Capitolo 44 ~ Shiver

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Ho passato una bella notte da schifo, tormentata da un susseguirsi ininterrotto di incubi, simpatiche variazioni sul tema della mia esecuzione.

Oh, non mi faccio illusioni, so che la possibilità che il triste evento si verifichi realmente sono fin troppo reali e concrete, e dovrei avere davvero nervi d'acciaio affinché il pensiero non mi crei nemmeno un briciolo d'ansia. Non rimpiango le mie azioni però. C'è un motivo per cui proprio io e i miei piccoli siamo stati distaccati in questa zona, destinati a sorvegliare uno dei Gemelli Maledetti: tutti noi siamo sacrificabili. Noi, come anche il gruppo di Blueberry che sorveglia l'altro fratello, quello più fetente. Reietti, emarginati, personaggi scomodi per le nostre stesse famiglie. Che cosa hanno mai fatto per noi, i nostri capi?

Si possono dire molte cose di Rea, ma non che non si adoperi al meglio delle proprie capacità in favore della sua gente. Lo fa senza distinzioni e pregiudizi, senza lasciarsi influenzare dalle proprie simpatie o antipatie personali. Lo fa perché, diamine, è il capo! Ed essere il capo non è solo un privilegio, ma anche una bella responsabilità. Anche io lo so, nel mio piccolo, e sarei pronta a dare la vita per ciascuno dei miei compagni, se fosse necessario.

Il nostro stimatissimo Gran Consiglio invece...non hanno mai mosso un dito per me e per i miei, e non lo faranno adesso. Perché dovrebbero? Sarebbe anzi un sollievo se morissimo nell'adempimento del nostro dovere, ne sono certa. Una morte onorevole, che preserverebbe la nostra memoria e la loro reputazione, liberandoli al contempo della nostra scomoda presenza. La loro reputazione, la loro preziosa reputazione. Peccato davvero che non si possano cancellare i legami di sangue con un semplice colpo di spugna, o con la stessa facilità con cui i nostri nomi sono stati cancellati dagli annali nel momento in cui, a tutti gli effetti, siamo stati esiliati dalla Città Nascosta.

Ci ho riflettuto molto mentre, ieri sera, sdraiata nella solitudine del mio letto, cercavo invano di prendere sonno. Mio marito non verserebbe una lacrima se io morissi, troppo impegnato a vezzeggiare la sua nuova fiamma, così giovane e graziosa, molto più giovane di me, e che finalmente ha saputo dargli il prezioso erede che io sono stata incapace di concepire. Poco importa che tale erede possieda gli stessi occhi azzurri e capelli biondi del giovane capitano delle guardie di palazzo.

No, lasciamo da parte l'amarezza. Sono stata felice di andarmene, e la poveretta si accorgerà presto di quale inferno abbia accettato di vivere in cambio dei privilegi e del prestigio.

Le famiglie di Mooshine e Dark non sentirebbero la loro mancanza più di quanto mio marito non sentirebbe la mia. Ci sono altri figli, eredi più degni, meglio che il sangue impuro si estingua, anziché lasciarli vivere e permettere che diano vita a discendenze indegne quanto loro. So come ragionano, sono stata per troppo tempo costretta a muovermi in mezzo a loro, ad agire e pensare come una di loro. Quanto mi disgusta tutto questo!

Lullaby non ha parenti, o almeno nessuno che le sia così vicino da rattristarsi per una sua eventuale scomparsa, e la madre di End...oh, sulla deliziosa Sybeal si potrebbero spendere fiumi e fiumi di inchiostro. Non un fulgido esempio di amore e dedizione materna, questo è certo. A quanto ne so è stata proprio lei a proporci per questo incarico. Strano. Come tutti i Guardiani veniamo addestrati al combattimento sin dalla più tenera età, ma ci sarebbero stati altri più adatti di noi al compito. Dark e Moonshine sono guerrieri formidabili, ma Lullaby ed End sono ancora giovani e inesperti mentre io, per quanto mi amareggi ammetterlo, inizio ad essere davvero troppo vecchia per queste cose. No, non ci hanno assegnato questo incarico perché riponevano fiducia in noi. Un compito del genere, così pericoloso, così delicato, lo affidi a chi disprezzi solo perché, in cuor tuo, desideri vederlo fallire.

Pazzi due volte: la prima perché non sanno riconoscere il valore della loro stessa gente, la seconda perché se noi dovessimo fallire tutti, tutti i Guardiani e gli Umani sarebbero in pericolo.

Al risveglio dal mio ultimo, ennesimo incubo ho maturato una decisione. La mia scelta verrà considerata tradimento, non ho dubbi in merito, ma non permetterò che i miei piccoli paghino per una decisione presa da me. Anche questo fa parte dell'essere un capo: assumersi la responsabilità completa delle proprie scelte fino alle loro più estreme conseguenze, per proteggere coloro che sono affidati a te.

Dovrò fare rapporto ai miei capi, a coloro che governano e coordinano tutti i Guardiani, è una cosa inevitabile. Dovrò parlare loro del Risveglio di Coco, della liberazione di Cain. Sì, racconterò loro di queste cose, come ci aspetta da una brava, diligente Guardiana, ma del mio patto con Rea no, di questo non dirò niente. Prima o poi lo verranno a sapere in ogni caso, e le ripercussioni a quel punto saranno severe, ma se non altro guadagnerò un po' di tempo. Il tempo di far fronte alla minaccia imminente, di mettere al sicuro i miei piccoli. Non chiedo altro, non mi occorre altro.

Non posso, per rispetto alle nostre leggi, andare contro alla mia stessa coscienza: quando esse vengono applicate senza il minimo riguardo e unicamente per il mantenimento dell'egemonia perdono tutta la loro validità. I nostri capi ci manderebbero al macello senza il minimo riguardo e senza la più piccola remora pur di non abbassarsi a scendere a patti con un nemico antico. Io però sono diversa: c'è un'urgenza molto più immediata di quella di assecondare vecchi rancori, ed è quella di distruggere un nemico comune.

Già che ci sono penso che mi dimenticherò di parlare loro anche della presunta cotta del mio sottoposto per il nuovo Cavaliere. Meglio evitare di correre rischi inutili, in fondo.

Li contatterò e dopo...dopo ci sarà la parte più difficile. Sì, c'è un discorso lasciato in sospeso con i miei ieri sera che è venuto il momento di affrontare.

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I Guardiani mi sa che non ci fanno proprio una bella figura, però almeno c'è Shiver che riscatta la categoria...

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