Steve
Oggi sono d'uscita.
Ho rifatto tutte le analisi in questa ultima settimana.
I medici mi hanno tenuto sotto osservazione per due settimane, anche se visibilmente stavo bene.
Hanno preferito tenermi, dato che l'incidente è comunque stato terribile pure per me.
Ho ancora il gesso per la spalla, e il tutore che dovrò usare per tenere il braccio fermo non appena toglierò il gesso.
Devo ritornare fra altre due settimane per rimuoverlo.
Non sono molto felice di ritornare a casa.
Non perché mio padre mi ha chiesto di dormire da lui per potermi aiutare, ma perché mi mancherà Cameron.
Soprattutto di notte, perché di giorno verrò qui da lui.
E nonostante stia cercando in tutti i modi di essere felice della mia dimissione, so che sotto sotto non piace nemmeno a lui questa cosa.
Anche Cameron sta meglio.
Si muove di più, parla nuovamente tantissimo, e litiga spesso con mio padre.
Questo vuol dire che sta bene.
Però non è ancora riuscito a camminare da solo.
O meglio, questa mattina hanno provato a metterlo in piedi, ma non riesce a rimanere in equilibrio.
Ed è ancora scosso dal fatto che non sia riuscito a camminare.
Sono seduto sul letto, e sto cercando di mettermi le scarpe, mio padre quando serve non c'è...
Megan ieri ha fatto cambio con suo marito, e quindi i due amiconi sono alle macchinette a prendersi un caffè.
«Se potessi ti aiuterei io, ma non servo a un cazzo, perciò...» Mi arriva il cuore in gola quando Cam Pronuncia quelle parole.
È mortificato, si sente in colpa, uno stupido.
Ma io non ce l'ho mai avuta con lui per l'incidente.
Sono l'ultimo a poter giudicare.
E non ero arrabbiato nemmeno quando ha picchiato Marco.
Ero solo confuso, e non riuscivo a credere che Cam potesse arrabbiarsi ancora di più di quanto mi aveva già mostrato.
«Invece sì che puoi aiutarmi!»
Mi alzo dal mio letto, e mi siedo nella sedia in cui c'era seduto Ryan prima che uscisse per il caffè.
E sollevo le gambe sul suo letto.
«Mettimi le scarpe!»
Il mio intento era quello di farlo ridere, e ce l'ho fatta, non appena ho fatto pendolare su una mano le mie scarpe, Cameron ha realizzato che fossi serio ed è scoppiato a ridere.
E lo guardo sorridendo, e lui me le mette molto delicatamente, come se i miei piedi fossero di vetro.
«Se ci fosse stata mia madre avrebbe detto che questa cosa non è molto igienica.» Mi riferisco alle scarpe sul suo letto.
«Be', effettivamente avrebbe avuto ragione.»
E sembra quasi che non voglia che levi le gambe dalle sue cosce, le stringe e le accarezza allo stesso momento.
«Steve, mi devi memorizzare il tuo numero sul cellulare nuovo che mi ha regalato mia madre.»
«Dov'è?»
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"L'Angelo e il Diavolo"
Chick-LitTrovate il cartaceo su amazon, link in bio!♥️ E fu così che il diavolo s'innamorò dell'angelo, senza accorgersi che in realtà tutto quell'amore non l'aveva mai provato. Manipolato, avvinghiato a esso. Un po' come il diavolo prova a resistergli, abba...