10-Dipende

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Rio de Janeiro, Brasile, la sabbia fresca della spiaggia al contatto con la pelle scoperta, quel piacevole contatto rinfrescava la pelle che per tutto il giorno aveva sopportato il caldo. Era strano pensare che fosse inverno a luglio, anche perché il caldo non se n'era andato. Quella era una città che non si addormentava mai, tutti erano attivi e alla scoperta di quel posto.

A Tobio interessava molto il titolo che veniva conteso alle Olimpiadi, tutto il lavoro fatto da quando era piccolo poteva valere effettivamente qualcosa. Però in quel momento non importava più nulla, né le medaglie, né le olimpiadi, né tutto quello che era successo in quei tre mesi di distanza. Solo Shoyo era importante, il poter sentire la sua pelle, il suo profumo, poterlo vivere al massimo. Shoyo era colui da cui dipendeva la felicità di Tobio, perché, in fondo, stare insieme in una palestra in Giappone, in una comoda casa a Sendai o in spiaggia a Rio de Janeiro non aveva importanza. Lo stare insieme aveva importanza, molta.

L'appartamento di Shoyo era molto piccolo. Aveva un salotto con uno spazio cucina, un piccolo bagno e una camera, l'unico posto che era effettivamente "suo" e che non doveva dividere con qualcun'altro. Non c'era da stupirsi della faccia di Pedro-il coinquilino di Shoyo- quando quest'ultimo fece entrare lì dentro un ragazzone quasi alto un metro e novanta che, inoltre, era un atleta olimpico. Shoyo lo aveva trascinato per le strade di Rio, era rimasto affascinato dalla differenza culturale tra la sua vita in Giappone e quello che era il Brasile.

Poi si chiusero nella stanza di Shoyo, anche se sapevano perfettamente che Pedro fosse nella stanza accanto e che capisse perfettamente cosa potesse comportare il condividere un letto per due fidanzati, loro passarono la notte insieme. È in quel momento che Tobio si rese conto quanto quella distanza lo distruggesse, perché quando sei completamente immerso nella persona in cui ami, farsi scaldare il cuore da quella persona e poi dover accettare il fatto di doverlo lasciare lontano da sé per chissà quanto altro tempo, quello sì che lo distruggeva.

Tobio penso a come potesse essere un tale scemo, si era innamorato perso di qualcuno che in qualche modo sarebbe sempre stato distante da lui fisicamente e non poteva farci nulla a riguardo, perché le loro vite erano quelle, la loro strada era la pallavolo, anche se in futuro avrebbe comportato giocare in squadre diverse, in stati diversi o anche continenti diversi. Tobio guardò Shoyo accanto a lui nel letto e si lasciò andare a una leggera risatina mentre gli accarezzava i capelli. Non avrebbe mai e poi mai fatto nulla a riguardo, amava giocare a pallavolo e, soprattutto, amava follemente Shoyo. In più rise anche perché in vita sua nemmeno per un momento aveva pensato di ritrovarsi a dormire in una piccola stanza di un appartamento in Brasile con accanto una persona che mai si sarebbe aspettato di amare. Se il Tobio di almeno cinque o quattro anni prima lo vedesse così, innamorato e felice di esserlo, probabilmente crederebbe di essere improvvisamente impazzito. Ebbene sì, Tobio è proprio pazzo, innamorato pazzo.

2018

Ogni volta che si trovava in un aeroporto il tempo passava a rallentatore, sembrava che l'aereo ci mettesse ore intere ad atterrare e che non uscisse mai nessuno dal gate. Tobio stava iniziando a odiarlo. Da quanto tempo non vedeva Shoyo? A lui sembrava una vita, poteva una persona dover sopportare una cosa del genere? Certo lo sentiva al telefono e faceva videochiamate con lui ogni giorno in ogni momento libero che avevano disponibile, ma non bastava.

