capitolo 30- brutti ricordi

4.2K 130 13
                                    

"certi baci lasciano l'amore in bocca."

POV CHIARA
Neanche stasera ho chiuso occhio. Continuo a rivedere il corpo di Viola steso a terra ed il sangue che non smette di uscire.
Scosto le coperte e vado in bagno, per sciacquarmi la faccia.

Quando torno di là, c'è Liz che sta aprendo la cella.
<già sveglia chiattì?>
annuisco con la testa e mi metto seduta sul letto, sorreggendo la testa con le mani.
<tutto buon?>
<sisi, ho solo sonno.>
<ah ecco.> si fa scappare una piccola risata, mentre sveglia le mie compagne.
<in piedi dormiglione! Susu!>
E sotto le lamentele di Silvia, ci da una notizia per quest'oggi.
<vestitevi bene che dobbiamo andare a ricordare Viola.> detto questo esce, lasciandoci sole.
Senza parlare ci vestiamo.
Io metto un semplice jeans e una maglietta corta bianca. Non ho voglia di impegnarmi a scegliere qualcosa di più elegante.
E a quanto pare, anche le altre la pensano così.
Di trucchi abbiamo solo il mascara, quindi ne approfitto. Era da tanto che non lo mettevo.

Quando usciamo già ci sono i ragazzi. Ci fanno entrare tutti dentro una piccola chiesa e stranamente non ci fanno dividere tra maschi e femmine. Dicono solamente di sederci dove vogliamo.
Io vorrei sedermi insieme a Micciarella, però poi vedo Mimmo. È perso, chissà cosa gli è successo, cosa ha fatto, di che cazzata si tratta. Ma lui non vuole parlare con me ed io non sono nessuno per obbligarlo.
<nun vuo veni vicino a me?> Micciarella mi prende di sorpresa, avvicinandosi.
<sisi, non ti ho più visto.> che bugiarda che sono.
<andiamo dai.> tenendomi per la mano mi fa sedere su una panca vuota, ma non lo rimane tanto.

Subito dopo arrivano Cucciolo e Dobermann ed io mi ritrovo praticamente circondata dai suoi amici.
Davanti a me ci sono Edoardo, Milos e un altro ragazzo, dietro altri quattro di cui sinceramente non so il nome, ma si salutano con i ragazzi vicino a me.
Io sorrido cordialmente, salutando tutti, ma senza parlare un granché.
Io e Micciarella ci stiamo ancora tenendo le mani che, intrecciate, stanno poggiate sulla gamba.

Entra la direttrice ed inizia a parlare. Fa un discorso davvero commovente e tutti qui dentro siamo rimasti colpiti dalle sue parole. Lei ci tiene così tanto a noi, alla nostra salute mentale e fisica, al nostro futuro, alle nostre opportunità e capacità.
Ci tiene davvero a noi, come fossimo dei figli per lei.
***
Usciamo dalla piccola chiesa e ci lasciano liberi di rilassarci un po'.
Micciarella sta ancora parlando con i suoi amici da quando siamo usciti.
Sinceramente non sto capendo il discorso, dato che parlano in napoletano.
Così sto li, annoiata a guardarmi intorno.
<allora pure Micciarella sa comportarsi da uomo. Tutto il tempo le manine intrecciate, che carino piccolino!> esco dal mondo dei sogni solo quando sento Dobermann dire ciò.
Voglio vedere la reazione del ragazzo vicino a me, così io non dico niente.
<tu invece che ci fai con le tue mani, le seghe?>
<quello che facevi tu fino a poco tempo fa.>
<e mo tengo chi me le fa al posto mio.>
ecco, senza essere volgari non sarebbero stati felici.
<du principi oh.> rispondo nervosa io, staccandomi da Micciarella.
<e ja Dobermann, hai portato guai in paradiso.> Cucciolo, il fratello di Micciarella, si mette in mezzo alla conversazione e scatena una risata tra i tre amici.
<scusate, scusate. Se volete vi vado a prendere i preservativi e fate la pace.> dice con le mani in aria, a mo' di scusarsi.
Gli amici ridono ed io faccio una risatina di cortesi, ma sinceramente ci trovo poco e niente di divertente in questa situazione.

