47 - Try

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Arya POV

-Cos'hai intenzione di fare?- Amelya mi strattonò per un braccio portandomi lontano dagli altri.

Eravamo appena scesi dall'auto di fronte alla pista di Barcellona e già iniziavano a venirmi le vertigini.

-Respirare e sperare di non collassare sul posto.- Sospirai cercando di tenere calmo il cuore impazzito.

-Hai intenzione di andare nei box con lui davvero?!- La preoccupazione di Amelya era direttamente proporzionale alla mia voglia di voltarmi e correre fino a Los Angeles per fuggire dalle mie belle idee del cazzo.

Sarebbe stata una lunga, lunghissima, giornata.

-Che altra opzione ho?- Allargai le braccia.

-Dirgli. La. Verità.- Scandì ogni parola come se fosse ovvio e facile.

-Non posso Amelya! Ed anche se volessi farlo non potrei lo stesso. Soprattutto non a lui che è così vicino a... hai capito.- Mi passai nervosa le mani tra i capelli.

-Si ho capito, ma come tua migliore amica non posso lasciarti fare questa grandissima cazzata.- Abbassò la voce e ci allontanò ancora mentre Nate e Sam procedevano verso l'ingresso. -Ci sei già passata l'altro giorno all'ospedale, non voglio che ti senta così di nuovo. Se non ce la fai fingo di sentirmi male e ti costringo a venire via con me.-

Sorrisi, perché l'avrebbe fatto sul serio, ma scossi il capo.

-Non posso fare altrimenti, Amy.- Mi voltai per guardarlo. -Tu non l'hai visto. Era così felice quando mi ha mostrato il pass. Mi vuole con lui oggi ed io voglio esserci. Non posso deluderlo. Non posso deludere anche lui.- Confessai.

Ero venuta a Barcellona per allontanarmi dai miei casini, sì, ma ero lì soprattutto per Nate. Per sostenerlo come lui era sempre stato vicino a me.

Non potevo deluderlo, non dopo quello che avevamo condiviso la sera prima.

-Cosa provi, Ary?- Amy distolse il mio sguardo dal ragazzo così a suo agio che sorrideva e scherzava con Sam poco lontano. -E non mentire, te lo leggo negli occhi.-

-Io...- Mi piace Nate.

Sembrava così facile dirlo, ammetterlo. Avevo quelle parole sulla punta della lingua pronte per essere pronunciate, ma non potevo farlo.

No, non poteva piacermi Nate, non potevo permettermelo.

Non adesso.

-Cosa ti ferma Ary?- Amelya non aveva mai avuto bisogno delle mie parole.

Era capace di leggerle anche quando mi restavano incastrate in gola.

-Ho paura. Paura che se mai lasciassi battere il mio cuore per lui ritornerei al punto di partenza e non ho la forza per soffrire di nuovo.- E dirlo fu come togliermi un peso dal petto. -Ma credo di essere andata già troppo oltre e non so più come muovermi.-

Mi sentivo incastrata, come una macchina troppo stretta in un parcheggio. Bloccata tra dove il mio cuore mi urlava di andare e dove la testa cercava di fuggire.

-Quindi vai lì dentro, da sola. E come pensi di cavartela?- Si arrese Amelya cambiando repentinamente argomento.

-Non lo so.- Chiusi gli occhi per un'istante. -Chiudo gli occhi e mi tappo le orecchie.- Ironizzai, come al solito.

-Non sei simpatica, ma non intendo solo quello. Sai dove stai entrando? Sai chi potrebbe esserci?- Ci avevo pensato per tutta la colazione, ma non avevo trovato una soluzione intelligente.

Ride of heartsWhere stories live. Discover now