8| MEMORIES

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⚠️TW:abuse,abuso.⚠️
Stay safe!

Le mie gambe cominciarono a dare segni di cedimento ma, nonostante ciò, cominciai ad indietreggiare per allontanarmi da Usagi.

-Scusa Usagi, devo andare. Ti prego non cacciarti nei guai.- dissi con voce tremolante, cominciando a correre via.

-Yuzuki, che ti succede? Parliamone, ti prego!- disse correndo per raggiungermi.

I miei occhi cominciarono ad inumidirsi e, per la prima volta da quando ero in questo posto, piansi.
La mia vista si sfuocò a causa delle lacrime, ma continuai a correre verso un obiettivo indefinito.

Cercai di passare per le vie più isolate della Spiaggia, così da passare inosservata. Quei maledetti corridoi mi sembravano infiniti, più aumentavo il passo, più si allungavano.

Riuscivo a sentire il mio cuore battere all'impazzata a causa della paura e, in momenti come questi, è come se attivassi una sorta di menefreghismo nei confronti degli altri.
In quel momento, in quei momenti, io ero la mia priorità.

Quindi nel momento in cui mi scontrai con qualcuno, non rivolsi nemmeno delle scuse, ma continuai a camminare.

Peccato che fosse la persona sbagliata da incontrare.
Di nuovo.

-Non chiedi scusa alle persone con cui ti scontri, ragazzina?- Niragi riuscì a raggiungermi e a porsi davanti a me, bloccandomi.

-Lasciami passare, Niragi.- dissi sottovoce. Non riuscivo a parlare nei momenti così.

La mia testa rimase abbassata e, per tutto il tempo, non feci altro che guardare per terra. Prontamente il ragazzo mi fece alzare lo sguardo ponendo due dita sotto il mio mento, obbligandomi a guardarlo. Ed io lo assecondai.

Se avessi posto resistenza, probabilmente mi sarei cacciata in guai molto più seri.

-Oh, no. Perché piangi, bambolina? Il tuo ragazzo ti ha fatta soffrire?- disse con tono ironico.

-Chishiya non è il mio ragazzo. E poi è stato con te in riunione fino ad adesso, quindi sai bene che non può avermi fatto nulla.- riuscii a dire solo questo.

-La riunione è durata una ventina di minuti: è stato semplice votare per il nuovo numero uno.- disse trascinandomi lentamente verso il muro.

Adesso ero bloccata completamente.

-Come? Il nuovo numero uno? Il Cappellaio...-

-È morto.- disse ridendo. -E Aguni ha vinto con una sincera unanimità! Non è grandioso?-

Capii all'istante che i lottatori erano riusciti a convincere, tramite delle minacce, ad eleggere Aguni come nuovo numero uno.

E capii anche che la Spiaggia non sarebbe stata più la stessa con i lottatori al comando.

-Dovremmo festeggiare non credi? Avrai l'onore di essere la prima a divertirti con il nuovo numero due.-

A quelle parole, cercai di spingerlo via ma, come un magnete, lui prontamente si riavvicinava ancora di più, fino a toccare il mio corpo con il suo. Con una sola mano riuscì a bloccarmi entrambi i polsi, ponendoli dietro la mia schiena mentre l'altra mano la posizionò dietro la mia nuca,afferrandomi i capelli e obbligandomi a spostare la testa verso sinistra.

Come tocco finale prese la bretella del mio costume fra l'indice ed il pollice e cominciò a trascinarlo lentamente verso il basso. La parte destra del mio collo era completamente esposta sotto i suoi occhi.

-Ho bisogno che tu mi faccia un favore, ragazzina...- sussurrò al mio orecchio mentre io ero ancora bloccata fra il muro di quel corridoio isolato ed il suo corpo.
-Voglio che tu muova il tuo bel corpicino fino alla stanza 500.- continuò,poggiando la sua lingua sulla mia pelle.
-Senza fare storie, senza urlare o lamentarti. Voglio che tu raggiunga con me quella stanza come una brava bambina.- intanto la sua lingua scendeva sempre più, riuscii a percepire il tocco freddo del suo piercing.

-La stanza 500...è la camera di Chishiya. Perché vuoi andare lì?- riuscii a ricompormi e a parlargli.
Rabbrividii quando sentii la sua mano lasciarmi i polsi per potersi posizionare sul mio fianco.

-Perché è da quando ti ho visto con quell'idiota che immagino come si trasformerebbe la sua faccia nel vederti gemere sotto di me. Quale posto migliore se non camera sua?- domandò ridendo.

-Dio mio, a Chishiya non importa minimamente nulla di nessuno! Né di te né di me! Smettila con questa storia e levami le mani di dosso.- cominciai ad urlargli contro, dimenandomi il più possibile. Odiavo avere così poca forza in corpo.

Di colpo mi sentii mancare il fiato.
Niragi mi prese per la gola, inibendo il mio respiro per qualche secondo.
-Ora tu farai il piccolo favore che ti ho chiesto. Ricorda: come una brava bambina.- marcò nuovamente le sue parole.

Finamente dopo alcuni secondi, che a me parvero minuti, mi lasciò andare. Non avevo altra scelta. Dovevo seguirlo. Durante il tragitto avrei trovato un modo per fuggire via.

Si staccò dal mio corpo per permettermi di camminare con lui.
Contornò la mia vita col suo braccio, riposizionando sulla sua spalla destra la sua inseparabile arma.

-Indossa la tua maschera migliore, ragazzina. Non farti vedere con questo musino triste.- mi consigliò una volta svoltato l'angolo di quel corridoio, come per avvisarmi che da lì in poi la strada non sarebbe più stata isolata.

Lo odiavo con tutta me stessa.
Odiavo sentire le sue fottute mani sul mio corpo, odiavo il suo modo di parlare, il suo modo di porsi.
Odiavo il fatto che fosse riuscito a violarmi anche in un momento così delicato per me.

-Qui dentro sei talmente sfigato che per portarti una ragazza a letto devi obbligarla?- sputai quelle parole con più disprezzo possibile. Oramai eravamo circondati di gente, chiunque poteva sentire le nostre conversazioni.

-Oh, fammi indovinare: anche nel mondo reale è così,vero?- cominciai a ridere cone se non ci fosse un domani.

Ora si che riuscivo a riconoscermi.

-Che cazzo hai detto?- mi puntò l'arma contro.

Ecco il mio momento.

Prima che potesse spararmi, spostai il mio corpo dietro il suo per poi correre velocemente verso l'ingresso della piscina.

Il volume della musica proveniente dalla piscina era alto, ma ciò non impedì di non sentire i numerevoli spari provocati da Niragi.

Tutti notarono anche la mia presenza, nel momento in cui mi videro sanguinare. In quel momento mi traformai in un campanello d'allarme per i presenti e tutti cominciarono a ripararsi per evitare di essere colpiti.

Ma non importa.

Andava bene così.

Mi accasciai al suolo, sfinita.

Sentii finalmente quella che in molti definivano una "pace interiore".
Quando chiusi gli occhi dimenticai le sofferenze che mi erano state inflitte quel giorno.

-Yuzuki!-

Di conseguenza però, mi ricordai di te, Shuntaro.

-No,no,no!-

E se lo avessi saputo prima, avrei chiesto a Niragi di spararmi quel giorno stesso in cui ti rincontrai.

Non potevo chiedere un finale migliore.



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