[12] posso percepire la tensione tra voi due.

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Quella giornata era decisamente un cliché

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Quella giornata era decisamente un cliché. Funerale e pioggia.
Una combo che solitamente avrei adorato, ma la morte del sindaco era avvenuta in circostanze sospette. Ed io volevo e dovevo scoprirne di più.

Mi guardavo intorno osservando i volti di tutti i presenti alla celebrazione funebre. Tutti erano tristi, ma bisognava vedere oltre le maschere di dolore. Quando l'assassino si sarebbe fatto vivo, lo avremmo beccato di certo.

A risvegliarmi dai miei pensieri fu un'ombra nascosta dietro un albero. Si accorse che la osservavo e cominciò a correre, senza pensarci due volte la seguii, non curandomi di pozzanghere o rametti ribelli che mi sfregiarono la faccia.

Ad un certo punto mi fermai non vedendo più nessuno avanti a me. Girai su me stessa sperando di capire dove fosse finita quella sagoma. Quando sentii un rumore alle mie spalle, poggiai l'ombrello per terra e unii le mani, facendo nascere una scarica elettrica.

"Reattiva come sempre, mia protetta dai capelli rossi" all'udire quelle parole, capii tutto; subito mi girai con un grande sorriso sul volto.

"Zio Fester!"

[...]

"Questo posto è di un amico" disse Mercoledì aprendo la porta del covo di Eugene.

"Vi siete fatte finalmente un amico. Quel poveretto tornerà a casa in un sacco nero" commentò osservandosi intorno.

"Nascondiglio con vitto incluso!"

"Le api sono in letargo. Per Eugene sono come delle figlie"

"Perciò non devi mangiarle!" lo rimproverai quando stava per azzannare una di quelle povere creature.

"Mi era mancato il tuo sguardo di disapprovazione, sembri molto tua madre" l'uomo di girò verso di me posando l'animale.

"Agghiacciante" scrollai il capo.

"A proposito di cose terrificante, sapete che tipo dimostro avete di fronte?" chiese. Quando avevamo incrociato Mercoledì, mentre riflettevamo su dove nascondere nostro zio fuggitivo, gli avevamo parlato un po' della situazione in cui ci trovavamo.

"Non siamo riuscite a identificarlo" mia sorella cacciò dalla tasca del cappotto uno dei tanti schizzi di Xavier con sopra rappresentata la creatura.

"Si chiama Hyde" rispose iniziando poi a raccontare dove ne avesse visto uno. Una storia riguardante Zurigo, una donna di cui non avevo afferrato il nome, e il resto che onestamente non ascoltai.

"Nei libri qui non ho trovato nulla sugli Hyde" si innervosì Mercoledì uscendo da lì, lasciando solo me e zio Fester.

"E la biblioteca della Nevermore è ben fornita" dissi scrollando le spalle.

"Avete provato il diario di Nathaniel Faulkner?" mi girai verso di lui corrucciando le sopracciglia.

"Dov'è questo... diario?"

𝐁𝐥𝐚𝐜𝐤 𝐝𝐚𝐡𝐥𝐢𝐚┊𝙓𝙖𝙫𝙞𝙚𝙧 𝙏𝙝𝙤𝙧𝙥𝙝𝙚Where stories live. Discover now