Capitolo 54 ~ Coco

10 5 0
                                    

Poso a terra il mio carico e ancora una volta incrocio lo sguardo di questi sconosciuti che dovrebbero essere gli antichi nemici della mia gente ma che adesso sono i miei alleati. Mi ci vorrà un po' per abituami a tutto questo, ma per fortuna sono sempre stata una ragazza di aperte vedute. Tralasciando quei loro occhi ferini non sono poi così diversi da me, in fondo. Si potrebbe anzi dire che, a questo punto, io abbia molte più cose in comune con loro di quante non ne abbia con gli esseri umani. Che pensiero sconcertante.

Si capisce che sono guerrieri. Traspare chiaramente dalle movenze, dai gesti. Indizi sottili ma inequivocabili, se sai cosa cercare, e gli occhi di un Cavaliere devono essere allenati a captare certi segnali, quelli che ti possono aiutare a distinguere, in mezzo a una folla innocua, un potenziale nemico. Sì, sono guerrieri, ma anche io e Cain lo siamo; ecco un'altra cosa in comune.

Potrebbe anche rivelarsi un'esperienza positiva, in effetti. Dopotutto, io e il mio Vampiro non ci troviamo forse insieme a persone che appartengono al nostro mondo? Che capiscono ciò che siamo? Persone con le quali non è necessario fingere o nascondere, con le quali ci sarà concesso essere noi stessi. Sinceramente è quasi un sollievo.

Da quando l'Ordine e i Figli dei Millenni hanno scelto la via dell'anonimato, le nostre vite e quelle dei nostri protetti sono in buona parte una finzione, una continua recita. Vampiri, Cavalieri, Guardiani, poco importa: tra noi possiamo essere noi stessi.

Una voce possente mi scuote dalle mie riflessioni filosofiche, riportandomi bruscamente alla realtà.

«Bene, come vogliamo procedere?» domanda Dark.

Giusto, la divisione dei compiti!

Mi piace, il suo approccio. Ho sempre apprezzato la gente così ansiosa di mettersi all'opera.

«Beh» incomincio, grattandomi la testa pensierosa «direi che un paio di voi potrebbero incominciare a staccare i quadri».

«A questo pensiamo io e Dark» dichiara la mora al suo fianco.

Mi rendo conto di non sapere il suo nome, il che è ridicolo. Sono stata così sopraffatta dallo stupore per la loro comparsa da dimenticare del tutto le più elementari norme di cortesia. E a prescindere, anche se non fosse stata siglata tra noi questa strana alleanza e fossimo rimasti i nemici di sempre, una non dovrebbe almeno sapere il nome dei propri nemici?

Mi schiarisco la gola per nascondere l'imbarazzo. «Bene... grazie mille... ehm....»

«Moonshine» suggerisce lei con un sorriso.

Sorrido timidamente a mia volta. «Grazie, Moonshine».

È un bel nome, incredibilmente adatto a lei. Ha un che di delicato, poetico, è aggraziato come le sue movenze leggere.

Lei e Dark si mettono alacremente all'opera, e per un attimo mi fermo a guardarli rapita. Dark domina lo spazio in cui si aggira, una presenza imponente che ha la concretezza di una montagna, mentre Moonshine piroetta attorno a lui con leggerezza da ballerina. Lui è il sole, lei il pianeta che gli danza attorno, e io sorrido ancora una volta nel riconoscere in questo loro curioso modo di condividere lo spazio i segni di un rapporto che va al di là di quello tra due compagni di battaglia.

«C'è da svuotare anche l'altra stanza» annuncio a questo punto, rivolta a Cain e agli altri tre Guardiani. «Immagino sia la cosa che richiederà più tempo».

«A quella penso io» dichiara Cain con un luccichio negli occhi.

Chissà perché lo immaginavo.

«E io ed End ti daremo una mano» afferma Shiver, decisa.

End emette un gemito di protesta. «Ma perché proprio io devo lavorare insieme alla sanguisuga?»

Shiver lo guarda con severità, poi comincia ad elencare, tenendo il conto delle motivazioni in punta di dita. «Perché sarà istruttivo per te, perché così imparerai a dominare questo tuo caratteraccio, perché avrai modo di rivedere le tue convinzioni, perché da solo col Cavaliere non ti ci lascio altrimenti prima o poi ti pesta ed io non ho voglia di portarti all'ospedale e poi, prima di tutto e soprattutto, perché sono io a dirlo. Tutto chiaro? Devo continuare?» domanda infine con un sorriso adorabilmente mellifluo.

«Per carità vecchia, altrimenti mi rompi i timpani. E va bene, Hai vinto!» capitola, non prima di essersi lasciato sfuggire un sospiro frustrato.

Cain fa loro elegantemente strada con un inchino giocoso.

«Rimango solo io» dichiara Lullaby allargando le braccia.

«Suppongo tu possa aiutarmi con l'armadio allora» affermo pensosa.

«Volentieri!» esclama sorridendo. Abbassa la voce e aggiunge con fare cospiratorio: «Poi me li fai provare i vestiti, vero?»

Sorrido a mia volta, non posso farne a meno. C'è qualcosa in questa giovane Guardiana che rende praticamente impossibile non farsela andare subito a genio. «Prima di sistemarli nella casa nuova» le prometto con la dovuta solennità.

Il suo sguardo cade sul mio collo, e la sua espressione si fa improvvisamente seria. «Non immaginavo fosse così» commenta, cambiando bruscamente argomento.

Perché mi sento come una madre in procinto di spiegare alla figlia particolari inerenti a un argomento sempre scabroso?

«Voglio dire... ci hanno sempre detto che se un Vampiro ti morde fa male, ma non è poi tanto vero, no?» indaga curiosa.

«Se quando ti morde è molto tempo che non si nutre allora sì, fa male, molto male» dico, pensando alla prima volta in cui mi è capitato di nutrire Cain. Mi piace dare alla gente informazioni esatte, se posso.

La mia interlocutrice sorride maliziosa. «Quando prima ti ho vista però sembrava facesse tutt'altro che male...» insinua.

Io arrossisco e, mettendo il broncio dichiaro: «Questa però si chiama violazione della privacy!»

«Se non vuoi che la gente possa interrompere la prossima volta chiudi la porta a chiave» suggerisce lei candidamente.

Giusto. Effettivamente non so come ribattere a questa più che sensata affermazione.

Lullaby mi lancia un ultimo sorriso scherzoso poi, stiracchiandosi le braccia, pronta per la fatica che la attende, si avvicina all'armadio. «Che ne dici, cominciamo?»

***************

Non è certo per fare del buonismo facile ma forse, se le persone facessero come Coco e si concentrassero più sulle similitudine tra loro e gli altri che non sulle differenze ci sarebbero meno discriminazioni.

Detto questo spero vorrete perdonarmi queste divagazioni sui fatti quotidiani. "E le battaglie?" potreste chiedervi. Arriveranno. I nemici di Coco e Cain faranno la loro comparsa nel momento opportuno ma penso che mostrare come la protagonista si adatti alla sua nuova realtà sia una cosa importante.

This Is My SinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora