Chapter 27: L'Astuzia dei Lapislazzuli (Parte III)

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Il rumore di un pesante bilanciere che cadeva sul tappeto di gomma riverberò con forza nella palestra al buio. Non c'erano luci accese, la porta era chiusa ma il respiro pesante che si udiva, susseguito da passi strascinati, lasciava presagire che qualcuno era lì e da molto tempo, anche.

Eijiro volse gli occhi stanchi alla sua immagine riflessa negli ampi specchi davanti a lui. La luce della luna e di alcuni cartelloni pubblicitari erano riusciti a farsi strada nella palestra, dando un tocco surreale, dove ogni cosa assumeva lineamenti morbidi e sfocati, in bianco.

I suoi muscoli tremavano, l'intero corpo era ricoperto di sudore, i suoi capelli rossi lunghi fino a sopra le scapole continuavano a lasciar scorrere piccole goccioline d'acqua salata. Il giovane Alpha ne strofinò via alcune dal viso prima che potessero finire nei suoi occhi.

Continuava a rimuginarci su. 

Perché Katsuki era andato con Dabi? 

E perché non aveva detto a Izuku che tra di loro non c'era un bel niente? 

Perchè? 

Perché il suo ragazzo stava avendo chiari ripensamenti sulla gravidanza?

Quando Izuku aveva fatto notare che il biondo evitava di accarezzarsi la pancia, il suo Alpha interiore aveva ululato spaventato.

Eijiro sospirò pesantemente e prese posto su una delle panche per gli addominali. Un gemito di sollievo sfuggì dalle sue labbra: il suo corpo era vibrante a causa dell'adrenalina ancora in circolo. Sollevò una mano: sul dorso intravedeva le vene verdastre e pulsanti. La chiuse a pugno, facendola cadere sulla sua coscia sinistra.

Era arrabbiato, ferito, deluso... anche da sé stesso. Perché aveva mollato così facilmente?

«Non è stato... virile...» sussurrò con le sopracciglia corrugate nella rabbia.

Katsuki era stato ingiusto; era bastato che Dabi gli facesse pressione sul bimbo in grembo per fargli cambiare idea?

«Stupido anche io che non sono intervenuto a dovere!» ringhiò, le sue mani nascosero il viso bollente. «E anche per Izuku! Sono entrambi facili prede di quel bastardo schifoso e tentatore!».

Doveva parlare con qualcuno e-.

Il suono delle nocche che battevano insistentemente su una vetrata della palestra interruppe il fiume di pensieri asfissiante di Eijiro. Quest'ultimo si voltò immediatamente a sinistra e, sebbene nella semi-oscurità, scorse una sagoma.

Con il cuore che batteva a mille, l'Alpha accese la torcia del cellulare e la puntò contro i vetri. Il sollievo arrivò immediatamente quando scorse dei familiari capelli castani ed occhi argentei, tra l'altro anche un po' infastiditi da quel fascio di luce improvviso.

Eijiro corse all'entrata principale e fece entrare subito l'amico Rody. Pino, sulla sua spalla sinistra, trillò un salutino.

L'Alpha dai capelli rossi gli si buttò addosso in un abbraccio e per la prima volta si lasciò andare a un pianto d'agonia. Rody rimase basito in un primo momento, poi gli strinse dolcemente le mani sulla schiena e lo portò verso la panca per sedersi insieme.

«L'ultima volta che ti ho visto piangere è così è stato quando...» ma il giovane castano non proseguì.

Un piccolo ricordo era emerso, doloroso e terribile. 

«Rody... non so che cosa fare!» ammise disperato il rosso e gli raccontò ogni cosa, tra i singhiozzi.

A racconto terminato, Pino volò prima sui capelli di Eijiro poi sulla spalla per strofinarsi contro una guancia e pigolare con tristezza. L'Alpha le accarezzò la testolina con l'indice.

«Hai lasciato Izuku e Katsuki nelle mani di quello lì e non hai fatto niente?!».

Eijiro guardò Rody che si era alzato. Anche in quella penombra vide gli argentei occhi pazzi d'ira e non mosse un muscolo quando un forte schiaffo gli si abbatté contro un lato del viso. Se lo meritava, dopotutto.

«Cazzo, Eijiro! Izuku è una facile preda e sai che Dabi è un individuo meschino!» esclamò furioso. «Dobbiamo tornare subito indietro e portarli via da lì!».

«Tu non capisci... Katsuki ha dei ripensamenti su tutto a causa del fatto che Dabi sostiene che il bambino sia suo» gemette stancamente Eijiro.

«Non ti sei mai arreso prima d'ora! Non ti riconosco, Eijiro!» riprese Rody, afferrandolo per la canottiera che indossava. «Chi sei tu? E che ne hai fatto del mio virile amico?».

Eijiro sorrise debolmente, le lacrime ripresero a cadere lungo le sue guance più pallide. Rody strinse il pugno sulla stoffa ma dopodiché lasciò perdere. Gli diede la schiena, le mani in tasca gli prudevano per rabbia cieca.

«Mi pare che quella sera ci fossi anche tu e Y-».

«NO!» scattò il rosso crinito, l'altro lo guardò stupito con la coda dell'occhio. «No... ti prego... non dire il suo nome...» Eijiro si incurvò in avanti con le mani contro il viso. «Non farmelo tornare di nuovo in mente... in queste notti qualcosa si è sbloccato in me. E il mio cuore... non può ancora sopportarlo».

Rody abbassò lo sguardo pregno di lacrime ma annuì, riprendendo: «A Cantasia, quella sera c'eravamo anche tu ed io. E Dabi era occupato con altri Omega. Anche io, lentamente, inizio a riacquistare ricordi inerenti a quella sera... Ma non mi ricordo di una chioma bionda».

«Sai che in quel locale bisognava indossare una maschera sul viso per potervi accedere» rispose l'altro, in un fil di voce.

«Io non ero ubriaco, tu sì. Inoltre è altamente improbabile ricordare una chioma bionda dato che lì ci sono luci psichedeliche e musica altissima. Chiunque non ricorderebbe nulla».

Il baule dei ricordi traumatici si era ormai aperto. Spire piene di immagini, suoni e parole iniziavano a serpeggiare verso l'esterno e a infilare i subdoli tentacoli nel nero assoluto della loro psiche. Parlavano senza neanche rendersene effettivamente conto.

«Ricordo di aver fatto sesso con qualcuno ma... non ricordo neppure l'odore».

«Non potrebbe essere Katsuki?» domandò dolcemente Rody.

Eijiro irrigidì un po' i muscoli ma dopo un po' scosse il capo. «Cantasia non ha solo una sede, ricordalo, Rody».

«Non mi piacciono quei generi di locali. Ero venuto con te e... lui solo perché non volevi lasciarlo andare da solo. Io mi sono astenuto dal toccare altre persone, tu invece hai perso la testa e ti sei dato da fare».

L'Alpha dai capelli rossi portò una mano contro un lato del viso e strinse i denti. Il ricordo di quella sera adesso era dolorosamente vivido nel suo cuore e la colpevolezza non aveva smesso un istante di divorarglielo.

«Andiamo a riprenderci Izuku e Katsuki, per favore» propose, dolcemente Rody.

Eijiro guardò quella mano, poi Pino che di nuovo gli si strofinò contro una guancia. Allora, come rinvigorito, la strinse e l'amico lo issò in piedi.

«Andiamo a riprenderci i nostri compagni!».

«Sì!» replicò deciso Ejiro...

Petit FleurWhere stories live. Discover now