5-Dipende

241 10 1
                                    

Un rumore che segnava gli allenamenti di pallavolo era quello della palla che toccava il pavimento. Indipendentemente dalla lunghezza dell'azione, quella sarebbe per sempre stata la sua sorte, rimbalzare.

Il ritmo era sempre lo stesso: la palla arrivava a Kageyama e Hinata schiacciava. Da quando avevano lavorato di più sulle loro capacità, si sbizzarrivano con gli attacchi più disparati, mentre Tsukishima cercava di murarli.
Erano capaci di divertirsi tantissimo durante quelle ore d'allenamento, come non avevano mai fatto.

Dalla piccola finestra si sentiva il vento forte soffiare e il cielo coprirsi sempre più con una coperta di nuvole nere. Ci volle poco per iniziare a piovere seriamente, come faceva poche volte durante l'anno. La pioggia sbatteva contro il tetto della palestra creando un rumore estremamente rilassante, ma anche preoccupante per i ragazzi che sarebbero dovuti tornare a casa da soli, come Hinata.

Indossò una felpa grigia con il cappuccio al posto della sua solita tuta della squadra, che aveva come cambio da indossare dopo gli allenamenti. Quel cappuccio sarebbe stata la sua unica protezione contro quella pioggia incessante, fece un respiro profondo prima di fare un passo fuori da quel tetto che lo proteggeva, ma si sentì tirare per un braccio.
«Dove vai, idiota?»
«A casa, Baka.»
«Tu non vai da nessuna parte con questa pioggia, ti prenderai un raffreddore.»
«Cosa? E io come ci dovrei tornare a casa?»
«Non ci torni ora, aspetti a casa mia finché non spiove.»
«Finché non spiove?! Con una pioggia così quando dovrebbe spiovere?»
«Idiota, chiama tua madre! Non ti fidi mai, davvero?»
«Ok! Ora la chiamo. E se non spiove?»
«Troverete un modo per farti tornare a casa, no?»
Shoyo va nella rubrica e chiama un contatto con la scritta "Mamma".
Dopo aver spiegato a sua madre l'accaduto, Hinata e Kageyama di dirigono a casa di quest'ultimo sotto un ombrello.

«Permesso» Fece Hinata entrando. La casa dei Kageyama era molto accogliente, i muri bianchi erano tappezzati di foto di famiglia, posizionate in maniera ordinata e schematica. Sul muro opposto era posizionato un armadio aperto di legno scuro, dov'erano riposti i cappotti e le scarpe, con le pantofole da mettere quando si entrava. Tutta la stanza odorava di un buon profumo per ambienti a qualche fiore di cui Hinata e Kageyama ignoravano l'esistenza e la casa sembrava estremamente pulita.

«Entra pure. Sono Amaya, piacere, la mamma di Tobio.»
«Piacere, Shoyo Hinata.»
Si strinsero la mano e Amaya li accolse in cucina dove aveva preparato un piccolo pasto per loro, delle porzioni di omelette, che sembravano oro agli occhi di due ragazzi appena usciti da allenamento, soprattutto se quei due ragazzi erano Tobio e Shoyo.
«Hinata-kun, menomale che avete chiesto di farti venire qui, piove davvero troppo.» Amaya guarda fuori la finestra spostando la tenda.
«Come farai a tornare a casa stasera?»
«Arriverà mia madre tra due ore, verso le otto, purtroppo prima è impossibile.»

La stanza di Tobio era piena di piccoli ricordi, ma, nonostante tutto, si percepiva un certo distacco tra Tobio e quel posto, come se il quartier generale di sé stesso non fosse la sua camera da letto ma un altro posto.
Le mura erano pitturate di un bianco pallido, come il resto della casa, sul muro c'erano due quadri con delle foto Shoyo esaminò prontamente appena entrato in stanza. Il suo letto, poggiato al muro sinistro della stanza, era rifatto e ordinato con un piccolo ripiano sulla testiera, sopra c'erano posizionate una cornice e una sveglia. Davanti al letto c'erano dei libri impilati e, opposta al letto, una scrivania con un portapenne. Accanto alla scrivania erano ordinatamente posati un tappetino e un peso per allenarsi.

