Capitolo 6

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La rivelazione di Cleo aveva lasciato Hamina senza parole "Io ho compiuto da poco 21 anni" ragionò ad alta voce, con la fronte corrucciata mordendosi l'interno delle guance nervosa. 
Nel frattempo, Cleo continuò imperterrita il suo racconto "I miei genitori erano giunti sulla Terra da poco, per loro era tutto nuovo, non conoscevano ancora i veri sentimenti e le vere motivazioni che spesso muovono gli uomini a compiere azioni illogiche. Quel giorno ebbero la loro prima prova di quanto alcuni esseri umani sappiano essere crudeli nella loro indifferenza"  Il tono di Cleo era mutato, più lento, più calmo. Non c'era più l'entusiasmo fanciullesco che Hamina aveva visto fino ad un attimo prima. Le sue riflessioni erano diventate più profonde, come se stesse scandagliando gli abissi dell'anima per esprimere al meglio le sensazioni che avevano provato i suoi genitori di fronte all'ignoranza di certi esseri umani. Sembrava ispirata. Le sue spiegazioni si facevano più dettagliate. Era come se avesse lasciato il posto ad un'altra presenza, una presenza che era stata effettivamente lì quel giorno di tanti anni prima e che sapeva descrivere perfettamente cosa avesse provato. Hamina la osservava attenta e affascinata dalla sua bellezza estetica e interiore. Cleo sembrava nascondere un mondo dentro di sé e Hamina aveva l'impressione che quella donna misteriosa le risvegliasse sensazioni sopite da tempo immemore, che niente e nessuno fino ad ora era riuscito a scatenare.

