capitolo 27

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Chirstian's pov:

La lama affilata che tenevo in mano stava sfiorando delicatamente la gola di Sebastian Bauer, mentre minacce di morte uscivamo dalla mia bocca come poesie. Ormai erano passate ore da quando lo avevamo preso, ma niente. Non aveva esitato minimamente di sputarmi in un'occhio, ma nonostante tutte le torture, su Matteo non uscì una singola parola. Lorenzo continuava a dire di lasciarlo stare, che ci saremo riusciti anche senza di lui, ma non avevo intenzione di fermarmi.
Infilai più a fondo la lama, strappandogli un urlo di dolore, ma ancora niente. Guardai il sangue che colava dalle sue braccia, dal suo collo e dalla sua testa. Era messo di merda, e si ostinava a tacere come un cane.
Lo buttai giù dalla sedia in cui lo avevo legato e tolsi la cintura dei miei pantaloni, per poi frustarlo senza pietà finché uscisse almeno un nome dalla sua miserabile bocca.
A ogni colpo mi macchiavo sempre di più di sangue e la sua schiena si dilatava sempre di più, fino a quando si decise finalmente a parlare.

"Thomas! C-chiedi a Thomas! Io... Non lo so!" piagnucolò steso nudo sul cemento freddo, accompagnato solo dal calore del suo stesso sangue.

Ritornai al tavolino in cui erano poggiati tutti i strumenti di tortura, presi dei guanti di gomma indossandoli ed estrassi da una piccola scatole dalle siringhe con i stessi sonniferi che diedi a Lorenzo l'altra sera.
Ritornai dalla mia vittima e guardandolo piangere e pregare, gli iniettai la sostanza, vedendolo cedere come un corpo morto.
Mi girai solo per notare Williams legato a una sedia e anche alla bocca che aveva gli occhi spalancati, sembrava terrorizzato. Le lacrime non smettevano di scendere dai suoi occhi, e quando iniziai ad avvicinarmi lentamente, lui andò in panico.
Ripresi il coltello che avevo posato prima, ancora sporco di sangue, e lo puntai sotto il suo mento. Guardai il sangue pulirsi dalla lama grazie alla quantità di lacrime che versava, e un piccolo sorriso mi spuntò in faccia.

"Quindi, hai qualcosa da dire mio caro?" sussurrai al suo orecchio togliendogli lentamente il pezzo di stoffa che avevo incastrato nella sua bocca.

"Ti prego! Lasciami andare..." strillò attaccato al mio viso, quasi rendendomi sordo.

Giocai con il coltello sul suo viso, lo feci scivolare dalle sue labbra al naso, poi agli occhi e infine sulla guancia, imprimendo un taglio tanto profondo da lasciargli una cicatrice a vita. Lui si agitò sulla sedia dal dolore e quando mi guardò in faccia vide soltanto il mio sorriso soddisfatto.

"Quindi? Che facciamo con Matteo? Mica lo vorrete lasciare in Spagna per sempre, poverino..." Ridacchiai giocherellando con il suo indice.

"I-io non so niente, te lo assicuro! Se vuo-"

"No!" lo interruppi prendendo il pugnale e gli tagliandogli l'indice. "Ora fai il bravo... E fai che tutta la security attaccata al culo di Matteo sparisca, o ci saranno conseguenze, e non poche."

"Va bene! Portami il telefono e giuro di togliere tutto, ma ti prego lasciami andare dopo questo!" pregò ancora una volta con uno sguardo pietoso, ma peccato che io non provo pietà.

Allungai il braccio verso i suoi pantaloni, tirando fuori dalla tasca il suo cellulare che lo aprii appena mi citò la password.

"Chiama 'uomo 1' e dirò di annullare."

Feci come detto sedendomi per terra e ascoltai il telefono che suonava in attesa che la persona dall'altra parte della linea risponda.

"Annullate tutto, non azzardate a mettere un dito sul bersaglio. Abbiamo finito." mormorò Thomas appena l'uomo dietro rispose.

Chiusi la chiamata senza sentire la risposta e buttati il telefono a terra, spaccandolo in mille pezzi. L'uomo sembrava più calmo, probabilmente pensava che lo avrei lasciato andare, come no.

"Bene. Tu non mi servi più." conclusi con lui.

Afferrai il pugnale e lo infissi nella sua gamba con aggressività, mentre lui si stava smuovendo sul posto non capace di liberarsi. Urla di dolore riempirono la stanza e ad accompagnarle furono le mie risate nel guardare il suo patetico viso riempirsi di sangue, cosa che uomini come lui facevano fare ad altri. Il colpo decisivo lo buttai circa qualche minuto dopo e lo vidi cadere in un lungo sonno eterno in mezzo a tutto quel sangue.
Uno fuori.
Dalla mia camicia colava il sangue come se fosse acqua e dai miei pantaloni uguale. Mi tolsi la camicia sentendo dei passi leggeri dietro di me, mi girai sapendo già di chi si trattava e trovai Alessia e Lorenzo guardare la stanza e i fiumi di sangue con facce disgustate ma non stupite.

"Wow, sei proprio uno stronzo. È morto quello?" domandò Lorenzo indicando suo padre.

"No, non ancora. Dobbiamo aspettare Matteo per quello." risposi pulendomi con uno straccio.

"E lui invece?" chiese nuovamente indicando Angelo che non si muoveva a causa degli sonniferi.

"Neanche lui. Prima che tu chieda, quel bastardo tagliato in due si, è morto." lo anticipai mostrando il corpo non vivente di Thomas.

"Tu stai bene? Sei ferito?" questa volta era Alessia.

"Non posso farmi del male con quelle nullità." la abbracciai una volta pulito.

Vidi Lorenzo soffermarsi di più su quello stronzo di suo padre, e quando pensai che provasse un minimo di pietà, lo trovai sorridere alle ferite, ai tagli e al sangue, e per una volta, mi sentii fiero di quel sorriso.

"Matteo è libero, dobbiamo solo riportarlo qui. Abbiamo solo un ostacolo, suo padre. Con noi ci terremo Sebastian, Angelo e William, ci penserà Matteo a essi, noi dobbiamo cercare di mettere fuori gioco suo padre, e per questo ci servirai di nuovo tu, moccioso." iniziai a spiegare.

"Su, stupiscimi." rispose sarcastico.

"Ti sparirà tutta questa voglia di scherzare appena sentirai." ribatti mentre guardai Viktor entrare nella conversazione.

"Lorenzo, tu farai da esca. Diremo a William che ti consegneremo una volta per tutte a causa di tutti i problemi che ci porti, e nonostante sia vero, al momento di consegnarti lo ridurremo in polvere. Sniper in ogni angolo dei suoi coglioni, io e Viktor, e infine Matteo che gli darà il colpo di grazia. Come l'altra volta ripeto, non me ne fotte se non ti sta bene, rendi la mente limpida e preparati in caso qualcosa vada storto. Appena finisco di pulire tutta questa merda prenoto un volo per Matteo." conclusi come la volta scorsa, e Lorenzo di nuovo, annuii senza controbattere. Se si tratta di Matteo non c'è nessun problema rischiare la morte, né per me né per lui, questa è l'unica cosa che abbiamo in comune.

"Drogato, insegnami a sparare." ordinò Lorenzo rivolgendosi a Viktor, che nel mentre gli passò una scintilla di eccitazione negli occhi.

"Nessun problema! Basta che tu non mi spari..." disse beccandosi uno straccio pieno di sangue in testa.

Va bene così.

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Dalixdesix

The Cruel BossWhere stories live. Discover now