[14] la pagherai in maniera lenta e dolorosa.

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Con il ritratto stretto al petto, percorrevo i corridoi della Nevermore per raggiungere la stanza di Mercoledì

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Con il ritratto stretto al petto, percorrevo i corridoi della Nevermore per raggiungere la stanza di Mercoledì. Quest'ultima ancora doveva tornare dal suo appuntamento, di conseguenza toccava a me controllare se Mano stesse sorvegliando il diario.

"Mano non puoi capir-" aprii la porta della stanza ma mi morirono le parole in gola quando vidi la camera messa a soqquadro: i fogli sparpagliati sul pavimento, la poltrona rovesciata, il violoncello di mia sorella buttato sul pavimento come uno straccio vecchio. Vi era solo una spiegazione plausibile per tutto ciò: cercavano il diario.

"Mano?" camminai verso il centro guardandomi intorno, e vidi qualcosa che mi fece gelare il sangue nelle vene.

"Mano!" era contro il muro con un coltello piantato nel palmo. Una volta raggiunto, tolsi l'arma ma sembrava non fosse cosciente quindi subito mi precipitai dallo Zio Fester per intervenire.

"Fester! Fester, aiutami! Mano non si muove" presa dal panico feci l'ingresso nella casetta di legno dove alloggiava, che poi era di Eugene, e riuscii a svegliarlo.

"È stato accoltellato!" continuai.

"Sul tavolo!" l'uomo si alzò e ci venne incontro. Poggiai il ferito sul ripiano, al di sopra di una pezza ormai zuppa di sangue e Fester iniziò ad usare i suoi poteri a mo di defibrillatore ma non sembrava avere successo.

"Forza Mano" sussurrò continuando a fare ciò che stava facendo, senza ottenere risultati. Sentivo gli occhi umidi, ma non volevo piangere. Non dovevo.

"Se n'è andato, Ayla" annunciò fermandosi.

"Ma cosa stai dicendo! Non è vero" portai quel piccolo ammasso di ossa verso il mio lato del tavolo
"Mano, so che puoi sentirmi. Se muori, verrò all'inferno e ti ucciderò una seconda volta" tirai su con il naso e mimai le azioni dell'uomo, usando le mie abilità.

Riprovai una volta, due volte, tre volte, e finalmente, le dita si mossero.

"Temevamo avessi scassinato la tua ultima cassaforte" ridacchiò Fester.

"Chi diavolo è stato?" mi rivolsi al ferito
"Accoltellato alle spalle. Codardi" ringhiai.

"Chiunque sia stato la pagherà, in una maniera dolorosa e lenta" continuai. Mano alzò il mignolo, ed io unii il mio al suo. Era il simbolo dei misfatti che commettevamo.

Quando Mercoledì tornò e venne a sapere dell'accaduto, si diresse nell'ufficio della preside, scoprendo che lei già sapeva tutto sugli Hyde, e che il mostro fosse uno di loro.

Nel frattempo Bianca ci stava aiutando nelle indagini, stranamente, dandoci informazioni utili sulla morte dello sceriffo. Quest'ultimo voleva rintracciare una certa Laurel Gates, annegata dopo la morte di tutta la sua famiglia ma il cadavere non era mai stato ritrovato.

"Io vado da lei"

"Mercoledì non siamo sicuri al cento per cento che lei sia Laurel!" cercai di farla ragionare mentre a passo svelto percorrevamo il cortile della scuola.

𝐁𝐥𝐚𝐜𝐤 𝐝𝐚𝐡𝐥𝐢𝐚┊𝙓𝙖𝙫𝙞𝙚𝙧 𝙏𝙝𝙤𝙧𝙥𝙝𝙚Where stories live. Discover now