Capitolo 21

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Dopo il colloquio sono andata in cortile ed ora sono seduta in un angolo all'ombra da sola,mentre rifletto su cosa fare..

"ei" alzo il capo e vedo Filippo

"ciao" accenno un sorriso e lui si siede di fianco a me

"stai bene?"

"sisi tutt'apposto" rispondo

"sicura? sei strana"

"stong buon chiattì nun te preoccupà" gli scompiglio i capelli

"senti ma Naditza?" chiede dopo un pò

"cosa Naditza?" chiedo confusa

"no ecco io volevo sapere" inizia a fare un giro di parole

"t piac Naditza?"

"Può essere.."

"ja o chiattil se nnamurat" lo spintono facendolo ridere

"ci metti la buona parola?"

"eccerto Filì" lo abbraccio

"tu sei sicura che è tutto ok?"

Annuisco solamente poi mi alzo e vado a giocare a pallavolo con le altre.

"ragazzi venite in sala comune Beppe ha portato la cassa e abbiamo messo la musica" ci richiama Cardio così vado vicino a lui

"over?" chiedo

"eccerto..vien ja pccré jamm a ballà" mi sorride e mi prende per mano per poi correre insieme nella sala comune.

Ci sono già un sacco di ragazzi al centro che ballano. Vedo Edoardo appoggiato al muro che mi squadra attentamente,ma lo ignoro

"vieni" Gianni mi porta al centro della pista e iniziamo a ballare tutti insieme. Ad un certo punto arriva Pino che inizia a fare dei gesti strani facendoci scoppiare a ridere

"si nu mit pinù" lo sfotto

Poi d'un tratto parte Me staje appennen amò di Liberato...ora questa canzone mi ricorda Edoardo..

Lo vedo spostarsi dal muro e venire verso di noi,ma appena sta per avvicinarsi a me arriva Carmine che mi prende per mano allontanandomi da lui.

"grazie" gli sorrido

"aspetta eh...ALLORA RAGAZZI ADESSO METTETE UN LENTO CA VOGL BALLÀ CU SORM" grida facendomi ridere

Così,il ragazzo che stava scegliendo le canzoni,mette una canzone lenta e butto le braccia dietro il collo di mio fratello mentre lui mi cinge la vita. Poggio la testa sul suo petto e chiudo gli occhi:mi rilasso un pò senza pensare ad Enzo,ai Romano o a Edoardo,adesso ci siamo solo io e Carmine,che è l'unico che è sempre riuscito a farmi stare bene.

Dopo un pò arrivano il comandante insieme alla direttrice

"allora vedo che vi state divertendo" dice la bionda sorridendo

"ja direttrì nun me divertiv accussì ra quann passàv e' seratè in discotèc cu e' uaglione" dice Totò facendoci ridere

"mi dispiace rovinare questo momento ma è ora di cena,dai tutti in mensa" dice il comandante

"ja che sfaccim" commenta uno

"sit propr na rottura e pall comandà" dice un altro

"dai ragazzi se riuscite a non mettervi nei casini faremo portare la cassa più spesso a Beppe" continua la direttrice

"giur ca o prim ca fà casin l'accir..." dico guadagnandomi un'occhiataccia dalla direttrice "in senso metaforico ovviamente" continuo facendola ridere.

Passo il resto della serata insieme alle ragazze e,verso l'una,decidiamo di andare a dormire. Vedo però fuori dalla finestra un filo con su attaccato un foglietto,così lo prendo e lo apro

≪vieni nei bagni,devo parlarti ≫

Potrebbe essere Edoardo e sinceramente non mi va di parlare con lui,anzi piuttosto spero sia uno psicopatico che voglia uccidermi,lo preferisco.

Che cosa ho da perdere? Nulla,ormai cammino sul filo di un rasoio,potrebbero farmi fuori da un momento all'altro perciò decido di andare.

Apro la porta aspettandomi chiunque ma non la persona che ho davanti ai miei occhi

"Ciro?" lo guardo confusa mentre lui se ne sta poggiato al muro con una sigaretta in mano.

Quello spiraglio di luce-Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora