Capitolo 2- l'arresto

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POV CHIARA
"effetto farfalla."

Sia ieri che l'altro ieri sono stati due giorni bruttissimi qua a Napoli. Dopo l'incontro con quei due io e mia cugina abbiamo avuto paura di girare di nuovo da sole, ma questa sera i miei genitori hanno una cena di lavoro e noi non abbiamo voglia di passare il venerdì sera con loro.
<se andassimo in quest'altra?>
<se, così ci stuprano prima di entrare.>
<quanto sei drammatica Chià.>
<ma guarda che discoteche scegli, ma dai.>
Sono le 18 e noi dobbiamo ancora decidere in che discoteca passare la serata.
<ma secondo te in questa fanno entrare i minorenni?> Giulia me ne fa vedere una stupenda vicino ad una spiaggia.
<certo Giu, guarda quanto costa il biglietto.>
<15 euro, ci sta oh.>
<avoja, vediamo bene dove sta.> così ci iniziamo ad informare e verso 19 iniziamo a prepararci.
Mettiamo i nostri vestitini brillantinati, trucco, capelli e siamo pronte.
***
Alle 21 scendiamo dal taxi che ci ha lasciato proprio davanti l'entrata della discoteca. Prendiamo le nostre borsette e andiamo verso l'entrata. Dopo averci controllato il biglietto ci lasciano entrare e la forte musica ci entra nelle orecchie.
<che figo qui!>
<ve! Andiamo a prende da bere!> dico subito io, urlando, per sovrastare la musica.
Così ci muoviamo verso il bancone, passando in mezzo ai tanti ragazzini che ballano.

<che vi porto?> ci chiede il cameriere.
<due gin lemon.> dice Giulia, facendo contatto visivo con quello. Lui allora si mette a preparare i nostri drink e noi ne approfittiamo per parlare un po'.
<ma tranquilla guardalo un altro po'.> la prendo in giro io.
<ma smettila, sto provando a farci offrire i drink.>
<qui non stiamo a Roma Giu.>
<Roma o Napoli, il potere del rimorchio funziona ovunque.> dice lei facendo mi un occhiolino e riportando la sua attenzione al barman.
<wewe, che fanno due uajon accussì belle da sole?> mi giro da dove proviene la voce e mi ritrovo davanti un ragazzo che avrà sui 16/17 anni. Camicia sbottonata nera, jeans scuri, taglio al sopracciglio e classico capello che a Roma diremmo da "boro".
<che fai, nun me rispond?> smetto di squadrarlo e lo guardò negli occhi. Occhi azzurri. Freddi.
<cosa c'è?> Non capisco se mi abbia sentito, data la musica alta, ma lo vedo avvicinarsi.
Si avvicina al mio orecchio.
<tu si de cca?> sento il suo fiato sul mio collo, poi sposta il suo viso davanti al mio e sento il suo alito. Sa di alcool, tanto.
seguo il suo gesto di prima e mi avvicino al suo orecchio.
<sono di Roma.>
<l'italiano tujo è perfetto.> mi sorride. Un sorriso furbo.
<te potresti migliorarlo.>
<aiutame te.> stiamo parlando molto vicini tra di noi. I visi quasi attaccati.
È un bel ragazzo, assolutamente, ma ha proprio l'aria di un delinquente, non voglio altri guai. Per fortuna mi chiama Giulia, per darmi il drink.
<l'ho dovuto pagare, non ha funzionato.> mi dice lei scocciata, mentre beve il suo drink. Poi mi si avvicina per dirmi qualcosa.
<ti lascio sola?> mi dice lei, indicandomi il ragazzo.
<ho paura Giu.> dico io bloccandola per il polso, proprio mentre se ne stava andando.
<rilassati Chia, lasciati andare.> e detto questo si allontana di poco, facendomi cenno che continuerà a tenermi d'occhio.
<prossimo drink te 'o offro ij.> ed ecco che il ragazzo ricomincia.
<vai a ballare, va.>
<vie cu me.> senza darmi il tempo di rispondere mi prende la mano e porta in pista.
Iniziamo a ballare, mi prende per i fianchi, ci muoviamo insieme.
Sto bevendo il mio drink mentre mi lascio trasportare dalla musica.
Per una sera, in una città non mia, posso essere libera, senza pressioni.

