4. Ricetta per un arrosto

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Al risveglio ho ancora la sensazione di navigare a vele spiegate nell'alcool, ma imbarcando un macigno. Mi rigiro sul materasso in cerca di un po' di fresco, ma la luce che entra a filo tra le fessure della tenda non mi permette di riaddormentarmi. Tanto vale alzarmi.
Volo dritta sotto la doccia e poi di testa nell'armadio. Mi rendo presentabile in un attimo, lasciando bagnati i capelli ondulati lunghissimi.

Quando mi lancio giù dalle scale sono contenta di trovare Helena dietro il bancone.
Mi piace godere di tutti questi profumi che mi pervadono già mettendo piede sugli ultimi gradini.

"Buongiorno ragazza! Un caffè da litro, giusto?"

"Te ne sei ricordata, che dolce... Buongiorno." Dico strofinando le mani sulla faccia. Poggio pesantemente i gomiti sul bancone per mantenere la testa.

"Allora, ricordi la serata o vuoi che ti racconto i dettagli?"

"E di cosa...a parte bere non è successo nient'altro." La guardo con l'espressione dubbiosa.

"Ah, allora non ti sei ubriacata!"

"Già, te lo avevo detto che non stavo così male. Sto peggio stamattina." La mia voce si affievolisce sull'ultima frase.

"Dai, ci possiamo allenare con calma." Se la ride. "Ma ci andremo piano, tranquilla. Sarà meglio che tu non rimanga indietro, noi siamo già al livello successivo!" Alza un sopracciglio come avvertimento. "Torno subito con qualcosa da mangiare."

Io mi do uno sguardo in giro. È tardi stamattina, la taverna è già al completo. Mi osservo più volte intorno, mentre sorseggio il tazzone del caffè, senza cercare niente in particolare. Poi...il profumo di un pasticcio di verdure.

"È mio? Sei la mia cameriera preferita!" Helena rimane col piatto a mezz'aria e gli occhi sgranati. "Cosa ho sbagliato?" Chiedo.

"Cameriera, ecco cosa." Sottolinea offesa.

"Scusa, vuol dire che stavolta ti darò una bella mancia." Il mio sorrisetto è vivace.

"Minimo un mese intero di mance! Ti ho capita al volo, sai? La tua felicità dipende da quanto è pieno il tuo stomaco."

"Sei un angelo! Hai centrato il punto." Le dico crogiolandomi nel profumo di quel piatto.

Helena me lo porge arricciando il naso e torna in cucina.
Quando sto per mettere il primo boccone in bocca sento qualcuno avvicinarsi allo sgabello accanto al mio.

"Ti sei ripresa, hai già fame?"

Ingoio subito, sorpresa. Riconosco questa voce. "Io ho sempre fame." Cerco di sembrare naturale, ma sto avendo un attacco di cuore.

"Per quanto sei magra non si direbbe, piuttosto controllerei che tu mangiassi veramente." Mi sorride guardandomi negli occhi. "Buongiorno forestiera." Continua.

"Buongiorno montanaro." Dico raddrizzandomi, cercando di recuperare un po' di non-chalance che è fuggita a gambe levate quando è comparso Dion. Ha fissato il suo sguardo nel mio.

"Non ti trattengo, mangia pure."

"Grazie, sto morendo di fame!"

"Be' se questa è la tua colazione, voglio vedere cosa ti spazzoli a pranzo." Il suo sorriso si apre così sincero.

"Non ti conviene." Mi esce spontaneo, ma me ne pento subito.

"Naaaa, non puoi avere di nuovo fame tra tre ore."

"Scommettiamo?" Azzardo sfidandolo con lo sguardo.

"No, mi dispiacerebbe metterti a disagio se tu perdessi." Mi schernisce. Inclina la testa su un lato, accomodandosi con un gomito sul bancone.

Nella mia natura Where stories live. Discover now