adolescenza inquieta

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Avevo girato tutta casa e non c'era più niente della mamma nemmeno una foto e questo mi portò a pensare fosse morta eppure qualcosa dentro di me non ci credeva guardai Dilan salire a cavallo mi evitava ed io ero a 14 anni un bel ragazzone che aveva fatto della propria camera una palestra e poi adesso il vecchio come lo chiamavo tra me e me si fidava di me tanto da lasciarmi uscire solo e frequentare il liceo di Istanbul ero portato per le lingue ed oltre al turco l'inglese era come una seconda lingua.
Sellai Turbine un bel puledro purosangue nero in netto contrasto con quello bianco di Dilan salii al volo e seguii il codardo che mi evitava anche se era partito prima lo raggiunsi facilmente lo vidi scendere dal puledro ed entrare nel capanno di papà poco distante vidi Hasser il braccio destro di papà che trascinava una ragazzina che urlava serrai la mascella e restai nell'ombra sino a che Hasser sparì sentivo la ragazza urlare mi avvicinai cauto al capanno e guardai tra le travi sconnesse vedevo Dilan che teneva ferma la giovane controllai il perimetro era solo e non aspettai oltre... entrai e lo spinsi via coi pantaloni calati i suoi movimenti già goffi non gli permisero altro che cadere sul suo deretano.
- Ehi cosa vuoi stronzo?
La ragazza era così spaventata gli occhi chiari gonfi di lacrime ed un labbro sanguinava non ci vidi più mi ricordavo ancora il viso gonfio di mamma mi parai davanti alla ragazza e guardai Dilan...
- sparisci da qui subito!
Sibilai e lui si rialzò tirando su i pantaloni riallacciamdoli in fretta.
- senti tu...
Sorrisi sarcastico.
- hai davvero voglia di prenderle Dilan?
Lui mi guardò con odio e corse fuori inciampando più volte, mi voltai e mi tolsi la giacca porgendola alla ragazza che si rialzò squotendo i lunghi capelli biondi...
- grazie!
Sussurrò stringendosi nella mia giacca per coprirsi aveva l'abito a brandelli le sorrisi e lei abbassò il viso ero perfettamente consapevole della mia fisicità del mio essere bello e non mi dispiaceva assomigliare così tanto a mamma.
- vieni ti porto a casa!
Lei mi seguì tremava ma non osavo toccarla e camminammo in silenzio sino al paese.
- ora proseguo sola!
La osservai tremava ancora.
- stai bene?
- ora si grazie!
- però tremi!
Lei stavolta mi guardò e rimase a fissarmi...
- ma tu...sei un Ozgür...non dovrei aver paura?
Sospirai e poi sorrisi...
- è ingiusto tu sai chi sono e io non so chi ho appena salvato!
- mi chiamo Alixia!
Allungai la mano e lei la prese le sorrisi...
- sta alla larga da villa Ozgür!
- mi hanno presa a casa mia!
Una lacrima rotolò sulla sua guancia ed inconsciamente gliela asciugai col pollice...
- senti stasera ti lascio dei soldi alla cava la conosci?
Annuì
- parti va in America!
- dove c'è tua mamma?
Fu un fulmine a ciel sereno...
- Tu...cosa sai di mia madre?
Lei mi guardò stupita...
- io sono la figlia della cameriera di tua madre e lei mi parla molto della bella signora Ozgür!
- dov'è tua madre?
Lei fece segno verso una casa fatiscente ma era ora di tornare o suo padre si sarebbe insospettito.
- ascolta ci vediamo stasera alla cava porta tua mamma!
Corsi via appena a casa Dilan era con papà...
- mi devi dire qualcosa Michael?
Sollevai un sopracciglio poi sorrisi...
- no papà se intendi la ragazza che Dilan voleva violentare...beh penso fosse troppo bella per lui e me la sono presa io!
Guardai Dilan che schiumava di rabbia e gli strizzai l'occhio, papà iniziò a ridere e mi mise un braccio sulla spalla.
- e bravo il mio primogenito, vedi Dilan adesso lui è un degno erede e presto mi darà prova di fedeltà!
Lo fissai non capivo cosa intendesse ma sorrisi.
- ora scusa papà ma mi serve una doccia le ragazze di qui non sono poi così pulite!
Mi spiaceva parlare male di Alixia ma era tutto parte del mio personaggio, lui annuì lasciandomi andare io deviai verso il suo studio certo che lui stesse sgridando Dilan sapevo la combinazione della cassaforte che avevo memorizzato giorni prima, la aprii e presi una mazzetta di banconote poi chiusi tutto ripulendo le mie impronte e me ne tornai in camera mia.
Appena tutti dormivano mi calai dalla grondaia della mia camera in silenzio e corsi alla cava...Alixia era lì con una donna che nonostante la giovane età sembrava una donna molto più vecchia che mi abbracciò.
- come sei cresciuto Michael!
Inspiegabilmente ne riconobbi l'odore come se mi avesse tenuto tra le braccia mille volte, le porsi le banconote e lei si mise a piangere...mi raccontò di mamma e di come l'avessero cacciata lei le aveva scritto da Detroit qualche mese dopo mi fece leggere la lettera e mi vennero le lacrime era viva...la mia mamma era viva e finalmente fuori dalla portata di papà.

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