Ora i tre hanno ricominciato a parlare e Micciarella sta cercando nuovamente un contatto con la mia mano.
Quando capisce che non glielo darò, mi prende i fianchi e mi posiziona davanti a lui.
La mia schiena aderisce al suo petto. Tiene le sue mani sui miei fianchi, me li accarezza e mi parla all'orecchio.
<sono ancora begli evidenti.> mi scosta i capelli di lato, vedendo i succhiotti fatti ieri.
<non ci hanno ancora riportato il correttore.>
<e tu nun lo usa comunque. Così tutti li vedono.>
<si, così i tuoi amici pensano che abbiamo fatto cose.>
<fatto cosa?> mi inizia a baciare il collo, ma io mi scanso.
<Micciare, ci vedono tutti.>
<e che ce ne fotte.> torna dove stava prima e lascia una scia di baci, iniziando a muovere la mano suoi miei fianchi.
Disegna cerchi immaginari e mi fa rilassare. Ma fare queste cose davanti a così tanta gente, tra guardie e detenuti che ancora non conosco, mi mette a disagio. Lui sembra capirlo, così mi propone un'offerta che non posso rifiutare.
<vuoi che andiamo la dietro, così ti rilassi?> con la testa mi indica una costruzione di legno, posta vicina al bagno.
Io annuisco e senza dire niente ai sui amici, mi porta li.
Quando arriviamo la riconosco.
È il posto in cui mi ero rifugiata dopo il bacio.

Subito inizia a baciarmi con foga. Io porto le mie mani sui suoi capelli e le sue vagano sul mio corpo, fermandosi sui miei glutei.
Non mi da fastidio un trattamento del genere da parte sua, lui è così spavaldo e sicuro di se che non riuscirei a dirgli di fermarsi, di non toccarmi così.
Mi scappa un piccolo gemito quando stringe i miei glutei e lui si stacca dal bacio.
<già inizi Chiattì?> mi sorride furbo ed io abbasso la testa.
Lui me la rialza con due dita e mi dà tanti baci a stampo.
Poi dalla bocca scende sempre più giù, continua a darli per tutto il collo e poi arriva allo scollo della maglietta.
Mi fa appoggiare la schiena sul legno e mi sta alzando la maglietta. Io chiudo gli occhi, beandomi del suo tocco.
Voglio davvero farlo?
Appena do pace ai miei pensieri, convincendomi di ciò che voglio fare con Micciarella, riapro gli occhi e davanti a me trovo Viola.
La sua figura in piedi difronte a me, con lo specchietto in mano, quello specchietto.
Istintivamente faccio un saltino all'indietro e Micciarella, mi riabbassa subito la maglia, che mi aveva ormai lasciato in vista i miei seni, coperti solo dal reggiseno bianco.
<che succede?>
<sta lì.>
<ma chi?> lui si gira, ma non vede nessuno.
Ora neanche io vedo nessuno.
<te lo giuro Micciarella, stava lì!> continua. indicargli il punto in cui l'avevo vista, ma ora non c'è nessuno.
<sei solo stressata Chiara.> è forse la prima volta in cui mi chiama per nome. Ma non è arrabbiato, l'ha fatto inconsapevolmente.
Porta una mano sulla mia guancia, accarezzandola.
Io tocco la sua mano e lo guardo negli occhi.
<ti prego, possiamo andarcene da qui?> Anche se un po' deluso, accetta la mia richiesta. Così ce ne andiamo dal posto dai brutti ricordi.

eii raga, vi piacerebbe avere capitoli un po' più piccanti tra Micciarella e Chiara? Fatemelo sapere e ditemi se il capitolo vi è piaciuto e cosa ne pensate.
❤️🌊

non cambierò || MicciarellaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora