Capitolo 11

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[giovedi 16 marzo]

Il mio primo giorno di lavoro sarebbe iniziato quel pomeriggio alle sei e mezza e si sarebbe concluso poco prima delle dieci, il signor Park mi aveva accennato durante il colloquio di volermi far fare una prova con meno ore rispetto a quelle stabilite dal contratto per farmi prendere familiarità con il lavoro così da ambientarmi lentamente senza mettere in difficoltà i miei futuri colleghi. Molto probabilmente avrei iniziato direttamente da aprile con le trenta ore, così da far partire il contratto a mese pieno. L'eccitazione mista all'ansia mi stava divorando vivo in quel momento, mi presentai in anticipo come sempre a causa delle mie paranoie continue e decisi di aspettare fuori il locale, seduto su un muretto dietro il ristorante così da non intralciare l'entrata. Mi strinsi nella giacca di jeans che avevo deciso di indossare e infilai le mani nelle tasche ascoltando la voce di Felix uscire dalle cuffie che indossavo. «Se iniziavi a lavorare prima li ci avrei portato Hyunjin con il nostro anniversario, così ci servivi tu» Lo sentii ridere dall'altro lato e sbuffai divertito. «Ah grazie, non solo vi avrei dovuto servire ma avrei dovuto fare da spettatore alle vostre smancerie... bleah» Mi passai una mano tra i capelli tirandoli indietro e arricciai il naso per sistemare gli occhiali da vista. «Come sei tragico, scommetto che se ci venisse Minho Hyung faresti i salti di gioia» Ciondolai i piedi stando seduto sul muretto alto, avendo le gambe a penzoloni, e gonfiai il labbro inferiore imbronciandomi davanti la sua battuta. «Nemmeno ci verrebbe qua molto probabilmente, ieri quando gli ho detto che ho trovato lavoro ha solo risposto con un semplice congratulazioni e poi è sparito» Controllai l'orario sul telefono e decisi di avviarmi all'entrata essendo quasi l'ora di iniziare.
«Forse aveva da fare, cosa ne sai. Da dietro lo schermo non puoi capire cosa abbia o cosa stia facendo»
«Si lo so, ma non voglio essere solo una ruota di passaggio nella sua vita» Mi fermai davanti la vetrina del ristorante guardando dentro se ci fosse qualcuno. «Jinnie ha detto che gli interessi, lui non sa che tu sei gay e poi ricorda che è più grande quindi potrebbe avere un modo tutto suo per affrontare le relazioni» Annuii per niente convinto anche se non poteva vedermi. «E poi scusa ma chi ha detto che voglio fidanzarmi con lui? Io mi riferivo all'amicizia!» Lo sentii lamentarsi come suo solito riguardo la mia idea di relazioni e senza farlo finire di parlare decisi di salutarlo dovendo entrare a lavoro. «Buona fortuna! Ci sentiamo dopo» Riattaccai io senza ricambiare sennò si sarebbe dilungato ancora per molto con i saluti conoscendolo ed entrai subito nel locale, l'ansia mi fece tremare gambe e mani e sperai non si notassero queste mie condizioni pietose.
Inizialmente rimasi fermo davanti la porta non sapendo cosa fare, in giro non c'era nessuno e l'unico rumore proveniva dalla cucina. Alcune voci miste al rumore di piatti che veniva sistemati mi spinsero ad avvicinarmi alla porta e bussai debolmente sentendo il cuore battere fortissimo. E se dovessi rompere qualcosa? Risultare goffo, sbadato e i miei colleghi arriveranno a non sopportarmi?