«Wow! Sembri un'altra persona qui, Tobio!»
«Smettila!» Hinata tiene in mano la cornice che si trovava sul ripiano, la foto raffigura moltissime persone, a giudicare dall'aspetto sembravano tutti parenti di Tobio, nel mentre continuava ad indicare la posizione dell'altro sulla foto. Era molto piccolo e con un signore anziano che aveva le mani sulle sue spalle.
«Ma quanti anni avevi? Eri piccolissimo!»
«Credo sei anni»
«Ma poi quanta gente c'è?»
«Sono tutti miei parenti.»
«Non pensavo che avevi una famiglia così grande!»
«Ma come potevi saperlo, idiota!»
«Questi due sono uguali a te!»
Indicó due persone sulla foto. Tobio fece un respiro profondo.
«Sono mio nonno e mio padre.»
Shoyo notò una certa malinconia a dire quella frase e si fermò.
«Io non somiglio molto a mio padre, tranne per i capelli, è lui quello che li ha passati a me e Natsu.»
«È strano avere i capelli rossi per un giapponese.»
«Ha origini straniere, non so di dove, non gliel'ho mai chiesto...»
«Anche la mia famiglia ha molti collegamenti con l'estero, a parte mio cugino in Germania, mia zia è inglese e mio padre è spesso fuori da Giappone per qualche giorno.»
«Anche mio padre è spesso fuori, non so dove, ma torna solo a capodanno se riesce. Vedi, abbiamo trovato qualcos'altro in comune!»
Hinata sorrise e Kageyama riuscì solo a distogliere lo sguardo da lui.
«Tobio, ma poi hai una zia inglese e fai schifo ad inglese?» Hinata scoppiò a ridere.
«Da che pulpito, idiota!»

Restarono a bisticciare per un po', come era solito fare per loro, poi, ad un certo punto...
«Ma la volete smettere voi due?» Una ragazza con i capelli scuri a caschetto aprì improvvisamente la porta. «Miwa, non ti ci mettere anche tu!»
Hinata guardò confuso entrambi.
«Tu e il tuo amico dovreste abbassare la voce. E poi non mi hai nemmeno salutato, stronzo!»
Tobio sospira senza rispondere alla sorella.
«Ehm, ciao?» finalmente Miwa si gira verso Shoyo.
«Oh, scusa, non mi sono presentata. Sono Miwa, la sorella di Tobio» dicendo l'ultima parola lancia un'occhiataccia verso il fratello, poi tende la mano a Shoyo che la stringe subito di rimando. «Hinata Shoyo, vado anch'io al club di pallavolo.»

«Dai, è simpatica tua sorella» Kageyama fa una smorfia.
«Avere una sorella maggiore non è sempre bello, da sempre fastidio.»
«Beh, neanche le sorelle minori ti lasciano in pace. Quindi, direi che siamo pari su questo.»
Improvvisamente, il telefono di Hinata squilla, facendo saltare entrambi. Dopo aver risposto Shoyo dice: «È arrivata mia madre, devo andare»
Hinata prende le sue cose e si avvicina alla porta di casa ma Kageyama lo ferma.
«Shoyo.» Hinata si gira a guardarlo confuso.
«Ehm...v...»
«Cosa?» Kageyama allarga le braccia timidamente e Hinata si lancia ad abbracciarlo.
«Ciao, Tobio!» Fa prima di chiudere la porta.

Tobio rimane a fissarla, quella porta, sospirando muto. Non si accorge nemmeno della presenza di sua madre dietro di lui, che gli poggia le mani sulla schiena facendolo sobbalzare.
«Simpatico questo Hinata»
«Hm, anche se alcune volte è un po' scemo.» Amaya si fa sfuggire un sorriso, lo aveva capito, a chi si riferisse il figlio qualche giorno prima, aveva capito chi fosse quella persona.

«Tobio, puoi venire qui un attimo?» Fece un'oretta dopo, Amaya, quando il figlio sgava andano a letto.
«Mamma? Dimmi.»
«Quell'Hinata, è lui quella persona?» Tobio arrossì e guardò un punto non preciso nel pavimento, poi si sedette accanto alla madre, sul divano.
«Beh, sei riuscita a capirlo» le rispose sottovoce, quasi come avesse paura a dirlo.
«Non preoccuparti, Tobio, non importa chi ti piaccia»
Fece un respiro, ma Amaya non capì se fosse di sollievo o di preoccupazione.
«E papà?»
«Satoshi? Quello lì è uguale a tuo nonno!»
«Cosa?»
«Pensi veramente che piacessi a tuo nonno inizialmente? Poi invece cominciò a trattarmi come una seconda figlia! Fidati, se a tuo padre non piacerà qualcuno poi finirà per campiare idea, l'ha fatto anche con Miwa.»
Tobio poggiò la testa sullo schienale morbido del divano, chiuse gli occhi e si mise le mani sul viso. Amaya lo guardava divertita ma anche nostalgica, si rivedeva in Tobio quando aveva la sua età.
«Come devo fare? Come si fa di solito in questi casi?»
«Ehi, non devi sempre pensare a schemi predefiniti, le relazioni interpersonali non hanno schemi predefiniti, qui devi semplicemente fare come ti senti.»
Tobio annuì con la testa.

Dopo due settimane sono tornata con "Dipende". E vi dirò di più, tra pochi giorni ci sarà un secondo aggiornamento(per recuperare).

Grazie per aver letto questo capitolo!

Dipende [KageHina]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora