Volevi baciarmi? cap. 122

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Steve

Oggi sono d'uscita.

Ho rifatto tutte le analisi in questa ultima settimana.

I medici mi hanno tenuto sotto osservazione per due settimane, anche se visibilmente stavo bene.

Hanno preferito tenermi, dato che l'incidente è comunque stato terribile pure per me.

Ho ancora il gesso per la spalla, e il tutore che dovrò usare per tenere il braccio fermo non appena toglierò il gesso.

Devo ritornare fra altre due settimane per rimuoverlo.

Non sono molto felice di ritornare a casa.

Non perché mio padre mi ha chiesto di dormire da lui per potermi aiutare, ma perché mi mancherà Cameron.

Soprattutto di notte, perché di giorno verrò qui da lui.

E nonostante stia cercando in tutti i modi di essere felice della mia dimissione, so che sotto sotto non piace nemmeno a lui questa cosa.

Anche Cameron sta meglio.

Si muove di più, parla nuovamente tantissimo, e litiga spesso con mio padre.

Questo vuol dire che sta bene.

Però non è ancora riuscito a camminare da solo.

O meglio, questa mattina hanno provato a metterlo in piedi, ma non riesce a rimanere in equilibrio.

Ed è ancora scosso dal fatto che non sia riuscito a camminare.

Sono seduto sul letto, e sto cercando di mettermi le scarpe, mio padre quando serve non c'è...

Megan ieri ha fatto cambio con suo marito, e quindi i due amiconi sono alle macchinette a prendersi un caffè.

«Se potessi ti aiuterei io, ma non servo a un cazzo, perciò...» Mi arriva il cuore in gola quando Cam Pronuncia quelle parole.

È mortificato, si sente in colpa, uno stupido.

Ma io non ce l'ho mai avuta con lui per l'incidente.

Sono l'ultimo a poter giudicare.

E non ero arrabbiato nemmeno quando ha picchiato Marco.

Ero solo confuso, e non riuscivo a credere che Cam potesse arrabbiarsi ancora di più di quanto mi aveva già mostrato.

«Invece sì che puoi aiutarmi!»

Mi alzo dal mio letto, e mi siedo nella sedia in cui c'era seduto Ryan prima che uscisse per il caffè.

E sollevo le gambe sul suo letto.

«Mettimi le scarpe!»

Il mio intento era quello di farlo ridere, e ce l'ho fatta, non appena ho fatto pendolare su una mano le mie scarpe, Cameron ha realizzato che fossi serio ed è scoppiato a ridere.

E lo guardo sorridendo, e lui me le mette molto delicatamente, come se i miei piedi fossero di vetro.

«Se ci fosse stata mia madre avrebbe detto che questa cosa non è molto igienica.» Mi riferisco alle scarpe sul suo letto.

«Be', effettivamente avrebbe avuto ragione.»

E sembra quasi che non voglia che levi le gambe dalle sue cosce, le stringe e le accarezza allo stesso momento.

«Steve, mi devi memorizzare il tuo numero sul cellulare nuovo che mi ha regalato mia madre.»

«Dov'è?»

"L'Angelo e il Diavolo"Donde viven las historias. Descúbrelo ahora