"Cosa successe quel giorno?"
Cleo sospirò "Un signore anziano, con la barba bianca, le vesti stracciate, gli occhi spenti si appoggiava al suo lungo bastone e avanzava a piccoli passi nella zona dell'Arena"
Dove ci siamo incontrate ieri Hamina sussultò. Allora non era stato casuale.
"Un ragazzino, insieme ai suoi amici, si fermò davanti al vecchio e lo insultò per lo stato delle sue vesti e del suo sguardo cieco. Gli faceva le boccacce tanto il vecchio non poteva vederlo, gli correva intorno picchiettandogli un dito sulla spalla, prima la destra e poi la sinistra. Il vecchio era disorientato e gli amici del bulletto ridevano e lo chiamavano stupido vecchio. Andarono avanti così finché uno di loro non ebbe la brillante idea di calciare il bastone a cui l'anziano si appoggiava sbilanciandolo e facendolo ruzzolare per terra" Cleo fece una pausa e bevve un sorso d'acqua. Hamina sentì una fitta allo stomaco pensando alla cattiveria e alla prepotenza di quei bulli che non erano altro che il frutto dell'educazione della sua società. Il povero, il vecchio, lo storpio, e, sì anche la donna il più delle volte meritavano quel trattamento e la successiva indifferenza delle persone. Questo pensiero la fece ribollire di rabbia.
"So cosa stai provando, ma tranquilla, la storia ha un lieto fine" Cleo sorrise dolcemente e proseguì "Mia madre sgomenta osservò la scena delle persone che, indifferenti, gli passavano accanto, lo prendevano dentro, gli lanciavano occhiate di disprezzo. Quando non riuscì più a guardare il turpe spettacolo, scattò verso l'anziano mendicante. Ma venne fermata dal braccio di mio padre che le indicò una donna tra la folla che stava correndo verso il vecchio cieco" Hamina aveva il fiato sospeso. Chi mai sarà stata quella donna?
"Era tua madre!" Hamina sgranò gli occhi e un moto di orgoglio le fece stringere il pugno in segno di vittoria.
"Aiutò il vecchio a rialzarsi e fu raggiunta subito da tuo padre che offrì al mendicante una spalla a cui appoggiarsi e un pezzo di pane per sfamarsi. I miei rimasero senza parole e solo allora decisero di avvicinarsi e di presentarsi ai tuoi genitori"
"Come si presentarono? Dissero loro di arrivare da un altro pianeta?"
Cleo sorrise "Ovviamente no, sono meno originali della sottoscritta" ammiccò in direzione di Hamina che abbassò gli occhi imbarazzata
"Gli raccontarono di essere giunti in Egitto da poco e li invitarono a pranzo nella loro dimora insieme al vecchio cieco. "
"E fu in quel momento che i tuoi genitori decisero di aiutare la nostra famiglia?"
"Sì esatto. Da quel pranzo tutti insieme, si incontrarono solo un'altra volta, quando tua madre era incinta di te"
"E cosa successe?"
"Niente, si fermarono a chiacchierare e io, curiosa come sono, accarezzai il pancione di tua mamma"
"C'eri anche tu?" Hamina era sbalordita. Si erano già incontrate anche loro, in un certo senso. Cleo sorrise "Mia madre e mio padre si guardarono e presero la decisione in quell'esatto momento. Il gesto di generosità e compassione dei tuoi genitori nei confronti del vecchio era stato rivelatore. Un raggio di sole nell'oscurità dell'indifferenza. Andava ricompensato"
"I nostri genitori non si sono mai più rivisti?"
Cleo scosse la testa "No. Dopo quasi dieci anni qui in Egitto i miei hanno deciso di tornare a casa e quando lasci un luogo, non vi puoi più tornare. Hanno vegliato sulla tua famiglia da Eirenen"
"Mmm" Hamina era confusa "Perché allora tu sei tornata se sei già stata qui?"
"Perché non ho ancora compiuto il mio dovere. I miei genitori hanno donato ai tuoi la bancarella a cui oggi lavorano al mercato e dell'oro"
"Dell'oro?"
"Sì, ma quello è per te e gli hanno fatto promettere di non toccarlo fino ai tuoi 21 anni"
"Ma io li ho compiuti qualche giorno fa"
"Per quello io sono qui" Cleo era criptica nelle sue spiegazioni, ma Hamina stava cominciando a capire "Perciò tu non sei qui per caso...o sbaglio?"
Cleo sorrise e alzò le spalle "Il caso non esiste"
"Quindi una volta portato a termine il tuo compito, non ti rivedrò mai più?" Hamina era preoccupata. Sentiva che Cleo era speciale, anche se non la conosceva quasi per nulla, aveva come la sensazione che fossero legate. Forse era stato proprio quel tocco sulla pancia di sua mamma a creare un legame.
"Non ci pensare adesso" Cleo saltò in piedi e batté le mani. Hamina la imitò "Sarà tardi, forse è meglio che torni a casa"
"Oggi è stata una giornata impegnativa, piena di informazioni. Hai bisogno di riposare" Le due rimasero in piedi una di fronte all'altra in silenzio per qualche secondo. Hamina doveva elaborare tante informazioni, era vero, ma stranamente non si sentiva sopraffatta o in confusione. Era come se tutti i pezzi del puzzle si stessero finalmente incastrando. L'unica sensazione strana la stava provando adesso, con Cleo di fronte a lei a pochi centimetri. Quello cos'era? Non riusciva a spiegarselo.
Cleo le sorrise e le accarezzò un braccio "Hai la pelle d'oca, hai freddo?" Hamina arrossì di nuovo e scosse la testa. Aveva freddo?
"Sicura? Tieni prendi questa" Cleo si chinò in avanti e le offrì una mantella per proteggersi le spalle. Gliela sistemò lei stessa "Ecco, adesso andrà meglio"
Nessuna delle due sembrava aver intenzione di muoversi. Cosa le univa? Cleo era speciale, saggia, rassicurante nei suoi discorsi. Bellissima.
"Vuoi che ti accompagni io?"
"No tranquilla, ci rivediamo domani?" chiese Hamina speranzosa.
Cleo annuì "Sì, alla biblioteca in fondo alla strada appena torni dal mercato"
Hamina non sapeva come congedarsi. Non aveva così tanta confidenza da abbracciarla, anche se moriva dalla voglia di sfiorare la sua pelle; ma allo stesso tempo si sentiva così connessa e sulla stessa lunghezza d'onda della ragazza dagli occhi verdi che forse un abbraccio non sarebbe sembrato troppo strano. Mentre lei rifletteva, Cleo l'anticipò attirandola a sé e stringendola fra le braccia "A domani" Hamina chiuse gli occhi. Respirò il profumo dei suoi capelli e in un attimo si ritrovò in piedi nella sua stanza. Sorrise e scosse la testa. Si sdraiò sul letto, si avvolse la mantella intorno alle spalle e si addormentò con in testa il bellissimo viso della ragazza dagli occhi verdi.

Sotto il cielo d'EgittoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora