Chapter 27

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-Se mi stringi così, io sento il cuore a mille.

Calcutta-

Eden

La sveglia suona ininterrottamente nelle mie orecchie. Non sono nemmeno nella posizione di lamentarmi, con la solita scusa del lunedì, dato che ieri mi sono svegliata con calma, una calma relativa in realtà.

Dormire nello stesso letto di Ryan mi ha fatta sentire strana, dal momento che non avevo mai dormito con un ragazzo e, anche se non è successo nulla tra noi, ho la sensazione che lui si aspettasse di più.

L'ho percepito dalla freddezza di alcuni messaggi che ci siamo scambiati, ma so che non è quel tipo di ragazzo che pensa solo al sesso, perciò mi domando davvero cosa gli succeda.

Prego con tutta me stessa che non stia immaginando sia successo qualcosa tra me e Andrew, ma ciò spiegherebbe il motivo del suo comportamento distaccato.

Detesto mentirgli, mi fa sentire come se lo stessi tradendo, ma al contempo temo sia lui a nascondermi qualcosa. I dubbi che ho nutrito per giorni e le parole di Andrew non fanno che alimentare i miei sospetti.

Tutto mi porta a pensare di aver sbagliato qualcosa, perché per me, ogni cosa che succede, avviene a causa mia. Non voglio che le mie paranoie influiscano sulla relazione che sto creando con Ryan, ma non posso nemmeno far finta di nulla.

Mi sento una bilancia con due piatti: quando sono con Ryan sento sempre ci sia qualcosa che non va, ma poi ci sono i momenti giusti, ad esempio quelli dolci, che mi portano a ricredermi. Dall'altra parte c'è Andrew, che tenta sempre di non farmi sentire sbagliata, ma che detiene il primo posto sul podio come il ragazzo più confusionario della storia.

Non odio Andrew per il suo carattere, anzi, lo rende unico, ma mi piacerebbe se ogni tanto riuscisse ad aprirsi maggiormente con gli altri.

Tutti questi pensieri, fortunatamente, non mi hanno trattenuta tra le coperte, infatti sono già vestita, quasi pronta per andare a scuola, mi manca solo un'accenno di trucco.

Appena pronta scendo al piano di sotto, ancora dormiente, e noto una figura in cucina.

Inizialmente temo siano i ladri ma, per me, le spalle larghe di papà sono inconfondibili.

"Papà! Non dovevi rientrare questa sera?" Domando sbigottita, mentre mi avvicino per abbracciarlo.

"Tesoro, ho trovato un volo anticipato, così ho deciso di prenotare un biglietto last-minute, per farti una sorpresa".

Finalmente sembra essere tornato tutto come prima, come se questo weekend fin troppo incasinato, non fosse mai esistito.

"Quando sei arrivato? Non ti ho sentito entrare".

"Ho tentato di non far rumore, immaginavo stessi dormendo." risponde, dandomi un buffetto sulla guancia.

Sorrido al tocco, sempre più felice che sia tornato.

"Com'è andato il caso? E com'è il Vermont?"

Rimarrei tutta la mattina a casa, per riempirlo di domande, ma so di dover andare a scuola, perciò mi limito a due, quelle di cui non vedo l'ora di sapere la risposta.

"Abbiamo vinto la causa, il Vermont è freddo, ma piacevole. Tu come stai? Hai visto Samantha in questi giorni?"

Samantha. Temo di essere stata un po' dura con lei, impedendole di venire a trovarmi, se avessi saputo che avrebbe mandato Andrew, avrei accettato volentieri una sua visita.

"Samantha aveva del lavoro da svolgere, ma ho visto Andrew, fino a ieri è venuto qui".

Pronunciare quel nome ad alta voce, in presenza di mio padre, ignaro di tutto ciò che è avvenuto tra noi, provoca in me un brivido.

Nothing so farWhere stories live. Discover now