In mezzo al bosco

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- Secondo me ti troverai molto bene, lasciando perdere chiaramente il piccolo problemino chiamato Christina- Disse Maya mentre stava sorseggiando l'enorme tazza di caffè che le avevo offerto.

- E se volesse rivendicare il suo posto e il titolare mi sbattesse fuori ? Mi serve quel posto Maya, non posso permettermi di perderlo - Grattai con l'unghia un piccolo ma profondo graffio sul tavolino del bar che avevamo scelto.
Era nel centro commerciale più affollato della città dove avevamo aspettato in piedi per ben mezzora prima di poterci sedere.

- Sei paranoica Sam, devi rilassarti - Annuì, guardando la mia postura tesa e lo sguardo assente.

- Sono realista - Cercai di scamparmela ma, chiaramente, Maya non aveva voglia di controbattere più di tanto siccome questo posto era gremito di persone e lei era sociopatica. Aveva le cuffie sulle orecchie ma una era spostata per permetterle di interloquire con me.

- Sei una realista pessimista - Scrollò le spalle guardandosi attorno con più agitazione.

- Andiamo a casa dai - Mi alzai infilando il portafoglio che costudivo gelosamente nella borsa, lì dentro avevo il mio piccolo angolo sicuro che nessuno doveva né vedere né toccare.
Maya mi guardò sollevata e non se lo fece ripetere due volte così, in fretta, uscimmo dal centro dirigendoci verso la sua auto. Non credevo avesse già la patente, soprattutto non credevo possibile che avesse trovato il tempo per prenderla siccome le ore che non passava a scuola, le passava attaccate alla play. Mi aveva stupita quando, una volta usciti dal Berry aveva tirato fuori un mazzo di chiavi e mi aveva fatta salire sulla sua carrozza, così l'aveva descritta. In realtà era più un catorcio che altro.
Il freddo all'esterno era così pungente da farmi lacrimare gli occhi così strinsi la sciarpa ancora di più, cercando di attenuare i brividi che stavano invadendo il mio corpo facendo pizzicare le cicatrici dei tagli.
Alcuni lampioni funzionavano ad intermittenza creando un ambiente abbastanza suggestivo siccome all'esterno non vi era anima viva.
Una volta nell'abitacolo aspettai che Maya mettesse in moto ma non lo fece, si girò a guardarmi intensamente, indecisa sul da farsi.

- Sam... io non ho mai avuto amiche, ho la tendenza ad essere un'anima solitaria. Non mi piace condividere ne tantomento aprirmi e so che anche per te è così, anche se per motivi differenti credo- Si fermò girandosi, perdendosi con lo sguardo nel parcheggio deserto. - Ma c'è una cosa che vorrei che tu sapessi- Sussurrò abbassando lo sguardo sulle sue dita lunghe e affusolate.

Iniziai a tremare non sapendo nemmeno il motivo ma le sue parole non lasciavano presagire nulla di buono. Le toccai lievemente una spalla spingendola a girarsi completamente verso di me.

- Continua - La spronai. Per quanto le sue parole avessero potuto farmi male ero pronta al peggio. Ormai ero abituata.

- Io... - Le scese una piccola lacrima solitaria e a me si strinse il cuore. Slacciai la cintura che avevo allacciato appena entrata in macchina e mi sporsi verso di lei per abbracciarla, lasciando che si abbandonasse ad un pianto liberatorio.

- Maya puoi dirmi ciò che vuoi, so incassare i colpi molto bene- Mi mostrai coraggiosa anche se dentro di me tuttò iniziò a vacillare.

- Ho due mamme - Sputò di punto in bianco facendomi completamente ammutolire. Tutto mi aspettavo tranne che questo.
Tirai un sospriro di sollievo così forte che ottenni uno sguardo stranito da parte sua.
Non voleva abbandonarmi, non lo avrebbe fatto.
Iniziai a sorridere sempre di più fin quando il mio sorriso non si trasformò in una vera e propria risata.

- Lo so mi dispiace, in caso non volessi più esser mia amica ti capirei. Non tutti comprendono la mia situazione famigliare - Fece un broncio da bambina infastidita e io mi sciolsi, realizzando quanto le volessi bene nonostante ci conoscessimo da poco.

The Perfect CureWhere stories live. Discover now