«Siamo chiusi, il locale apre tra un'ora... Uh e tu chi sei?» Indietreggiai subito sentendo la voce avvicinarsi e se non lo avessi fatto avrei rischiato di prendermi la porta in faccia. Davanti si presentò un ragazzo alto quasi quanto me, i capelli biondi a scodella gli davano un'aria da bambino, gli occhi a mandorla simile a quelli di una volpe mi scrutavano curiosi. Notai subito l'apparecchio ai denti che lo facevano sembrare ancora più piccolo e d'istinto sorrisi sentendomi subito a mio agio in sua presenza. «Uhm ciao, sono Jisung oggi ho la prova- ieri ho fatto un colloquio e inizio a lavorare oggi qui!» Balbettai leggermente non sapendo come spiegare la situazione. «Ah si! Vieni entra, scusami ma non pensavamo iniziassi subito. Il capo ieri non ci ha detto nulla a riguardo» Lo seguii annuendo nonostante non potesse vedermi e mi guardai intorno curioso: la cucina era una semplice cucina tipica dei ristoranti, c'era una finestra che dava in piccola parte sulla sala principale mentre il resto sulla zona bar per permettere di comunicare facilmente con chi era di turno li. «Io sono Jeongin e lui è Jay» Incontrai lo sguardo con un ragazzo fermo dietro il bancone intento a preparare qualche antipasto per quella sera e mi inchinai leggermente con la testa in segno di saluto. «Quanti anni hai? Sembri più grande di noi» Dopo avermi fatto posare la roba nel piccolo spogliatoio dietro la cucina, mi portò a prendere un grembiule da indossare. «Ne devo fare 22 a settembre»
«Welcome to the club hyung» Una pacca sulla spalla mi fece sobbalzare leggermente e Jay mi passò vicino dirigendosi verso i frigoriferi. «È metà americano, ogni tanto parla inglese ignoralo - rise mostrando l'apparecchio colorato che portava e gli occhi si chiusero in due lineette facendolo assomigliare ancora di più ad una volpe - comunque siamo tutti più piccoli allora, io ne ho 21 e Jay 20. Jungwon e Ryujin che devono ancora arrivare hanno entrambi 18 anni.» Annuii cercando di ricordare almeno i nomi e lo seguii per farmi spiegare alcune cose. «Abbiamo la divisa, al momento hai solo il grembiule ma appena sará pronta dovrai portare anche tu pantalone nero e camicia bordeaux con il grembiule nero. Si viene sempre qualche minuto prima dell'apertura per fare con calma e si devono rispettare gli spazi delle proprie mansioni. A noi camerieri raramente spetta stare in cucina, la cassa però rischia essere una nostra mansione quando si assenta il signor Kim.» Mi mostrò la sala principale, la disposizione dei tavoli e come andavano apparecchiati. Dove potevo prendere l'occorrente, come comportarmi in presenza dei clienti, il modo di servire e tutto quello che c'era da sapere riguardo le pietanze, le allergie che avrebbero potuto avere i clienti e come comportarsi in situazioni del genere. «I seggiolini per i bambini sono all'angolo li giù, vicino al bagno delle donne mentre da questo lato - mi portò vicino alla zona bar mostrandomi anche quella li - ci sono i frigoriferi con le bevande. Tendenzialmente il bar apre dopo le nove e mezza fino alla chiusura per gli alcolici, invece per i cappuccini e il resto è sempre aperto. E no non guardarmi con quello sguardo, toccherà anche a te imparare a preparare caffè» Mi vergognai un po' per essere stato beccato a fare uno sguardo spaventato e cercai di trattenere una risata nervosa passandomi una mano sulla nuca. «Spero di non fare casini» Ci fermammo davanti il bancone e cominciò a mostrarmi le varie funzioni delle macchinette e le mansioni tipiche del barista. «Tranquillo, tanto il bar escludilo per i primi giorni non verrai messo qui. Per quanto riguarda il resto è normale fare errori, se ti può consolare Jungwon ha iniziato qualche mese fa e se la sta già cavando bene. Se ti piace lavorare ti verrà facile» Seguii distrattamente i suoi movimenti e annuii convinto. Sono già felice di essere in prova e già questo mi piace! «Allora fighting per me» Scoppiammo a ridere entrambi e sentii l'ansia sparire quasi del tutto, l'aria li dentro era molto più leggera e allegra di quella dove lavoravo in precedenza.

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⏰ Last updated: Oct 29, 2023 ⏰

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Limbo - Han JisungWhere stories live. Discover now