16| GOOD NIGHT

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CONGRATULATIONS, GAME CLEAR!

Mi svegliai di soprassalto, accompagnata da un forte affanno.

Non riuscivo ad aprire completamente gli occhi, non ne avevo le forze; sentivo la testa e le guance bollenti, il mio corpo indolenzito e tremolante. Nonostante il cedimento del mio corpo, ricordavo perfettamente tutto quanto.

Era come se qualcuno mi avesse restituito indietro la mia vita.

Mi feci forza ed aprii le palpebre:mi ritrovai distesa su un marciapiede, proprio al di fuori del cinema e, con tutto il corpo dolorante mi feci forza sulle ginocchia, afferrando con le mani il lampione vicino e mi tirai su.

Scostai i capelli dal viso e girai con lo sguardo a destra e sinistra, ovunque, per poterlo scorgere.

Ed eccolo lì.

Era in prossimità della macchina che avevamo rubato alla spiaggia, con dei panni stretti in una mano ed un secchio, presumo pieno d'acqua, nell'altra. Mi fissava incredulo, con la bocca semi-aperta, sembrava quasi infelice del fatto che fossi ancora in vita.

Rimasi ferma, appoggiata ancora a quel lampione che mi faceva da supporto per rimanere in piedi. Non dissi nulla, non sapevo da dove cominciare, cosa dire. Rimasi semplicemente ad osservarlo mentre faceva i suoi strani calcoli mentali, ad almeno dieci passi da me.

-Yuzuki...- sussurrò, sorpreso dalla mia presenza.

-Come...perchè sei già in piedi? - Mi domandò nervosamente, avvicinandosi velocemente verso di me.

-Come stai con la testa? Prima borbottavi del dolore alle tempie, ed avevi il viso bollente, ti stavo portando dell'acqua per rinfrescarti. Perchè sei ancora in piedi? Vieni ti porto in macchina, sdraiati lì.-

Sorrisi.

Chishiya mi guardò confuso, non capiva cosa ci fosse di divertente.

-Ti stai preoccupando per me, quando tu stai sanguinando dalle braccia.- presi dalle sue mani il secchio ed i panni e mi sedetti sul marciapiede, lui mimò i miei movimenti.

I miei occhi vagavano dalle sue braccia al suo viso, non sicura su cosa fare.

Nonostante l'imbarazzo, gli tolsi la felpa, facendolo rimanere in canotta. Le sua braccia erano ben scoperte, e riuscii a vedere meglio l'orrendo contrasto fra la sua pelle pallida ed il rosso acceso del sangue. Presi un panno per poi immergerlo nell'acqua, volevo togliere il sangue in eccesso, vedere meglio le ferite e cercare di capire cosa avesse combinato.

-Non me lo aspettavo da te, sai? Ero sicura che avessi capito in cosa consistesse il game.- dissi amara. Distolsi lo guardo dalle sue braccia per qualche secondo, per bearmi ancora del suo viso.

-Io...non mi ero reso conto di aver fatto...tutto questo. Non lo ricordo.- spiegò.

-Mh.- annuii.

Vedere Chishiya così provato mi fece sentire vuota. Era sempre stato una persona che cercava di dimostrare agli altri di non avere punti deboli o problemi alle spalle, per gli altri Shuntaro non era altro che un bastardo insensibile, pronto a tutto pur di salvarsi le penne, un egoista che non riusciva a vedere nessuno se non sè stesso. Eppure, nel game in cui pensavo che sarebbe rimasto illeso, ne era uscito così: con ferite profonde da dover ricucire.

Continuai a stringere i panni attorno ai suoi avambraccio, così da poter fermare momentaneamente il sangue, tutto questo lo feci con il suo sguardo fisso su di me.

Una volta svolto il lavoro non ebbi il coraggio di alzare la testa ed incontrare nuovamente i suoi occhi scuri, rimasi piegata sulle fasciature e le portai in prossimità delle mie labbra: cominciai a baciare la sua pelle martoriata e coperta da quella specie di medicazione.
Fu un gesto istintivo e forse insensato, ma l'empatia provata in quel momento mi spinse a farlo.

Non sapevo cosa gli avessero fatto vedere, ma non mi sembrava il caso di chiederlo.

-Cosa...-il biondo ritrasse di poco le braccia, non capendo cosa stesse succedendo.

-Non lo so, Shūntaro. Io...dimentica, okay?- respinsi la confusione creatasi in quel momento e cercai di alzarmi in piedi, fallendo miseramente, poiché le mie gambe non erano ancora pronte a reggere il mio peso.

Nonostante i solchi sulle sue braccia doloranti, Chishiya attutì il colpo e mi afferrò prontamente, facendo in modo che mi poggiassi sulle sue gambe.

-Oh! Ottimi...riflessi.- mi complimentai.

-È una delle mie tanti doti.- sorrise,ed io con lui.

Il tempo si fermò:eravamo pericolosamente ed indubbiamente troppo vicini.

Fin troppo.

Ma non riuscivo a scostarmi, non mossi nemmeno di un millimetro la mia testa dal suo petto, anzi mi rannicchiai più vicina al suo corpo.

-Peso?- sussurrai al suo orecchio.

-Per nulla, resta così.- rispose.

Ancora raggomitolata su me stessa, portai le braccia attorno al suo torace e incastrai la faccia nell'incantevo del suo collo.
Sospirai nel momento in cui sentii i suoi capelli solleticarmi la fronte.

-Chishiya- lo chiamai.

-Non devi nascondermi nulla.-

Lo sentii quasi tremare.

-Tu sai più di quanto mi aspettassi, mi conosci più che bene. Ora ne ho la conferma.-

-Yuzuki...-

-Shūntaro, ti ho visto in alcune, se non in tutte,le immagini che mi ha mostrato il game. Erano ricordi, dei maledettissimi ricordi.- dissi con forza, allontanando il mio visoda suo corpo per poter scrutare la sua espressione.

-Indovina un po'? Per me era come se stessi vedendo un film. Perché di quei momenti non ricordo assolutamente nulla.- sorrisi amara con fare ironico, sentendo fisicamente un vuoto al petto.

-Io non mi ricordo di te.-

Shūntaro alzò il capo, lasciando che un sospiro uscisse dalle sue labbra.
Restammo in silenzio per qualche minuto e, in quegli attimi, i nostri sguardi non si incrociarono nemmeno per sbaglio.

-Vuoi che ti aiuti a ricordarti di me?- domandò con gentilezza.

Annuii.

-Allora riposati. Domani avremo tanto da fare.- disse, facendomi poggiare di nuovo con la testa sulla sua spalla.

Quella notte dormii come un vero e proprio ghiro.

𝑪𝑯𝑰𝑺𝑯𝑰𝒀𝑨 - 𝑮𝑨𝑴𝑬 𝑶𝑽𝑬𝑹 Where stories live. Discover now