Capitolo 3

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E' passata una settimana da quando sono chiusa qui dentro e sto iniziando ad ambientarmi. La direttrice mi ha fatto il grandissimo favore di spostarmi di cella altrimenti la mia pena sarebbe potuta aumentare per un secondo omicidio,quello di Viola. Quella ragazza è completamente fuori di testa voleva che mi tagliassi con del vetro. E non volevo tornare a provare certe sensazioni... Si,ho sofferto di autolesionismo per un lungo periodo circa un paio di anni fa e quando vedo qualcosa di appuntito o tagliente,ancora adesso,mi viene il vomito. Per quanto riguarda Ciro e i suoi amici continuano a darmi il tormento e credo che non la smetteranno.

Ora sto andando in cortile con Silvia dopo aver fatto colazione. Qualcuno mi da una spallata e mi sorpassa:è Viola

"ao si chiedè permèss" lei si volta,mi guarda e ride

"amo non gli dare retta" sento Silvia,ma prima che potesse finire la frase mi ero già fiondata su Viola

"sentì nun so chi te credì e' esserè ma a me me aia' purtà rispètt" la spingo contro il muro

"altrimenti che fai?" chiede con aria di sfida

"altrimènt te acciro" la minaccio e nel momento in cui le sto per tirare uno schiaffo arriva il comandante

"ma c sfaccim state a' ffa" si avvicina e ci separa "tutte e due dalla direttrice adesso"

"quando capirete che questa è una psicopatica sarà troppo tardi comandà"

Da quando sono entrata non sono mai stata mandata dalla direttrice,mi sono sempre comportata bene.

"Elisa entra" così mi vado a sedere di fronte alla direttrice

"mi vuoi spiegare perché il comandante ti ha vista con le mani alla gola di Viola?" chiede

"pecché chella nun è normàl"

"e ti sembra un buon proposito per allungare la tua detenzione?" non rispondo "va bene per questa volta la passi ma alla prossima finirai dritta in isolamento va bene?"

Annuisco e ,accompagnata da Liz torno in cortile. Dal cancello entra il furgone dal quale scendono due ragazzi,entrambi con i capelli ricci,ma quando uno di loro si gira

"CARMINE" urlo in modo che lui si accorga di me. Mi sorride debolmente e corro verso di lui e lo abbraccio

"Elisa torna nel campetto non puoi stare qua"

"staj zit comandà" rispondo facendo ridere mio fratello " c cazz staje a ffa' ca (che cazzo stai facendo qua)"

"poi t spieg" mi da un bacio sulla fronte

"Di Salvo dalla direttrice" lo richiama il comandante

"c verimm piccrè" mi manda un bacio mentre si avvia verso l'ufficio delle direttrice

" c re Di Salvo? Avete fatto abbonamento famiglia ca dindr" chiede Edoardo facendo ridere i suoi compagni. Lo raggiungo e mi posiziono a braccia conserte di fronte a lui. I suoi occhi sono puntati su di me ed ha un ghigno sul viso

"pcchè nun te fai e cazz tuj"

"t si incazzat? vedi che non fa bene stare sempre incazzati" ride per poi girarmi le spalle. Così prendo la palla e gli schiaccio addosso,prendendolo in piena schiena. Lui si volta lentamente lanciandomi uno sguardo che se avesse potuto,credo che ora starei andando a fuoco. Si avvicina a me con passo furtivo fino ad avere il viso ad un soffio dal mio
"Eduà" lo richiama Ciro

"c re?" lo fisso negli occhi "nun tienì o' coraggiò e' tiràrm nu' pacchero (non hai il coraggio di tirarmi uno schiaffo)"

Fa un passo in avanti mentre io indietreggio,finchè non poggio la schiena alla rete

Quello spiraglio di luce-Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora