capitolo 6

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Lorenzo's pov:

Ero insonnolito e mi sentivo addosso un peso sul petto e sul bacino.
Mi girava la testa e avevo il voltastomaco. Sarà colpa dell'alcol di ieri sera.
Matteo era disteso su di me con la testa sul mio pettorale destro e una mano sulla la mia vita, che poggiava sui miei addominali.
Gli accarezzai i capelli e poi realizzai, se volevo che contassi qualcosa per i mei genitori non dovevo mai più toccare o semplicemente guardare matteo.
Era questo il loro volere.
Io volevo baciare Matteo.
Volevo sentire il suo calore premere sulla mia pelle.
Volevo passare tutta la mia vita con lui e solo con lui.
Lo amavo, ma i miei genitori non meritano questo, loro vogliono il meglio per me e nonostante io ami da morire Matteo, lui fa parte della mafia, e non è il meglio.

Lui è pericoloso.

Matteo deve capirlo.
Deve capire che allontanarsi da me è la cosa migliore per entrambi, perché non so se sarò mai in grado di scegliere tra lui e la mia famiglia.

Credo.

Iniziò a stringermi all'improvviso, il suo viso era concentrato e le sue mani mi circondarono stretto il bacino.

"Matteo" dissi iniziando a ridacchiare.

"tranquillo ci sono io" continuai a parlargli anche se ero consapevole del fatto che lui non potesse sentirmi.

"Lorenzo" mugolò ad un certo punto e mi fermai.

Mi piaceva da morire la sua voce, ma il mio piacere in questo momento era indescrivibile, dal momento che lui aveva la voce bassa e roca.
Aprì piano gli occhi e si accorse di essere fra le mie braccia.
Sorrise e si appoggiò di più sul mio petto.

"sei così comodo cucciolo. Sei così comodo che sembra dormire su delle tet-"

Lo fermai tappandogli la bocca.

"finisci la frase e ti butto giù dal letto" replicai.

Iniziò a ridere mentre si appiccicava di più al mio corpo.
Mi fissò e poi domandò

"hai ancora il tatuaggio di Mickey mouse sul petto?"

Gli sorrido cercando di dimenticare tutti i pensieri negativi che ronzavano nella mia testa.
Si ricordava proprio tutto, eppure si era appena svegliato.

"si che c'è, non posso di certo toglierlo idiota" mi fermai a guardarlo inumidendomi il labbro inferiore.

"che cosa stavi sognando prima, matteo? Eri tutto agitato." gli domandai.

Mi guardò e mi strinse più a sé.

"cucciolo non mi guarderesti più in faccia se te lo dicessi" disse toccandomi la punta del naso mentre io continuai a non capire.

Decisi di ignorare la situazione, e proprio mentre stavo per dire un'altra parola il telefono di Matteo iniziò a squillare.
Prima che lui possa prenderlo, lo faccio io leggendo il nome sul display.
'Viktor'

"chi è Viktor?" gli chiesi.

Per qualche assurdo motivo lui mi ignorò e il calore del suo corpo mi abbandonò.

Qualcosa nel mio petto iniziò ad ardere, mi sentivo pesante, come se le parole di prima non erano sincere.
'perchè mi sta ignorando per parlare con un altro uomo?'
Milioni di domande inutili, ero solo geloso.
Non farmi ridere cuore di merda, geloso di cosa? Non stiamo neanche insieme.

Rispose al telefono e non potendo sentire le parole di questo ragazzo mi limitai a fare delle ipotesi sentendo le parole di Matteo.

"che cazzo vuole?" disse.

"Digli di andare a fare in culo" continuò.

Ci furono attimi di silenzio, il suo pugno si strinse, la sua mascella si contrasse e le sue iridi si scuriscono diventando sempre più furiose.

"mandagli una donna delle tue finché non arrivo, tanto il viaggio è corto e sono sicuro che lui dura non più di un round" disse staccandosi dal telefono.

Mi guardò con occhi arrabbiati, e non molto dopo uscì dalla stanza senza riferire parola.
In quel esatto momento entrò anche Christian.
Sbuffai.

"ancora tu puffo del cazzo?" domandai senza ricevere risposta.

Si frugò nelle tasche tirando fuori una cosetta rotonda. Presumo fosse una sigaretta dato che dà tutta l'aria di sembrare un drogato seriale.

"dammela anche a me una" chiesi.

"non ti hanno mai insegnato le buone maniere? Si dice per favore" disse ironicamente frugando di nuovo nelle tasche.

"si dice muoviti che non fumo da ieri" risposi a mia volta.

"l'accendino ce l'ho io"

Mi alzai dal letto avanzando verso lui accendendo l'accendino per tutti e due.

"sai, ho parlato con Alessia" dissi soffiando il fumo della sigaretta.

D'un tratto il suo sguardo si poggiò sui miei occhi.

"mi ha detto che sei disponibile anche per i ragazzi" aggiunsi facendogli l'occhiolino.

"Lo sai che Matteo è ancora nella villa?" chiese.

"certo che lo so" risposi allungando il mio sorrisetto.

"ho capito quello che vuoi fare, e va bene" ribatté ridacchiando.

Sentii in lontananza i passi inconfondibili di Matteo, guardai Christian e annuimmo.

Farò Matteo così geloso che esploderà dal nervoso. Perché? Perché voglio divertirmi anche io un po'.

Mi avvicinai ancora di più al puffo e mi alzai sulla punta dei piedi, finché le nostre labbra erano a millimetri di distanza.

"io ti piaccio?" domandai in modo sensuale.

"bhè a me piace alessia, però neanche te non sei mica male" rispose.

Ci guardammo negli occhi ancora per qualche secondo finché la porta si spalancò.

"cazzo! Non posso lasciarvi soli per due minuti! Christian staccati! E tu, vieni con me brutto moccioso!" urlò matteo.

Mi prese per la mano e mi trascinò fuori mentre io salutavo Christian sapendo quello che mi stava per succedere.
Mi sbatté ad un muro e mi bloccò le mani sopra la mia testa, mentre mi guardava più nervoso di prima.

"che cazzo pensi di fare?" Domandò in modo feroce.

"che cazzo pensi TU di fare?"

"cosa? Non eri mica tu quello che ti volevi fare Christian sapendo che è già fidanzato, e prossimamente lo sarai anche te stesso?" mi disse.

"io e te non ci fidanzeremo, e lasciami andare!" dissi facendogli mollare la presa.

"ricorda che non sei tu quello che ha il controllo su di me, ma sono io" aggiunsi girandomi e scendendo le scale correndo.

'Si! Ce l'avevo fatta! L'ho fatto ingelosire per la seconda volta!' pensai.

Uscii dalla mansione sperando il meglio per Christian.
Salii in una delle mille macchine presenti lì vicino e mi diressi verso il centro commerciale non curandomi della reazione di Matteo.
Gli avevo preso una carta di credito stamattina mentre parlava al telefono, certo che ne aveva un bel po'.
Parcheggiai e mi avviai e sborsare ogni negozio costoso.

'Matteo ti amo!' pensai entrando in un negozio su cui sopra l'entrata c'era scritto 'PRADA'.

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Dalixdesix

The Cruel BossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora