Capitolo 22

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Ciao, la storia è in revisione! Da questo momento in poi, potresti trovare delle discrepanze, buchi di trama e SPOILER ⚠️!
Al più presto aggiornerò il resto dei capitoli!
❤️









I giorni al reparto medico passano lenti, poco a poco sto riacquistando le forze, Cristina è venuta a trovarmi questa mattina, mentre Liam e Leda vengono ogni giorno. Il dottor Kelsey continua a somministrarmi un sedativo per inibire l'assimilazione delle emozioni altrui, dice che fino a che non avrò imparato a gestirle, dovrò assumerlo regolarmente, a dosaggi sempre più bassi. Non ne sono contenta, sento la testa sfuocata e i pensieri arrivano lenti e confusi. Spazio da fasi apatiche, in cui non sento nulla, neanche le mie emozioni, a fasi in cui vomito tutte le parole che mi passano per la testa. È come se non avessi il controllo di quello che faccio, dico e penso. Mi addormento di continuo, anche nel bel mezzo di una conversazione, l'altro giorno Leda stava raccontando un episodio accaduto a Clermont, ricordo solo che si trattava di Tanya Kings che sbagliò un procedimento in un esperimento e due bambini di cinque anni persero la vita, quando ho riaperto gli occhi era sera ed ero sola. Odio essere drogata, mi manca poter pensare lucidamente o semplicemente non ritrovarmi in bagno senza ricordare il tragitto che ho fatto. Mariah, l'infermiera, deve chiudere la porta a chiave di notte perché due sere fa Luke, il suo collega, mi ha trovato a vagare nei corridoi in stato catatonico.

L'unica cosa che mi consola è che domani potrò finalmente ritornare nel mio appartamento, nell'appartamento di Siria per essere precisi. Cristina mi ha detto che è un po' stramba, ma nel complesso si è trovata bene con lei durante la mia permanenza qui. Secondo Kelsey, Siria è la persona giusta per non gravare sulle mie condizioni, lui però continua a tormentarsi perché in medicina non esiste una reazione come la mia, non sa darmi una risposta clinica alla mia condizione. Lui sostiene che la morte apparente non sia così rara, ma che di solito non capita più di una volta nella vita, e che lascia tracce visibili nell'individuo. Eppure gli esami a cui mi ha sottoposto in questi giorni dicono che sono sana e in forze, come una diciassettenne dovrebbe essere. Se non fossi così intontita dai farmaci potrei percepire la sua frustrazione.

Qualcuno bussa alla mia porta, con movimenti lenti mi tiro su a sedere, Liam fa capolino da dietro lo stipite.
«Ciao» sento le mie labbra aprirsi in un ampio sorriso che arriva quasi fino alle orecchie. È l'unica persona che riesce a smuovermi qualcosa nel petto, anche sotto sedativi.
«Come ti senti, oggi?"» si siede sulla poltroncina e accavalla una gamba sul ginocchio.
«Bene» biascico ridacchiando, lo osservo a lungo, soffermandomi sui suoi capelli neri leggermente arruffati, gli occhi azzurri e la bocca piena, ricordo la morbidezza delle sue labbra.
«Sei bello, Liam» la mia risatina lo fa sobbalzare, mi blocco per un secondo, l'ho detto ad alta voce? Merda.
«Sei bello, come amico» mi affretto a dire, rido di nuovo e poi, la mia frase mi si ritorce contro, Liam sarà sempre e solo un amico per me, niente di più. Quante volte me lo dovrò ripetere? Fisso il vuoto davanti a me, udisco la voce di Liam chiamarmi più volte ma la parete davanti a me sta prendendo una forma strana, si sta incurvando.
«Liam, che cosa sta succedendo?» strillo «Cosa sta succedendo alla parete?» balzo in ginocchio sul letto, lui balza accanto a me. "Guarda, si sta inarcando!"
«Shh, Nora» mi accarezza la testa, quando mi volto mi ritrovo a faccia a faccia con lui, il suo fiato caldo mi solletica il naso, gli sfioro le labbra con un dito e lo ritiro subito. Cosa sto facendo? Odio queste cazzo di medicine, mi inibiscono ogni tipo di controllo.
«Cazzo» farfuglio lasciandomi cadere sul materasso, chiudo gli occhi e quando li riapro è mattina.

Noto subito come il mio cervello sia più reattivo, Kelsey deve aver diminuito i dosaggi. Ho la bocca impastata, mi alzo lentamente e un leggero capogiro mi inchioda al pavimento, respiro profondamente. Vado verso il bagno e mi lavo la faccia con l'acqua fredda, chissà come fanno ad avere l'acqua corrente, penso. Devo ricordarmi di chiederlo a Leda.

Quando ritorno nella mia camera Kelsey e Liam sono davanti alla porta, un flashback mi riporta alla figura patetica che ho fatto ieri sera.
«Buongiorno» evito di guardarli in faccia e vado a sedermi sul letto.
«Buongiorno Nora» risponde Kelsey «ti trovo meglio questa mattina» sorride
«Sì, mi sento molto meglio» voglio andare via di qui il prima possibile, lasciare questo capitolo alle spalle e iniziare ad allenarmi seriamente.
«Ottimo, vuol dire che abbiamo trovato il dosaggio giusto» si appunta qualcosa sulla cartellina che porta sempre con se.
«Posso portarla a casa, Kelsey?» domanda Liam
«Sì, direi di sì» lui annuisce «Perdonami per ieri» si rivolge a me «Liam mi ha raccontato cos'è successo, devo aver erroneamente comunicato a Mariah di aumentare la dose, e non di diminuirla» si batte la mano sulla fronte «sono così dispiaciuto» avvampo e balbetto che non fa nulla.
«Questa» mi porge una fiala verdognola «la puoi assumere ogni volta che percepisci che le emozioni degli altri sono troppo forti» la prendo e me la rigiro tra le mani, ha un tappo morbido e allungato.
«Tre gocce dovrebbero bastare» appoggia una mano sulla mia spalla «stammi bene, se dovessi aver bisogno di me sai dove trovarmi» strizza l'occhio ed esce dalla stanza.

Sono troppo imbarazzata per guardare Liam negli occhi, quindi mi fingo interessata alla trama della coperta.
«Ti lascio qualche secondo per preparati» annuncia avviandosi frettolosamente fuori dalla porta.
«Liam, aspetta» traggo un lungo e profondo respiro «mi dispiace per ieri sera, non ero in me» o forse sì, sono a disagio.
«Tranquilla, è stato divertente» ridacchia «credevi che la parete si curvasse» butta gli occhi al cielo e richiude la porta alle sue spalle.

DICIOTTO - Il dominio della psicheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora