18. Ginepro mon amour

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Per ore ho provato a riposare le mie povere, stanche membra... ma chi voglio prendere in giro? Poche ore fa è stato il riposo più scombussolato che io abbia mai avuto. La mia testa si deve fermare, mi gira tutta la stanza, ma non riesco. Addormentarmi di nuovo è un sacrificio.

Ma, se gli occhi non mi tradiscono, è ancora buio.
Qualcosa mi ha spaventata. Ho il cuore a mille, mi sforzo di guardarmi bene intorno. Niente.

Ok, sto cominciando ad avere allucinazioni?

Di nuovo un rumore in camera. Mi alzo di scatto.
Prendo la bottiglia di vetro dal comodino e mi alzo, cercando di essere una piuma. Se c'è qualcuno qui dentro non devo fare neanche un sibilo.

Poi qualcosa entra dalla finestra aperta. Sembra una pallina.
È una bacca di ginepro. Chi si diverte a quest'ora?!
Mi avvicino con fare furtivo e spio in strada. Dion è pronto a lanciare un'altra bacca quando mi intravede da giù.

"Ciao forestiera, ben levata!"

"Ma cos'hai, la vista a raggi infrarossi?!" Cerco di urlare il mio disappunto senza gridare.

"Buongiorno anche a te." Mi sorride da giù.

"Che ora è? Quanto ho dormito?"

"È l'una di notte... Non hai neanche il telefono acceso. Hai idea di cosa ho potuto immaginare in queste ore in cui eri dispersa??"

Io ho solo un gran mal di testa.

"Ma perché tutti continuate a volermi inseguire? Sali, almeno mi stendo di nuovo." Gli apro il portone e mi fiondo sul materasso fresco.

Quando si chiude la porta alle spalle si lancia su di me a cavalcioni, come se mi volesse immobilizzare al letto.

"Nessuno ti ha insegnato che non si aprono i portoni di notte? Può essere pericoloso..." Bisbiglia chino su di me.

"Ho più paura degli ordigni esplosivi che mi possono entrare dalla finestra." Cerco di liberarmi dalla presa, ma ovviamente lui è più pesante di me. "Comunque hai ragione, credo che non lo farò più." Lo stuzzico, guardandolo negli occhi.

"Non ti azzardare." Mi ordina con voce morbida.

Per un attimo ho l'impressione che il mio sogno di poco fa è stato reale. Cosa è successo in realtà? Può essere stato creato tutto dalla mia mente?

I suoi baci mi svegliano improvvisamente.
Quando mi sente più attiva sotto di lui si ferma e si alza dal letto. Io rimango a boccheggiare incredula.

"Ma che... Io l'ho sempre detto che sei crudele." Lo stuzzico.

"Mi dispiace, forestiera. È questo che stai facendo TU a me."

Si certo... se solo sapesse in quali vesti l'ho immaginato su di me. E quel ricordo mi inonda di nuovo le guance di fuoco.

"Ma non tormentarti, sono qui per portarti via." Si aggiusta il colletto della camicia larga e mi allunga una mano per aiutarmi a mettermi in piedi.

Cerco di scacciare il ricordo di lui ancora così vivido e mi lascio aiutare. "Dove vorresti portarmi?" Gli sorrido.

"Tu renditi presentabile, al resto penso io."

"Che ragazzo gentile, stai dicendo che appena sveglia sono inguardabile?" Chiedo fingendo un muso lungo.

"Che ragazza adorabile." Mi canzona di contro. "Sto dicendo che dovresti vestirti. Non ti porto in giro mezza nuda."

Mi do un'occhiata veloce. Canotta e shorts li indosso...

"La smetti di deridermi per come mi vesto?" Lo guardo imbronciata.

Nella mia natura Where stories live. Discover now