Epilogo

24 3 0
                                    

Dieci anni dopo

Il cielo scuro di Alessandria d'Egitto era lastricato di puntini luminosi, una vera mappa stellare, visibile benissimo anche ad occhio nudo. Hamina era in piedi con il naso all'insù da almeno dieci minuti. Le braccia lungo i fianchi e lo sguardo sognante. Era affascinata da quello spettacolo, il cielo stellato rientrava tra i fenomeni naturali che più amava. Non era così raro ammirare tante stelle durante le notti estive, soprattutto in periferia. Ma Hamina ormai viveva in città, in mezzo al caos e al rumore e quella contemplazione esigeva il silenzio totale o al massimo un sottofondo più naturale delle urla dei passanti.

La pace e la tranquillità del suo villaggio natío erano un lontano ricordo. Un ricordo che si concretizzava nuovamente quando Hamina tornava a casa a salutare i suoi genitori o quando, come quella sera, decideva di recarsi in periferia da suo fratello. Appena gli impegni di studio e lavoro glielo permettevano, lei fuggiva ai margini del deserto o sulle sponde del Nilo.

Aveva finalmente realizzato i suoi sogni, aveva intrapreso gli studi, era uscita di casa e si era resa indipendente continuando la sua ricerca personale. E il cielo aveva giocato un ruolo fondamentale in questo, rappresentando la prima tappa ufficiale del suo viaggio interiore.
Era al cielo che Hamina si rivolgeva nelle difficoltà ed era stato proprio dal cielo che era giunta Cleo. La sua persona. La sua anima gemella. Il suo vero amore.
Erano passati tanti anni da quando Cleo era spuntata nella sua vita, ma lei non l'aveva mai dimenticata. Non si erano più viste dopo quel bacio sul monte. O meglio, si erano incontrate spesso in un'altra dimensione, più eterea, quasi ovattata.
Quando succedeva, Hamina aveva la sensazione di aver sognato, perché ogni volta che riapriva gli occhi lei non c'era più. Ma poi percepiva il suo profumo aleggiare nella stanza, mentre nel suo cuore si faceva largo la consapevolezza di quell'incontro. E allora, a quel punto, si tranquillizzava e si rendeva conto che non erano mai state così vicine come in quegli istanti. Tutte le sere, prima di dormire pensava a lei e nella sua mente si delineava l'eco dei suoi bellissimi occhi verdi, più vividi e luccicanti che mai e della sua voce che, però, adesso, sembrava più flebile rispetto al passato, come se fosse più lontana. Eppure Hamina sentiva quella donna dentro di sé, era diventata parte di lei. I loro cuori battevano all'unisono, le loro coscienze si compenetravano.
Era stato proprio grazie a Cleo se Hamina aveva intrapreso i suoi studi di astronomia ed era diventata professoressa ad Alessandria. L'universo era diventato l'oggetto del suo lavoro nonché fonte primaria di conoscenza. Per questo, si rivolgeva ancora al cielo, come faceva da ragazza. Era il suo modo per ringraziare il suo passato, ma soprattutto era il modo più efficace per sentirsi vicino a Cleo. Ti aspetterò.