Ogni volta che vedeva qualcosa di vagamente arancione con la coda dell'occhio gli sembrava Shoyo, si girava di scatto ma alla fine scopriva non essere lui. Successe per un po' di volte finché non vide effettivamente la chioma rossa riconducibile agli Hinata. Stessi capelli scompigliati, stessi occhi nocciola, stesso sorriso capace di sciogliere anche le cuore più ghiacciato, ma no, non era Shoyo. Era Natsu Hinata che si avvicinò a Tobio salutandolo.
«Ciao, Natsu.» Tobio ricambiò il saluto affettuosamente, ormai la conosceva da quando si era messo con Shoyo sei anni prima, era quasi come una seconda sorella per lui.
«Ciao Tobio! Anche tu qua per Shoyo?»
«Si. Siediti qui, avevo bisogno di un po' di compagnia.» Natsu gli sorrise e iniziarono a parlare.
«Credo di aver perso il conto, a che scuola vai ora?» Lei si lasciò in una dolce risata prima di rispondergli
«Vado al liceo Niiyama ora, faccio anche parte del club di pallavolo»
"Wow," pensò Tobio "il tempo è andato via così velocemente che mi è sfuggito dalle mani" «Sei davvero cresciuta così tanto? Impossibile.» Risero entrambi
«Invece sì, ho fatto anche una fatica per arrivare a fin qua!» Una fatica, ebbene sì, forse il tempo passava più velocemente quando si faticava. E proprio durante la loro conversazione che davanti a loro arrivò Shoyo.
«Quindi voi due avete deciso di parlarvi ed escludermi? Va bene, però me lo segnerò...» Scherzò lui ed entrambi scattarono in piedi verso di lui.
«Fratellone!» urlò Natsu stringendo Shoyo con le sue braccine sottili.
«Mi sei mancata anche tu, sorellina.» Mentre l'abbracciava il suo sguardo raggiunse gli occhi di Tobio, che stava quasi piangendo e si stava impegnando per ricacciare indietro le sue lacrime, visto che non voleva piangere. Aspettò che Natsu si staccasse -cosa che non durò poco- per avvicinarsi a Shoyo e lasciargli quello che si limitò essere un bacio a stampo. Avvinghiato a Shoyo sottovoce Tobio riuscì a dirgli «Idiota, mi sei mancato tantissimo»
«Anche tu, ma ora sono qui, scemo.»

2022

«Cosa mi starebbe a significare "non potete"?»
«Che sarebbe troppo rischioso dirlo ora, state nel fiore della vostra carriera, il Giappone vi ama come singoli individui, stessa cosa vale per l'Italia per uno e il Brasile per l'altro. Sportivamente parlando non cambierà tantissimo ma potreste essere rifiutati, stessa cosa per sponsor eccetera. Mi avete capito...»
«No che non ti abbiamo capito, questa è la nostra vita, io voglio sposarmi e tenerlo segreto è un gran schifo.»
«Tobio.» Shoyo prese il suo fidanzato per un braccio, non era spesso così arrabbiato, aveva imparato a contenersi negli anni, ma non quando toccavano i tasti più delicati per lui.

«Scusi, signor Kageyama, deve capire che per la sua immagine pubblica sarebbe un rischio.»
«Sa quanto mi importa della mia immagine pubblica? Io voglio sposarmi, lo faccio per me e il mio futuro marito, non per il Giappone né per il resto del mondo, questa è la mia vita.»
«Spero che capisca almeno lei, signor Hinata, che potreste rovinare per sempre la vostra carriera.»
Shoyo fece cadere un'occhiata su Tobio, il suo viso arrabbiato, i capelli che gli ricadevano sul viso e coprivano leggermente gli occhi azzurri, il suo cervello giunse in poco tempo alla conclusione e, prima di parlare, fece un leggero sorriso: lo amava tantissimo.

«No, non capisco. Se non mi vorrà più nessuno sarà peggio per loro, potrei anche trasferirmi in altri paesi, io voglio sposarmi. Mi capisca, sono arrivato fin qua da San Paolo solo per puro amore, io amo moltissimo Tobio, so quanto ci tiene a me e so quanto, come me, vuole che ci sposiamo per tutto quello che comporta un matrimonio. Sappiamo quello che facciamo quindi, per favore, ci ascolti. Noi siamo pronti a tutto.»
Pazienza, usare bene le parole, un'altra cosa che aveva imparato per tirare sui suoi compagni di squadra. Buoni requisiti per qualsiasi giocatore di pallavolo che in questo caso era stranamente riuscito ad usarli a suo favore.
«In quel caso qualsiasi conseguenza sarà a vostre spese.»

«Secondo te è stata una buona idea?» Tobio guardò Shoyo con i suoi occhi di ghiaccio.
«Sho, da quanti anni mi conosci?»
«Dieci anni»
In questi dieci anni ho mai dubitato di una decisione su noi due?» I loro sguardi erano incatenati e inconsciamente le loro mani si unirono.
«No»

«Io ti amo, non mi pentirò mai di questa scelta, poi al massimo sono gli altri che ci perdono»

Ciao a tutti! Dopo quasi due mesi torno con il capitolo 10(scusate) e sono veramente felicissima. Ho superato un blocco dello scrittore e scrivere questo capitolo per me è stato difficilissimo

Per il timeskip ho deciso di non aggiungere troppe parti in quanto lo trovo già bello così.
Come avrete potuto notare siamo alle battute finali di questa storia, infatti il prossimo capitolo sarà l'epilogo di questa bellissima avventura che è stata dipende.
Però questo non è il momento dei ringraziamenti e delle cose drammatiche, ma quello delle solite domande di rito!
Cosa ne pensate?  Non abbiate paura di dire la vostra opinione nei commenti!

Ricordatevi di commentare e di votare la storia!

Grazie mille e a presto<3

-J

Dipende [KageHina]Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang