33. L'acqua limpida e la tempesta

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In questo capitolo è presente un diverso punto di vista. Sarà di transizione e aggiunge informazioni tra il capitolo precedente e il successivo... ma non ne altera la storia.
Per la prima volta avremo la visione di una scena dal POV di Helena. Non potevo dare voce a Dion, stavolta. Capirete il perché...

"Aura respira... dai amica, respira!"
La spiaggia vuota al mio arrivo mi ha turbata non poco. Mi aspettavo di trovare Aura in lacrime, oppure stretta in un timido pianto. È così fragile quando il suo cruccio è Dion.
Brividi impetuosi mi hanno assalita quando l'ho vista inerme sulla superficie del mare e mi sono tuffata. L'acqua oggi è cristallina e ho notato subito la sua figura dall'ingresso della caletta. Quanto sono grata a Poseidone! Cosa è accaduto quando è arrivata? Perché è entrata in acqua con ancora indosso i suoi vestiti? Non può essere caduta in acqua, non può essere stata attirata con l'inganno... o sì? Mi assale il panico pensando che possa essere stata portata in mare con violenza. Gli abiti fradici, il mio respiro affannato per la fatica e il terrore che lei possa non svegliarsi più, mi gravano sulle spalle come se avessi un masso addosso.
Dov'è Dion, quella testa calda, quando serve? L'ho chiamato appena ho posato Aura sulla sabbia asciutta. Sembra essere passata un'eternità.

Le sollevo la testa accarezzandola, chiamandola ed eseguo il massaggio cardiaco alternando imprecazioni indicibili. Le sue labbra sono color ciano e spiccano sul suo volto imperlato dalle goccioline salate che ancora grondano dai miei capelli.

"Non mi Lasciare, torna da me." Mi sfugge un sibilo, quasi non voglio immaginare la peggiore delle circostanze.
Sono concentrata sui suoi battiti lenti, sono gli unici suoni che riesco a sentire. Il ritmo aumenta ma torna subito a suonare una grigia melodia.
Delle sirene ovattate si avvicinano, mi distraggono. Due operatori scendono la scalinata con un borsone da cui tirano subito fuori degli attrezzi medici. Il più alto mi allontana deciso da Aura, porgendomi una mano per sollevarmi dalla sabbia, mi tempesta di domande sul suo ritrovamento e sulle manovre di respirazione effettuate. Il divieto di avvicinarmi mi sta creando un disagio che mi assale le tempie e riesco difficilmente a tenermi in disparte. Provo a indietreggiare, ma poi le gambe si muovono nella sua direzione ancora e ancora.

Quando provo a poggiarmi alla roccia accanto a me colgo in lontananza dei passi che si avvicinano svelti, un'andatura rapida che vibra facendo saettare i ciottoli sotto di essi.
La voce inconfondibile di Dion si insinua nei miei pensieri squartandoli con improperi degni di lui.

"Aura, come sta? Cosa diamine è successo? Dimmelo Helena, dimmi dove cazzo eri stamattina al posto di essere con lei!"

"Dion, ero a lavoro. Dovevamo vederci qui, l'ho sentita poco fa."

"Smettila di inventare scuse! Non doveva restare sola oggi." Mi incenerisce con lo sguardo.

Un conato di maldicenze mi risale dallo stomaco e decido, in un istante, di lasciarmi andare a briglia sciolta. "Tu dove cazzo eri! Aura si trova qui per colpa tua, fuggiva da te e dalla tua catena, dalle tue regole, dalla tua testardaggine. Dopo la notte passata a letto con lei, dopo tutto ciò che hai patito per averla." I suoi occhi si dilatano in un istante a queste parole. "Si, coglione. So cosa è successo, prima e dopo. Ma non ti vergogni? E vieni a dire a me di tenerla d'occhio: tu dov'eri questa mattina? Quando è uscita all'alba in lacrime, quando aveva bisogno di te e non di una sfuriata... Neanche un po' di amore ti è rimasto dentro. Vaffanculo, Dion, VAFFANCULO!"
Cerco di riprendere fiato girandomi di spalle, in questo momento si può risparmiare di portare veleno.

Scattiamo entrambi appena sentiamo un lieve gorgoglìo provenire da terra, ma veniamo prontamente allontanati.
L'operatore di soccorso riscontra qualche difficoltà con Dion, che non si rassegna a starsene fermo e buono. "Signore, le ho già chiesto di restare lontano."

Lui non ascolta neanche una parola di ciò che gli dice. "È la mia ragazza, devo sapere come sta." Spinge il soccorritore che lo trattiene per una spalla. Non vorrei essere nei panni di questo sconosciuto. "Toglimi le mani di dosso, testa di c***o! Fammela vedere, altrimenti ti sfiguro."

No, questo è troppo... devo fermarlo. "Dion! Ma cosa dici? La stanno salvando, lasciagli fare il loro lavoro!"

Sposta la sua furia verso di me, ma si blocca a un centimetro dal mio naso. "Se succede qualcosa ad Aura giuro che..."

I suoi pugni stretti, sbiancati dalla forza con cui li serra, attirano la mia attenzione. "Che fai, uccidi tutti?" Mi vien fuori una risatina isterica. "Non sei nel tuo mondo, non puoi comportarti sempre così."

"Questo è il mio mondo!"

"A volte lo dimentichi..." Cerco di tornare calma scandendo piano le ultime parole. "Cosa ti dice la testa, Dion! È un'umana che sopporta ogni tua follia. Dovresti assecondare il tuo lato terreno e non prendertela con lei. Hai idea di cosa può essere accaduto? Come è possibile che una nuotatrice come lei abbia avuto problemi a tornare a riva? L'hai vista anche tu in acqua... non ti sembra strano?"

"Cosa vuoi dire?? Che l'hanno tirata giù? Che cazzo..."

"Smettila di fare l'idiota e comincia a far muovere quel macinino che ti ritrovi al posto della testa. Qualche millennio di polvere e si inceppa il meccanismo, vedi un po'!" Questo ragazzo ha perso la bussola... dovrei spiegarglielo meglio. Gli catturo un polso per non farlo andare via, tipica fuga da: non voglio sentirti. "Qualsiasi cosa sia accaduta è parte del regno dell'Olimpo." Solo ora punta i suoi occhi nei miei e in questa tacita risposta di assenso lo libero dalla mia stretta. "Ora dobbiamo soltanto pregare Asklepio che la possa curare e che Aura ti perdoni. Sei stato una bestia. Tu non sei Dioniso, io non ti riconosco."

Stavolta è lui a mandarmi a quel paese ma non mi importa, ho raggiunto il mio scopo: gli ho posto il mio dubbio, che ora diventerà il suo tarlo. Lo sento imprecare con un leggero 'fanculo' a denti stretti. Cammino sul bagnasciuga con passo irrequieto, finché sento il soccorritore, che fino a poco fa era in ginocchio accanto alla mia amica, chiamare Dion. Parto anch'io alla disperata ricerca di informazioni su come sta Aura.

Nella mia natura Where stories live. Discover now