"Vuoi una tazza di the?" chiese Yassin sulla porta. Hamina si riscosse e annuì "Sì, ho proprio voglia di provare uno dei vostri fantastici infusi. Sono venuta qui apposta"
Yassin ridacchió "Certo, come no" fece per richiudere la porta dietro di sé quando Samira irruppe di corsa in giardino tenendo le braccia tese davanti a sé come se dovesse spiccare il volo verso mete sconosciute. Si lanciò letteralmente in braccio ad Hamina urlando "Ziaaaa, finalmente sei arrivata"
"Sami, vacci piano. Tua zia non è più così giovane" la redarguí bonariamente Yassin prima di sparire in cucina.
Hamina scosse la testa "Guarda che tra i due sei tu quello più vecchio" puntualizzó.
La piccola Samira nascose il viso nell'incavo del suo collo e le sussurró sulla pelle "Ti voglio bene, zia"
Hamina la strinse a sé "Anch'io principessa. Come sei diventata grande"
Samira era la figlia maggiore di Yassin e Farah, aveva nove anni ed era molto affezionata a sua zia Hamina. Le piaceva ascoltare le storie su stelle, pianeti e costellazioni. Faceva sempre un mucchio di domande e Hamina si rivedeva tanto in lei. Samira era una bambina curiosa, attenta e sempre sorridente.
"Sono pronta per la lezione" le comunicò emozionata. Hamina allora l'adagió sul terreno e con le mani sui reni si inarcó all'indietro facendo scrocchiare la schiena "Odio doverlo ammettere, ma tuo padre ha ragione. Non sono più atletica come una volta" La bambina la guardò impaziente
"Vedo che non ti sei dimenticata"
Samira mise le mani sui fianchi "Mai! Sono una donna di parola"
Hamina ridacchió divertita per quella definizione "Va bene, donna di parola. Vieni, sdraiamoci qui" Hamina stese sull'erba il suo coprispalle decorato e si accomodó. Samira, ancora in piedi, la osservò dall'alto "Sdraiarci?" domandò incredula. Da quando le lezioni si facevano da sdraiati? Lei a scuola era sempre stata seduta "Le stelle si vedono molto meglio così, fidati di me" Samira non se lo fece ripetere una seconda volta e si sdraió di fianco a sua zia "Wow! Quante stelle" esclamò entusiasta Samira.
"Sì, stasera siamo proprio fortunate" il cielo era terso come non capitava da giorni "Anche perché vorrei raccontarti di una stella in particolare"
"Quale?" gli occhi di Samira scintillarono di curiosità. Hamina sorrise e puntò il dito verso il cielo. Gliela indicò proprio come aveva fatto Cleo anni fa "Quella lì, la vedi?"
Samira annuì, anche se sua zia non era sicura l'avesse davvero individuata "Ecco, quella non è una stella, bensì un pianeta. Si chiama Eirenen ed è abitato da altre creature" Samira spalancò la bocca incredula "Davvero?"
"Certo"
"E sono come noi?"
"Fisicamente sì. Hanno un volto, due braccia, due gambe e così via. Però hanno una bellezza pulita, incontaminata, sembra quasi che brillino e sono decisamente più evoluti..." Hamina si voltò su un fianco e toccò con la punta del dito prima la fronte di sua nipote "Qui" e poi il petto, all'altezza del cuore "E soprattutto qui"
"Sono persone buone..." ragionó Samira ad alta voce. Hamina sorrise soddisfatta, la sua nipotina era sveglia, sapeva cogliere benissimo i riferimenti.
"Buone, generose e non conoscono i sentimenti negativi"
"Quindi sono sempre felici"
"Più o meno. Diciamo che soffrono se percepiscono la nostra sofferenza, hanno molta empatia col genere umano, sanno leggere le nostre emozioni. Ma non sono abituati al nostro modo di vivere, perché sul loro pianeta l'armonia regna sovrana" Era questo ciò che le aveva raccontato Cleo in quei sogni così vividi, quando camminavano mano nella mano su distese di prati e si riscaldavano sotto i raggi del sole "Possiamo andarci anche noi?" chiese Samira guardandola con gli occhioni pieni di speranza. Dí di sì sembravano implorare.
Hamina le accarezzò la testa "Forse un giorno ci riusciremo... Però loro possono venire a trovarci"
Samira si aprì in un sorriso e si tirò su a sedere "Davvero? Tu, zia hai conosciuto qualcuno di loro?" Hamina la osservò col cuore che le scoppiava di gioia e sorrise.
Alzò gli occhi verso l'immensità blu scuro che le sovrastava e Samira la imitó "Si, piccola mia. Ho conosciuto qualcuno di speciale che mi ha cambiato la vita"
Hamina poggiò la mano su quella di sua nipote e la strinse mentre la sua anima era avvolta da un caldo abbraccio pieno di amore, generosità, affetto. Hamina sentí il cuore scoppiarle d'amore per la donna dagli occhi verdi e poi percepí la sua voce dentro di sé e ogni fibra del suo corpo vibró. Fu in quel momento che Hamina  capí di aver trovato la sua strada
"Una persona davvero speciale"
Quassù tra gli astri si nascondono tanti misteri, ma è sotto il cielo d'Egitto che avvengono gli incontri più incredibili e le sorprese più inaspettate. Con tutta me stessa, adesso come allora, ti amo Hamina.

Sotto il cielo d'EgittoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora