Chapter 32

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-Please, don't be in love with someone else
Please, don't have somebody waiting on you

Taylor Swift-


Eden

Tutto ciò che arreca dolore, a volte è la cura.

Questo è ciò che ho costatato questa notte, che ho trascorso senza chiudere occhio, mentre la mia mente non ha fatto altro che pensare ad Andrew.

Mi intasa i pensieri, fino a farmi credere di stare per esplodere.

Sto ancora perdendo tempo a rigirarmi le coperte, intenta a zittire il mio cervello, quando la porta della mia stanza si spalanca.

"Eden, farai tardi a scuola, suvvia!"

Mio padre ha il coraggio di urlarmi addosso di prima mattina, facendo crescere in me il desiderio di darmi malata. Ma, ancor prima che possa iniziare a protestare, mi viene in mente la festa di stasera.

Ieri ho mandato un messaggio a Kat, e lei mi ha informata di essere già stata invitata da Thomas. Non so se mi preoccupi maggiormente il fatto che la mia migliore amica voglia andare ad una festa, a cui partecipano i più decerebrati della scuola, oppure il fatto che si scambi dei messaggi con Thomas.

Probabilmente la seconda.

Ma non so se sarà semplice convincere mio padre a darmi il permesso di andare, da quando è tornato dal suo weekend d'amore si comporta in maniera del tutto inusuale, per quella che è la sua persona.

Non è mai stato così apprensivo, per il semplice fatto che dovermi fare sia da padre che da madre non è il suo forte. Ma so che ci prova in tutti i modi.

Dopo una manciata di minuti trovo la forza di alzarmi dal letto, sempre che così si possa definire il trascinamento verso il bagno che mi sono autoimposta.

'Puoi scordartela'.

Ripercorro per l'ennesima volta le parole che mi ha detto Andrew, in merito alla mia lametta.

Merito di gestire da sola il mio dolore, senza che lui se ne preoccupi.

Per il semplice fatto che lui non è assolutamente nessuno, per dirmi cosa devo farne di me. Ho bisogno di sanguinare, perché mi aiuta a pensare di essere ancora viva.

Perché fisicamente lo sono, ma mentalmente sono morta, da molto tempo.

Trovo la forza di sorridere quando le persone a cui tengo sono accanto a me, ma non mi sono mai sentita al sicuro.

Non fino a quando non ho conosciuto Andrew.

Il sentire qualcosa per lui, qualcosa a cui non so dare un nome, mi indispettisce fino a impazzire. Non voglio tornare a provare qualcosa, significherebbe che quella parte di me esiste ancora.

Quella piccola parte di me che amava provare emozioni contrastanti, per assaporarne la magnificenza. Quella Eden è morta quando è stata abbandonata dalla madre.

Le medie sono state un incubo, tutti credevano che la mia mamma, la stessa che ogni sera mi ripeteva di amarmi, fosse morta.

E per un momento ci ho creduto anch'io. In un angolo recondito del mio cuore, speravo potesse sparire da questo mondo, perché sarebbe stato sinonimo del fatto che non avrei più dovuto rivederla.

E avrei chiuso con il passato. Ma non è successo, non ho ancora fatto i conti con il mio trascorso.

Mentre sono ancora assorta nei miei pensieri, il mio cellulare prende a squillare ininterrottamente, perciò lo afferro, accettando la chiamata ancor prima di leggerne il mittente.

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