Capitolo 36

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La mia mano è appoggiata sul suo petto e segue l'andamento del suo respiro, il cuore gli batte veloce, posso sentire le sue emozioni parlare, mi sussurrano di quanto si senta più leggero, ed è così anche per me. È successo tutto così in fretta tra di noi, mi ritrovo a pensare per l'ennesima volta che non sono io a vivere questa vita. Eppure è reale, sono qui tra le sue braccia, in una calda e rassicurante coccola. Alzo lo sguardo e noto una vena sul suo collo che pulsa frenetica e la bacio, l'odore di sapone mi riempie le narici.

«Vorrei che questo istante non finisse mai» Mormora dolcemente.
«Lo so» mi accoccolo più vicino, lui mi accarezza il braccio e mi bacia delicatamente la nuca.
«Mi mancherai» il suo è un bisbiglio, quasi impercettibile, mi scosto per guardarlo in faccia, un velo di lacrime gli ricopre gli occhi.
«Vieni con noi» la mia voce è implorante.
«Non posso» scuote la testa e la sua frustrazione mi riempie lo stomaco.
«Perché no?»

Un rumore alle nostre spalle ci fa sussultare, di scatto ci voltiamo.
«Perché sarebbe d'intralcio per i tuoi progressi» si intromette Asher, lascia cadere con un tonfo un borsone nero a terra, una strana espressione gli attraversa il viso.
«Sono felice di vedere che avete fatto pace, ma avrei bisogno di parlare con la tua ragazza» continua secco rivolto a Liam, che sospira rumorosamente, la tensione che vibra tra i due mi fa girare la testa.

«Parla pure» ringhia Liam a denti stretti, si erge in piedi e mi tende la mano, la afferro e mi alzo.
«Okay, anche se non credo che l'argomento sarà piacevole per te, Liam» mi scocca un'occhiata e avvampo, il mio cuore inizia a correre, spero che non voglia raccontargli del nostro incontro di questa mattina, non che sia successo qualcosa, ma preferirei tenere questa cosa per me.
«Tra me e Nora non ci sono più segreti» ribatte Liam prima che io possa dire altro
«Oh, molto bene. Sarà più facile così» i suoi occhi sono ancora fissi nei miei, un sorriso sghembo compare sul suo volto «Prepara i bagagli, Nora. Partiamo stanotte»

«Come stanotte?» Faccio passare lo sguardo da lui a Liam stupita.
«Sai, il Governo non aspetta i tuoi comodi» la punta di sarcasmo nella sua voce mi irrita, mordo l'interno della guancia e traggo un lungo respiro.
«Per quanto non mi piaccia ammetterlo ha ragione» borbotta Liam «dovete allontanarvi da qui il prima possibile, se il Governo è nei paraggi penserà che siete solo passati di qui, e seguirà la vostra scia emotiva allontanandosi dal Ritrovo» annuisco, ripenso a Cristina e a tutti quei bambini giù alla scuola e tutto ha più senso.

«Okay» sussurro mentre Liam si avvicina e mi cinge la vita, sfiora le mie labbra con un bacio, per un attimo dimentico il resto del mondo.
«Avete finito?» Ci interrompe secco Asher, Liam non manca di lanciargli un'occhiata infuocata.
«Ci vediamo dopo» mormora sospirando, quando si allontana sento la mancanza del suo tocco, del suo calore.
Prima di uscire dalla palestra si posiziona davanti ad Asher, i due si scrutano per qualche secondo.

«Non sarò in grado di leggere nella tua mente, come fai tu» ringhia sprezzante puntandogli un dito sul petto «ma so benissimo quali sono le tue intenzioni, se le succede qualcosa o se la sfiori anche solo accidentalmente senza il suo consenso, io ti ammazzo» si volta ed esce dalla palestra con ampie falcate.

Li scruto perplessa, possibile che Liam creda davvero che Asher si voglia mettere tra di noi? Cala il silenzio, le parole di Liam non sembrano averlo toccato, d'altronde non ne vedo l'eventualità, Asher è stato molto chiaro con me, non mi ritiene un'amica, soltanto un problema da aggiungere alla sua lista. Questo non me lo ha detto, l'ho dedotto da sola.

«Perdoni velocemente» dice sogghignando dopo un po', lo guardo armeggiare con il borsone.
«A te cosa importa?» ribatto secca «Non siamo amici» la sua mascella si indurisce, si volta a guardarmi per qualche secondo, si schiarisce la voce.
«Sì, hai ragione» eccola, un'altra pugnalata.
«Quindi, dove andremo?» chiedo impassibile, cercando di cambiare discorso
«In un posto sicuro a Nord» risponde tirando fuori il medaglione delle emozioni dal borsone, un nodo mi si annida in gola.
«Sicuro, in che senso?» farfuglio, osservando l'oggetto che tiene in mano.
«Sicuro, nel senso che è una base nascosta della Resistenza» risponde con sufficienza.
«Anche qui è nascosto» dico irritata
«Il Governo è a conoscenza di questo posto, è una base militare in disuso da anni, prima o poi faranno due più due e se trovano la nostra scia emotiva sapranno di certo che la Resistenza è qui» dice avvicinandosi «Il posto in cui ti porterò è al di fuori del confine della penisola, non c'è giurisdizione là» si ferma davanti a me, slaccia il gancio della collana e con un rapido gesto mi scosta i capelli dal collo, indietreggio.

«Posso?» chiede con un sopracciglio alzato «O devo chiedere a Liam il permesso di toccarti?» gli scocco un'occhiataccia.
«Faccio io» afferro la collana e l'aggancio al collo, la rigiro con il bocciolo di rosa verso l'interno del mio petto, il mio corpo si rilassa all'istante, le mie antenne emotive si ammutoliscono.
«Perché me la fai indossare?»
«Per azzerare la tua energia, sarà più sicuro muoversi stanotte» incrocia le braccia al petto
«Quindi se la indossassi sempre potremmo rimanere qui ad allenarci?» chiedo con un barlume di speranza
«Se la indossassi sempre saresti morta nel giro di una settimana»
«C-come?» porto istintivamente la mano sul monile.
«Cattura la tua energia, ti  prosciugherebbe» dice piano «il tuo cervello smetterebbe lentamente di mandare impulsi al resto del corpo, non sentiresti la fame o la sete ... non è un oggetto da sottovalutare»
«Qualcuno è morto per aver indossato questo oggetto?» domando allarmata, sentendo l'esigenza di strapparmelo dal collo. Mi guarda corrucciato, ma non risponde.
«Devi preparare i bagagli, ci rivediamo qui tra un'ora» lo osservo stizzita ed annuisco.

DICIOTTO - Il dominio della psicheWhere stories live. Discover now