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Le foglie cadevano, le nuvole ricoprivano il grigio cielo d'autunno, e finalmente ero tornata a casa.

Dopo i primi tre anni di Università, a Detroit, decisi di prendere la laurea triennale, e di tornare dove tutti i miei ricordi migliori sono raccolti, a Sheffield.

Mia madre appena scoprì della notizia andò su tutte le furie pensando che abbandonare lo studio non fosse una grande idea ma io ero sicura della mia scelta, insomma avevo ventitré anni, stava a me decidere cosa fare della mia vita.

La seconda persona a sapere di questo trasferimento fu Matt, un amico molto stretto, ai tempi delle superiori uscivo con lui e i suoi amici, Alex, Jamie e Andy.
Con Alex legai molto, però poi tra noi iniziò ad esserci più di un'amicizia, e quando partii per seguire i miei studi, quel sentimento lo dovetti lasciare a Sheffield, per proseguire la mia vita.

I ragazzi adesso avevano una band, gli Arctic Monkeys, ne ho sentito parlare molto bene, ho ascoltato alcuni brani e penso che abbiano molto talento, sono fiera di loro, mi ricordo ancora quando avevo quindici anni e loro diociotto e mi portavano nel loro garage ad ascoltare delle cover che suonavano. Stento a credere che ora ci sono persone che suonino cover dello loro canzoni.

Questa sera andrò ad ascoltarli, nonostante siano ormai di fama mondiale continuano ad esibirsi nei piccoli pub di Sheffield.

Ero un pò agitata di ritornare alla mia vecchia vita, e di rivedere i miei amici, sopratutto Alex, avevo paura che dopo quello che era successo non ci sarà più il rapporto amichevole che una volta avevamo costruito.

Scesi dal taxi, presi le mie tre valigie ed entrai in casa.
"Ara!" Sentii gridare dalla cucina, per poi vedere mia madre uscirne con il grembiule da cuoca. Non ebbi il tempo di ricambiare il saluto che mi ritrovai stretta tra le sue braccia. Odiavo il soprannome 'Ara', solo lei e i miei parenti mi chiamavano così, tutto il resto delle persone mi chiamavano 'Bella'.

"Tesoro come sei cresciuta." Disse guardandomi emozionata con un sorriso a trentadue denti sul viso.
"Mamma non ci vediamo da qualche mese, sono venuta qui per le vacanze estive a luglio!" Risposi ridendo.
"Appunto! I giovani come voi crescono troppo in fretta." Esclamò mia madre, "Com'è andato il volo?" chiese con voce più calma.
"Tutto bene, grazie." Risposi a mia volta.

"Tu devi essere Arabella." sentii una voce provenire da dietro di me. Mi voltai e vidi un uomo sulla cinquantina, vestito in modo decoroso, che mi osservava con un sorriso in faccia.
"Ehm... si, tu saresti?" mi girai verso mia madre che sorrise.
"Non gliel'hai ancora detto tesoro?" chiese lui rivolgendosi a mia madre. Tesoro?
"Doveva essere una sorpresa... Lui è John, il mio fidanzato." Rispose con un pò di insicurezza per paura della mia reazione, ma io ero più che felice; dopo tutto quello che aveva passato con mio padre, meritava una seconda possibilità in amore, e soprattutto una persona che la tratti come merita di essere trattata.

"Cosa? Ma è fantastico! Sono molto felice per te mamma, e anche per te John, hai scelto proprio una bella donna!" Risposi facendoci scoppiare a ridere.

Tra chiacchiere e racconti si fece sera, e dopo aver svuotato le valigie, e aver mangiato, salii in camera e iniziai a prepararmi per rivedere i ragazzi...
Optai per una gonna aderente nera e un top rosso, misi le calze nere velate, e per concludere il tutto indossai i miei amati anfibi e una giacca di pelle a bomber.
Mi truccai leggermente e poi uscii di casa dopo aver salutato mia madre.

Non avevo bisogno di essere accompagnata dato che il locale era relativamente dietro casa, e in più anni fa ci andavo spesso, quindi non avrei avuto problemi con la strada.
Raggiunto il locale, colmo di persone, feci la fila e riuscii finalmente ad entrare.

La band non stava ancora suonando, quindi andai al bancone e ordinai un Gin Tonic.
"Sei nuova qui? Non ti ho mai vista" chiese il ragazzo che mi stava servendo.
"A dire il vero no, vivo qui da quando sono piccola, per l'università sono andata a Detroit, ma ora eccomi qui." risposi mentre sorseggiai il drink che nel frattempo mi era stato servito.
"Ah capisco, e come mai da queste parti?" Chiese con una punta di amarezza nella voce.

"Sono qui per vedere degli amici, si esibiranno qui stasera" Risposi un pò seccata.
"Aspetta, vuoi dire loro? Proprio loro? Gli Arctic Monkeys?" Chiese sgranando gli occhi.
"Si esatto" risposi poco prima di lasciare il bar.

Ad un certo punto le persone iniziarono ad applaudire, così mi girai verso il palco e vidi i miei amici posizionati al loro posto, per loro era impossibile vedermi in mezzo a quella folla, ma io li vedevo perfettamente, vedevo il grande sorriso di Matt, la concentrazione di Jamie, e anche un ragazzo che non avevo mai visto, e Andy, beh lui non c'era...
Le ragazze iniziarono ad applaudire e schiamazzare ancora di più quando un ragazzo alto e con i capelli scuri fece la sua entrata... Alex.
Il suo fascino era rimasto lo stesso. Aveva dei jeans scuri e una maglietta nera che risaltava i suoi muscoli... Oh si, è sempre lo stesso Alex egocentrico di un tempo, e forse era anche quello che mi ha sempre colpito.

"Ciao Sheffield è sempre un piacere essere qui!" Disse il cantante al microfono.
"Siamo gli Arctic Monkeys!" Esclamò facendo impazzire il pubblico.
"Questa signori è una delle prime canzoni che ho scritto..." Disse per poi iniziare a muovere le dita sulla chitarra.
Suonarono come prima canzone I bet you look good on the dancefloor, My propeller, e altre canzoni che non sono riuscita a riconoscere dato che non ascoltavo molto la loro musica.
"Grazi mille a tutti! Per concludere la serata vi suoneremo Do me a favour!" disse per poi cantare una canzone che mi arrivò al cuore, le note, le parole, e soprattutto la sua voce.

Mentre lo guardavo suonare incrociò lo sguardo con il mio, e sembrava perso, si immobilizzò, come se non credesse che fossi veramente qui, a risvegliarlo dai suoi pensieri fu Jamie che con un calcetto lo fece riprendere a suonare, non staccò gli occhi da me per nemmeno un secondo, e quando finì la performance andò a parlare con Matt, per poi uscire dal palco e, suppongo, andare nei camerini.

Rimasi incantata lì per un pò, immaginavo che rivedere Alex mi avrebbe fatto un effetto particolare, ma non pensavo così forte.

Ritornai al bancone e bevetti un'altro drink, fino a quando una mano mi toccò la spalla.
"Bells" solo una persona mi chiama così... Alex.

Do me a favour|| Alex TurnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora