un certo senso è come se fossero immortali, perché è dalle origini del mondo, ancor prima degli Eph, che circolano in modo continuativo preservando la vita e l'equilibrio fondamentale sulla Terra»
«Ma questo non vale un po' per tutti i mens?»
«Sì, ovvio, però... uffa, è complicarzigogolato da spiegare, ma diciamo che quando i mens, che ovviamente sono in continuo movimento, vanno a comporre un flusso che fa parte di qualche elemento naturale, che sia l'acqua, il vento, la terra, la forza di gravità e quant'altro, diventano una vera e propria potenza inarrestabile, anche per noi Ephuri. Ci è infatti impossibile fermare un tornado, bloccare un'eruzione vulcanica, o impedire a uno tsunami di abbattersi su una città, perché è qualcosa che va oltre la nostra comprensione e capacità di utilizzare i mens, che al massimo possiamo sfruttare per salvarci o salvare pochi altri. Per quanto ci siano accessibili, infatti, li possiamo sfruttare a nostro vantaggio solo per i piccoli cebrim che riguardano noi stessi o ciò che ci è vicino; tuttavia, solo gli Eph erano, a quel che si dice, in grado di modellare a loro piacimento la natura che li circondava, e un po' lo dimostra la caduta stessa di Ephurias».

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CEREBRUM ~ La figlia dell'inganno
Fantasy{ REVISIONE IN CORSO } L'Erede di Arkon è tornato. Il mio signore vi distruggerà, uno dopo l'altro. Questa è la vostra fine. (Estratto dalla storia) *** Piccole e grandi stranezze irrompono gradualmente nella vita di Livia Ferri. Peccato che lei sia...