Sarà il quarto o quinto bicchiere che sto bevendo. Non so che alcolico sia quello dentro al mio bicchiere, ma è molto buono. Questo ragazzo, che poi ho scoperto chiamarsi Francesco, ha insistito per offrirmi da bere. Non che a me manchino i soldi è, però le cose offerte non si rifiutano. Ho perso di vista Giulia da inizio serata, ma sinceramente non me ne preoccupo, conoscendola si starà paccando qualcuno.
<jamme fore?> non capisco bene cosa mi stia dicendo Francesco. Sta dietro di me, a ballare, fumare. Mi sono completamente lasciata andare a lui, baciandolo più volte e permettendogli di toccarmi.
Annuisco alle sue parole, anche se incomprese, e lo seguo non so dove.
Alla fine andiamo in una terrazza, che affaccia sul mare.
Mi appoggio alla ringhiera, mentre lui si sistema davanti a me, fumandomi in faccia.
<vuo' prua' na cosa?> dice lui sorridendomi.
Io annuisco, incantata dal guardare i suoi occhi.
Dalla tasca tira fuori un sacchetto, dal quale prende una pasticca.
<prendila.> la mente mi diventa un attimo più lucida e capisco cosa vuole farmi prendere.
<no Francesco.>
<ja, è solo na pasticca.>
io continuo a negare.
<no, non mi va. Non mi va.> provo ad allontanarmi, barcollando.
<allora vasame.> non me lo faccio ripetere due volte e lo bacio. Lo vedo staccarsi e mettersi la pasticca in bocca, per poi ritornare sulle mie labbra.
<divertiti.> Restiamo là fuori per un po'. A baciarci, poi mi chiede di tenergli la busta.
Non ricordo molto, inizio a vedere sfocato. Lascio prendere a lui la mia borsa, ma poi me la rida.
Continuiamo a baciarci, a toccarci, con il vento di mare che ci scompiglia i capelli. Poi però sento un rumore ovattato giungermi alle orecchie e mi stacco da lui.
<mmh, che tieni?> lui inizia a baciarmi il collo, però poi smette.
<cazzo. Andiamo via.> mi prende la mano ed iniziamo a correre. Provo a stargli dietro, ma una volta entrati mi spingono e lo perdo tra la folla.
Non sto capendo più niente, vedo tutto sfocato, mi appoggio al muro.
Vedo qualcuno entrare, sono persone vestite di nero, scappano tutti. Ma io non riesco a muovermi. Sento gli occhi pesanti e poi qualcuno mi porta fuori e prova a parlarmi. Ma non riconosco la voce, non capisco più niente.
***
ore 5:34.
Mi sveglio in una macchina, vedo l'ora dal mio orologio.
<che è successo?> mi alzo e vedo due poliziotti. Mi guardo intorno e quasi mi viene un colpo. Sono dentro un'auto della polizia e sono ammanettata.
<ecco a principessa. Scendi ja.> Uno dice così e l'altro mi apre la portiera.
<nun tenem tutto o jurn.> praticamente mi spingono fuori e mi ritrovo alla centrale di polizia.
Quando entro trovo i miei genitori a piangere ed io non mi trattengo più.
<che ho fatto? Mamma non ho fatto niente!>
Qui ho ricevuto la notizia che mi ha rovinato la vita.
<Chiara Busci, sei in arresto per possesso e spaccio di sostanze stupefacenti.>
La mia vita è finita, buttata nel cesso.

Ed ecco perché la nostra Chiara è stata arrestata. Ma cosa vuol dire effetto farfalla? Con una frase trovata su internet vi faccio un esempio pratico di cosa intendo. "Una farfalla batte le ali a Pechino e a New York arriva la pioggia invece del sole" un cambiamento veloce, un "battito di ali"  che può cambiare la vita in un'altra città.
Spero di essermi spiegata bene. ❤️🌊

non cambierò || MicciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora